Spazi per la cultura: da Brescia a Pisa, da Ferrara a Milano, ecco le architetture in arrivo

Mariagrazia Barletta

Il 2018 è l’anno europeo del patrimonio culturale e per l’Italia saranno mesi di grande fermento nel settore museale. Relitti industriali e manufatti storici risorgono grazie alla cultura, importante volano per la rigenerazione urbana. La forza attrattiva della cultura è utilizzata nella creazione di spazi ibridi, esemplare l’M9, il Museo del Novecento, che a dicembre aprirà a Mestre. Restando nel campo del riuso combinato al contemporaneo, si attende la riapertura dei cantieri per il completamento del museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. In campo privato, l’azione delle fondazioni si lascia notare. A Palazzo Velabro, a Roma, la Fondazione Alda Fendi insedierà entro il 2018 una cittadella della creatività firmata Jean Nouvel. A Milano ha preso forma la torre progettata da Oma nel complesso della Fondazione Prada, ultimo tassello dell’intervento di trasformazione dell’ex distilleria in largo Isarco. I musei possono diventare anche elementi di forte stimolo per il territorio. E probabilmente è quanto accadrà con il Musil a Brescia, che entrerà a far parte della rete di musei dell’industria e del lavoro tra la città lombarda e la sua provincia, diventandone la sede centrale. Negli spazi che erano di una fabbrica metallurgica, racconterà la storia dell’industrializzazione italiana e bresciana, ma sarà anche un luogo di incontro, di ricerca e formazione, e una vetrina attraverso la quale far conoscere le imprese eccellenti del territorio.

Il Musil di Brescia
Per il Musil di Brescia il cantiere è vicino. Il 15 novembre è stata formalizzata l’aggiudicazione a Consorzio Integra ed Arco Lavori della gara per la realizzazione del primo stralcio del futuro museo, il cui avvio del cantiere è previsto per i primi mesi dell’anno. Si concretizza, così, un progetto di vecchia data il cui percorso è passato per la tappa del concorso di progettazione, conclusosi nel 2004 con la vittoria degli architetti Klaus Schuwerk e Jan Kleihues. Quel progetto sarà realizzato, in due fasi, dalla società immobiliare Basileus dell’imprenditore Antonio Taini, come opera di urbanizzazione a scomputo dei lavori di trasformazione del comparto Milano. La prima fase dei lavori, la cui durata è stimata in 330 giorni, interessa gran parte della struttura, ossia tutti gli spazi espositivi (l’importo a base di gara era di 7,3 milioni di euro). Per il secondo stralcio, che riguarda la grande hall di ingresso e il porticato laterale, «la gara sarà bandita entro l’anno», fanno sapere da Basileus. L’importo, riferisce la società, «sarà di 5,5 milioni». Al termine dei lavori la struttura sarà consegnata al Comune e gestita dalla Fondazione Musil.

Il Meis di Ferrara
Restando nel campo dei progetti che hanno avuto risonanza internazionale, con l’inaugurazione dello scorso 13 dicembre, avvenuta alla presenza del capo dello stato, non si esaurisce la vicenda edificatoria del museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah (Meis) di Ferrara, frutto della competizione vinta nel 2011 dalla cordata composta dagli studi Arco, Scape e da Michael Gruber e Kulapat Yantrasast. All’apertura degli spazi museali all’interno dell’edificio restaurato delle ex carceri cittadine seguirà, nel corso di quest’anno, l’avvio del cantiere per gli edifici di nuova edificazione che si stima possano essere completati entro il 2020.

L’M9 di Venezia Mestre
Dai cantieri da attivare a quelli in corso: è stata annunciata la data di apertura dell’M9, il Museo che a Mestre racconterà la storia e la cultura del Novecento e che dovrebbe aprire nei primi giorni di dicembre 2018. Con un investimento di 110 milioni di euro – tutti a suo carico – la Fondazione di Venezia sta concludendo l’intervento, con la collaborazione della sua società strumentale, Polymnia Venezia. Il progetto, come è noto, è dello studio anglo-tedesco Sauerbruch Hutton, vincitore nel 2010 di un concorso a inviti. Sono circa 10mila i metri quadrati interessati, che andranno a comporre un distretto di innovazione per la cultura, il retail, l’intrattenimento e i servizi.

Palazzo Citterio a Milano
Ha una storia lunga il recupero di Palazzo Citterio a Milano, lunga più di 40 anni, passata, tra gli anni Settanta e Novanta, per due progetti mai completati, tra cui uno di James Stirling. Il terzo tentativo è più recente e si è concretizzato a novembre 2013 con l’aggiudicazione dell’appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori al team di Research consorzio stabile, che ha visto Amerigo Restucci alla guida del gruppo di progettazione. Ora quel progetto di restauro sembra essere giunto alla ultime battute. Il Palazzo, come è noto, ospiterà le collezioni di arte moderna della Pinacoteca di Brera. Tocca alla Soprintendenza consegnare gli spazi restaurati alla Pinacoteca milanese, ma il passaggio di chiavi è slittato più volte. Per l’allestimento, che spetta alla Pinacoteca, ci vorrà almeno un anno e lo scorso 9 gennaio, nel corso della presentazione degli eventi che celebreranno il Novecento italiano a Milano, è arrivata la dichiarazione ufficiale del direttore James Bradburne che ha annunciato l’apertura di Palazzo Citterio per il 2019.

Le novità per Roma
È arrivato a un punto di svolta il nuovo Museo del Foro Romano, ai piedi del Palatino, che darà nuova forza allo spazio museale creato nel Novecento dall’archeologo Giacomo Boni nelle stanze intorno al chiostro di Santa Maria Nova e che custodisce corredi funerari, sculture, fregi di marmo e altri reperti frutto delle campagne di scavo condotte sul posto già nell’Ottocento. Il progetto di Mario Bellini Architects è giunto all’esecutivo e – a riferirlo è lo studio milanese – ed è in corso la selezione dell’impresa che sarà scelta tra quelle che hanno manifestato l’interesse a eseguire i lavori. Intervento che seguirà il neonato Parco archeologico del Colosseo. Sempre a Roma, dopo vari stop and go, va avanti il museo della Shoah a Villa Torlonia. Secondo quanto riferisce Luca Zevi, che insieme a Giorgio Maria Tamburini ha disegnato l’opera, «i cantieri potranno aprire nella primavera 2018».

Le Fondazioni in campo
A Roma, nel Palazzo Velabro, al fianco dell’Arco di Giano, la Fondazione Alda Fendi aprirà entro il 2018 una cittadella per l’arte contemporanea con spazi espositivi, culturali e studi di artisti. Il progetto architettonico e di recupero è dell’architetto francese Jean Nouvel. I lavori sull’immobile, riferisce il direttore dei lavori, Antonino Papasergio, sono oramai completati. C’è poi la Fondazione Elena e Claudio Cerasi che avrà una sua sede nel palazzo dell’ex Ufficio igiene di via Merulana, nel quartiere Esquilino, sempre a Roma, dove esporrà le sue collezioni di scultura antica e pittura. L’edificio è stato recuperato in seguito a un project financing promosso (e vinto) dall’impresa Sac- Società appalti costruzioni della famiglia Cerasi. Il progetto è dell’architetto Carlo Lococo. A Milano viene terminato l’ultimo tassello della cittadella della Fondazione Prada nata nelle ex distillerie di largo Isarco. Dall’esterno appare infatti completata la torre che sovrasta il complesso, anch’essa progettata da Rem Koolhaas, ma sui tempi di apertura dei nuovi spazi, che dovrebbero essere destinati ad attività espositive, la Fondazione mantiene il più stretto riserbo. Sono iniziati a fine agosto 2017 e proseguiranno per tutto il 2018 i lavori su Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, a Milano, per dare forma al Museo d’arte etrusca della Fondazione Luigi Rovati, progettato dallo studio Mario Cucinella Architects.

L’Ex-Ansaldo a Milano
Sempre a Milano, nella seconda metà del 2018, nell’ex Ansaldo raddoppieranno gli spazi di Base, il centro dove si sperimentano nuove forme di produzione culturale e nuovi sistemi di manifattura urbana. Il catalizzatore culturale raggiungerà i 12mila mq, grazie al progetto di Onsitestudio.

Il museo delle navi
Prosegue la sua marcia il cantiere del Museo delle navi antiche all’interno degli Arsenali medicei, a Pisa. Si tratta di un’esposizione archeologica unica che comprenderà 30 imbarcazioni di epoca romana (di cui 11 integre) rinvenute nel grande scavo che alla fine degli anni Novanta è stato condotto accanto alla stazione di Pisa San Rossore. Due padiglioni sono visitabili da novembre 2016, ma i cantieri sono andati avanti e la consegna dei lavori è prevista per fine luglio, riferisce Andrea Camilli, direttore dei lavori e funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le provincie di Pisa e Livorno. Saranno 4.700 mq di esposizione, articolati in otto aree tematiche. Il fulcro del museo sono i relitti, ma l’esposizione racconterà anche l’economia del territorio, la sua storia ambientale e tratterà tematiche connesse alla navigazione, al commercio e alla vita di bordo, valorizzando i numerosi reperti – tra cui oggetti personali dei marinai, frammenti ceramici e molto altro – rinvenuti nello scavo. Il progetto di restauro degli arsenali è della Soprintendenza così come quello museografico, mentre il progetto di exhibit design è dello studio Metaimago di Maurizio di Puolo e Anna Ranghi.

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