Il rinascimento parla ebraico

Mostra Conclusa

Apre al MEIS dal 12 aprile al 22 settembre la mostra Il Rinascimento parla ebraico, a cura di Giulio Busi e Silvana Greco.

L’esposizione affronta uno dei periodi cruciali della storia culturale della Penisola, decisivo per la formazione dell’identità italiana, svelandoci un aspetto del tutto originale, quale la presenza degli ebrei e il fecondo dialogo culturale con la cultura cristiana di maggioranza.

Opere pittoriche come la Sacra famiglia e famiglia del Battista (1504-1506) di Andrea Mantegna, la Nascita della Vergine (1502-1507) di Vittore Carpaccio e la Disputa di Gesù con i Dottori del Tempio (1519-1525) di Ludovico Mazzolino, Il profeta Elia e Il profeta Eliseo di Stefano di Giovanni di Consolo detto il Sassetta, dove spuntano a sorpresa significative scritte in ebraico. Manoscritti miniati ebraici, di foggia e ricchezza rinascimentale, come la Guida dei perplessi di Maimonide (1349), acquistato dallo Stato italiano meno di un anno fa. O l’Arca Santa lignea più datata d’Italia, mai rientrata prima da Parigi, o il Rotolo della Torah di Biella, un’antichissima pergamena della Bibbia ebraica, ancora oggi usata nella liturgia sinagogale.

Nel Rinascimento gli ebrei c’erano ed erano in prima fila, attivi e intraprendenti. A Firenze, Ferrara, Mantova, Venezia, Genova, Pisa, Napoli, Palermo e ovviamente Roma. A periodi alterni accolti e ben visti, con un ruolo non secondario di prestatori, medici, mercanti, oppure oggetto di pregiudizio. Interpreti di una stagione che racchiude in sé esperienze multiple, incontri, scontri, momenti armonici e brusche cesure. Il MEIS racconta per la prima volta questo ricco e complesso confronto, grazie anche alla coinvolgente scenografia concepita dai progettisti dello Studio GTRF Giovanni Tortelli Roberto Frassoni.

Ricostruire tale intreccio di reciproche sperimentazioni significa riconoscere il debito della cultura italiana verso l’ebraismo ed esplorare i presupposti ebraici della civiltà rinascimentale. E significa ammettere che questa compenetrazione non è sempre stata sinonimo di armonia, né di accettazione priva di traumi, ma ha comportato intolleranza, contraddizioni, esclusione sociale e violenza ai danni del gruppo ebraico, impegnato nella difficile difesa della propria specificità.

Con questa nuova narrazione il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara segna un passaggio cruciale della propria offerta al grande pubblico. Non solo perché la mostra costituisce un ulteriore capitolo del racconto dell’ebraismo italiano (dopo quello sui primi mille anni, oggi trasformato in prima parte del percorso permanente), ma anche perché questa nuova sezione tocca il cuore della missione del MEIS: testimoniare il dialogo complesso ma possibile, talvolta fruttuoso, pur non privo di ombre, tra minoranza e maggioranza. Una lezione preziosa che l’Italia raccoglie dalla sua storia per offrirla al presente, a un’Europa sempre più multiculturale e chiamata a interrogarsi sulle proprie radici.

Il Rinascimento parla ebraico è organizzato dal MEIS, con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI e della Comunità ebraica di Ferrara.

Sponsor: Intesa Sanpaolo, Fondazione Ebraica Marchese Cav. Guglielmo De Levy, TPER, Leonardo, Coop Alleanza 3.0, Bonifiche Ferraresi.

Si ringrazia l’Ambasciatore Giulio Prigioni per il generoso contributo in memoria della figlia Francesca.

Si ringrazia Alessandro Treves per aver sostenuto i restauri dell’Arca Santa e del pulpito.

Si ringrazia la famiglia Norsa Pesaro.

Si ringrazia la Galleria Doria Pamphilj di Roma per il prestito del Cristo e i Dottori di Ludovico Mazzolino. Per maggiori informazioni sulla Galleria segui il link  https://www.doriapamphilj.it/roma/

Si ringrazia Assicurazioni Generali per la collaborazione organizzativa.

La mostra può essere visitata fino a domenica 22 settembre 2019, dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00. Negli stessi orari sono attivi il bookshop e i laboratori didattici.

Biglietto intero: € 10,00; ridotto: € 8,00 (dai 6 ai 18 anni compresi, studenti universitari e possessori di MyFE Card); gruppi da minimo 15 persone: € 6,00 (ogni 20 paganti, un accompagnatore entra gratis); famiglie composte da almeno 1 adulto e 1 minore tra i 6 e i 14 anni: € 6,00; università e scuole (minimo 15 persone, da lunedì a venerdì): € 5,00 (2 docenti o accompagnatori gratuiti per ogni gruppo); ingresso gratuito: bambini sotto i 6 anni, diversamente abili al 100% con un accompagnatore, giornalisti e guide turistiche con tesserino, membri ICOM e militari in divisa.

Il biglietto è valido per tutto il percorso espositivo (mostre sui primi mille anni di ebraismo italiano e sul Rinascimento), per lo spettacolo multimediale Con gli occhi degli ebrei italiani, per Lo Spazio delle Domande, il Giardino delle Domande e il docufilm Eravamo Italiani sui sopravvissuti italiani alla Shoah.

Catalogo bilingue Silvana Editoriale acquistabile anche online

Bibliografia

Ebrei e Rinascimento: il territorio italiano

Storia degli ebrei nell’Italia moderna. Dal Rinascimento alla Restaurazione
Carocci, 2014
Editore
Marina Caffiero

Le comunità ebraiche nell’Italia moderna erano numerose e per la maggior parte, a partire dal 1516 con il prototipo di Venezia, erano rinchiuse in un ghetto, “invenzione” della Controriforma cattolica. In nessun altro paese europeo la Chiesa e il papato riuscirono a conseguire un simile successo, che indica la persistenza di una politica di esclusione, ma che ebbe anche l’esito paradossale di mantenere una identità precipua rimasta sempre, tra varie oscillazioni, sostanzialmente compatta. Le vicende delle comunità italiane possono essere ben comprese solo entro un più vasto sistema relazionale europeo, anzi mondiale, di popolazioni ebraiche, trattandosi di una storia fatta di immigrazioni; una storia da analizzare inoltre all’interno della rete di relazioni con il contesto non ebraico. Ben prima dell’emancipazione tardo settecentesca e ottocentesca e della fine del sistema dei ghetti, infatti, si realizzarono legami, scambi, interazioni tra società ebraica e società cristiana. La vicenda degli ebrei italiani fa dunque parte integrante della storia d’Italia e dei suoi snodi ed è significativa di una realtà oggi attualissima: quella della difficile convivenza di religioni e culture diverse e dei problemi legati al rapporto con le minoranze e con le alterità.

Marina Caffiero
Il ghetto ebraico. Storia di un popolo rinchiuso
Giunti Barbera, 2021
Editore
Michele Luzzati

La lunghissima storia della segregazione del popolo ebraico ha conosciuto molte diverse fasi, non tutte riconducibili sotto l’etichetta sin troppo abusata di “ghetto”. Istituzione tardo-medievale, al tempo stesso imposta dalle autorità civili e religiose, o sollecitata come elemento di protezione dagli ebrei stessi, il ghetto trovò la sua piena realizzazione a partire dal Cinquecento nei paesi dell’Europa occidentale e in particolare in Italia, dove, nell’età della Controriforma, si ebbe la sua più capillare diffusione. I complessi meccanismi della società del ghetto sono esaminati accuratamente nel dossier di Luzzati, con il supporto di una documentazione abbondante e precisa.
[allegato a “Storia e Dossier”, n. 13, dicembre 1987]

Michele Luzzati
Il Rinascimento parla ebraico
SilvanaEditoriale, 2019
Editore
Giulio Busi, Silvana Greco (a cura di)

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Il Rinascimento parla ebraico, a cura di Giulio Busi e Silvana Greco, racconta una straordinaria stagione intellettuale. È il periodo dei fermenti artistici, della vita elegante delle corti. La Penisola italiana pullula di idee, di nuovi slanci creativi e gli ebrei, che in Italia vivono dall’età romana, partecipano attivamente a questa atmosfera. Per la prima volta a livello internazionale, la mostra del MEIS di Ferrara raccoglie alcuni dei capolavori dell’arte in cui la lingua ebraica occupa un posto centrale e l’ebraismo è spunto d’ispirazione e icona di sapienza. Ma non sono solo luci. Accanto agli incontri e agli influssi reciproci, il percorso espositivo e i saggi raccolti nel catalogo esplorano gli scontri, le polemiche, le discriminazioni. Non c’è Rinascimento italiano senza ebraismo. E non riusciremmo a immaginare l’ebraismo italiano senza il Rinascimento.

Giulio Busi, Silvana Greco (a cura di)
Umanesimo e cultura ebraica nel Rinascimento italiano
Pontecorboli, 2016
Editore
a cura di Stefano U. Baldassarri e Fabrizio Lelli

Per mettere alla prova la veridicità dell’etichetta “Rinascimento italiano” può essere utile l’analisi di elementi che contribuirono dall’esterno al rinnovamento intellettuale avvenuto nella nostra penisola all’inizio dell’età moderna; si tratta di fattori culturali che apparentemente esulano dal contesto erudito considerato centrale per gli interessi del periodo in esame. In effetti, le discipline studiate dai dotti italiani del ‘400 e ‘500 non si differenziarono molto da quelle dei loro predecessori. In quest’ottica l’apporto del giudaismo può divenire una “cartina di tornasole” del grado di rinnovamento intellettuale all’interno della società italiana quattro-cinquecentesca. Pur essendo stata sempre minoritaria, fin dall’antichità la componente ebraica nella penisola italiana è stata attiva nelle mediazioni tra culture diverse, impegnata nella ricerca costante di un dialogo o di un equilibrio con la maggioranza: da un lato opera sapientemente per mantenersi nel solco della tradizione, dall’altro adotta temi e strutture mentali esterne per restare al passo con i tempi.

a cura di Stefano U. Baldassarri e Fabrizio Lelli

Ebrei e Rinascimento nelle storie locali

Gli ebrei del Finale nel Cinquecento e nel Seicento
Giuntina, 2005
Editore
Maria Pia Balboni

“Con il resoconto della sua esplorazione degli archivi degli Stati Estensi, alla ricerca di tutte le notizie che consentissero di costruire un quadro il più possibile completo della vita degli Ebrei del Finale nel Cinquecento e nel Seicento, Maria Pia Balboni fa compiere al lettore un balzo indietro nel tempo di alcuni secoli… Ma una prima riflessione si affaccerà […] alla mente di chiunque abbia la fortuna di avere tra le mani questo libro piuttosto straordinario, frutto di un impegno di lavoro protrattosi per molti anni, impossibile se l’autrice-esploratrice non fosse stata motivata, oltre che da intelligenza ed istinto, da un singolare amore per la sua terra, e da una sorta di curioso affetto per i protagonisti di questa storia: i membri della “Università ebraica” del Finale, che non esiste più.” (dalla Prefazione di Arrigo Levi)

Maria Pia Balboni
Gli ebrei a Forlì (tra il XIV° e il XVI° sec.). Tesi di laurea in Storia Moderna
stampa Youcanprint, 2013
Editore
Daurija Campana

Una tesi di laurea, frutto di ricerche presso l’Archivio di Stato di Forlì e presso le biblioteche Classense di Ravenna, Malatestiana di Cesena, Aurelio Saffi di Forlì relazionata il 25 Novembre 2003 presso i locali della Facoltà di Lettere Moderne dell’Università degli Studi di Bologna, con cui l’autrice cerca di ricostruire la quotidianità degli abitanti della città di Forlì tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna parallelamente a quella della piccola comunità ebraica che viveva nella stessa città, mettendone in luce rapporti di scambio e lavoro, relazioni, coabitazione degli stessi edifici, integrazione e ghettizzazione.
Relatore prof. Valerio Marchetti, anno accademico 2002/2003

Daurija Campana
L’individuo e la collettività: saggi di storia degli ebrei a Padova e nel Veneto nell’età del Rinascimento
Olschki, 2002
Editore
Daniel Carpi

Una raccolta di saggi su vari aspetti della vita culturale e delle attività sociali ed eco nomiche degli ebrei in alcune località del Veneto e in particolare a Padova, in un periodo compreso tra la seconda metà del Trecento e la prima metà del Cinquecento. Vengono trattate le vicende concernenti alcune famiglie che ebbero un ruolo di particolare importanza nella vita interna delle collettività ebraiche del Veneto, come anche nel mantenimento dei non sempre facili rapporti con le autorità della Repubblica e con la società locale. In questa città fiorì nel periodo in questione una Accademia Talmudica, che godette di vasta fama e che attrasse alcuni dei più noti Maestri della Legge dell’epoca, provenienti perlopiù da paesi di oltralpe.

Daniel Carpi
La cultura ebraica a Bologna tra medioevo e rinascimento. Atti del convegno internazionale. Bologna, 9 aprile 2000
Giuntina, 2000
Editore
Mauro Perani

Il volume presenta gli atti di un convegno dedicato a delineare il ricco mondo culturale della Bologna ebraica tra Quattro e Cinquecento, quando essa divenne uno dei centri più importanti dell’ebraismo italiano.

Mauro Perani
Gli ebrei a Cremona: storia di una comunità fra Medioevo e Rinascimento
Giuntina, 2002
Editore
Giovanni B. Magnoli

L’insediamento ebraico cremonese nel periodo che va dalla fine del XIV secolo al 1597, anno della definitiva cacciata, ebbe grande rilevanza all’interno del panorama delle presenze ebraiche nell’Italia settentrionale. In quegli anni, Cremona svolse in Lombardia una funzione peculiare rispetto a Milano, tenacemente fedele alla propria politica di rifiuto di stipulare con gli ebrei condotte d’insediamento nella città, diventando così per gli ebrei la capitale de facto del ducato. Oltre all’importante ruolo commerciale ed economico, la presenza ebraica fece di Cremona e Soncino centri di eccellenza per l’arte tipografica. Di particolare interesse anche la storia delle tensioni fra la Chiesa e gli ebrei, con l’intervento diretto nella vicenda cremonese del cardinale Carlo Borromeo e del vescovo della città, Niccolò Sfondrati, futuro papa Gregorio XIV. Fu il “gran disordine de’ giudei” di Cremona a preoccupare particolarmente il cardinale milanese e a spingerlo a intervenire presso la corte spagnola di Filippo II per affrettarne la cacciata. Roberto Bonfil approfondisce l’importanza della tipografia cremonese (e di Soncino) e altri aspetti della vita culturale della comunità ebraica nel periodo in questione. Mons. Pier Francesco Fumagalli mette in luce il rapporto fra la città, la Chiesa e la presenza ebraica, partendo dalle origini fino al grande rogo di Talmud avvenuto a metà del XVI secolo. Michele Luzzati analizza la rete di banchi che legava famiglie toscane alla città lombarda, evidenziando i legami commerciali e finanziari dei banchi cremonesi con le altre realtà italiane. Infine, Giovanni B. Magnoli ricostruisce la storia della comunità a partire dalle prime condotte, con particolare attenzione alla lenta genesi del provvedimento di espulsione, che allontanò per sempre gli ebrei da Cremona.

Giovanni B. Magnoli
Ebrei a Ferrara (13.-20. sec.): vita quotidiana, socialità, cultura
Ferrara, 2012
Editore
Giovanna Caniatti, Laura Graziani Secchieri

Nel fluire dei luoghi e delle documentazioni archivistiche dell’Archivio di Stato, dell’Archivio storico comunale e della Comunità ebraica si ritrova la memoria dei singoli rappresentanti del nucleo ebraico ferrarese e delle loro vicende personali.

Giovanna Caniatti, Laura Graziani Secchieri
“Interstizi”. Culture ebraico-cristiane a Venezia e nei suoi domini dal Medioevo all’età moderna
Edizioni di storia e letteratura, 2010
Editore
Uwe Israel, Robert Jutte, Reinhold C. Mueller

“Il presente volume di atti, frutto di un convegno tenutosi nel mese di settembre 2007 presso il Centro Tedesco di Studi Veneziani e il Dipartimento di studi storici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è un tentativo di mettere in dubbio il precedente paradigma di ricerca relativo alla ghettizzazione e all’esclusione e di volgere l’attenzione soprattutto verso il probloema della costruzione dell’identità sia dei gruppi emarginati, sia della società maggioritaria.” (dalla Premessa dei curatori)

Uwe Israel, Robert Jutte, Reinhold C. Mueller
La casa dell’ebreo. Saggi sugli ebrei a Pisa e in Toscana nel Medioevo e nel Rinascimento
Nischi-Lischi, 1985
Editore
Michele Luzzati

In nessun centro, grande o piccolo, della Toscana e di gran parte d’Italia il numero degli Ebrei, nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, giungeva a toccare l’1% della popolazione; l’insediamento ebraico, luogo per luogo, fu spesso costituito da un modesto numero di famiglie, fra cui emergeva quella del “prestatore”. È attorno alla casa del “prestatore”, l’“ebreo” per antonomasia, che si raccoglieva, talora in un unico blocco di abitazioni, tutta la popolazione ebraica di una città. Ma se l’indicazione “la casa dell’ebreo” poteva compendiare tutto il mondo ebraico in una determinata località, la disseminazione degli Ebrei in centinaia di città e di piccoli centri portò ad una diffusione tanto capillare dell’unico gruppo non cristiano cui fosse consentito vivere fra i Cristiani che il problema dei rapporti con una fede e con dei costumi diversi si pose ovunque come banco di prova della civiltà del Rinascimento italiano.

Michele Luzzati
Banchi ebraici a Bologna nel XV secolo
Il Mulino, 1984
Editore
Maria Giuseppina Muzzarelli

Il numero dei banchi ebraici a Bologna rimase pressoché costante dalla fine del XIV al XVI secolo, anche dopo la creazione del Monte di Pietà che ruppe il monopolio ebraico del piccolo credito. I banchieri ebrei, numerosi e attivi anche nel contado, costituivano il nucleo di attrazione dell’insediamento ebraico e delle conseguenti esperienze dei cittadini con una comunità diversa dalla maggioranza cristiana. Seguendo le piste rintracciabili nella documentazione pubblica e privata, un gruppo di ricercatori ha tentato una prima ricostruzione della presenza ebraica a Bologna nel XV secolo.

Maria Giuseppina Muzzarelli
Studi sul mondo sefardita. In memoria di Aron Leoni
Olschki, 2012
Editore
Pier Cesare Ioly Zorattini, Michele Luzzati e Michele Sarfatti

Il volume contiene 13 studi dal Medio Evo all’Età contemporanea su temi concernenti il mondo sefardita, in particolare dell’Italia, dai prestatori iberici in Toscana nel primo Cinquecento all’evacuazione degli ultimi ebrei italiani a Salonicco nel 1943, spaziando tra le letterature dei Portoghesi nella Francia d’ancien régime a Daniel Rodriga e il commercio nell’Adriatico, dalle case dei Sefarditi alla prima anagrafe del ghetto di Ferrara. Completano il volume i ricchi Indici a cura di Laura Graziani Secchieri.

Pier Cesare Ioly Zorattini, Michele Luzzati e Michele Sarfatti
Gli ebrei e le piccole città: economia e società nel Polesine del Quattrocento
Minelliana, 2004
Editore
Elisabetta Traniello

Sul finire del Trecento, come già era avvenuto in molte città e in centri minori dell’Italia Settentrionale, alcune famiglie o individui di religione ebraica giunsero nei centri di Rovigo, Lendinara e Badia, che all’epoca appartenevano al dominio dei signori di Ferrara. Incrociando i dati raccolti da diversi tipi di fonti storiche, il libro indaga le attività di questi ebrei, la loro vita quotidiana, le relazioni d’affari e i rapporti sociali che intrattenevano con la comunità dei cristiani, le partenze, talvolta i ritorni. Nell’approfondire la conoscenza del mondo ebraico in ambito polesano, si amplia la comprensione delle vicende politiche, istituzionali, economiche e sociali di un territorio ancora non sufficientemente valorizzato dagli studi medievistici.

Elisabetta Traniello

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