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Ebraismo: quadri, manoscritti, opere d'arte, al Meis di Ferrara l'influenza culturale durante il Rinascimento
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Apre al Meis, il Museo dell’ebraismo di Ferrara, dal 12 aprile al 15 settembre la mostra “Il Rinascimento parla ebraico”, a cura di Giulio Busi e Silvana Greco. L’esposizione affronta uno dei periodi cruciali della storia culturale della Penisola, decisivo per la formazione dell’identità italiana, svelando un aspetto del tutto originale, quale la presenza degli ebrei e il dialogo con la cultura cristiana di maggioranza. In mostra opere pittoriche come la “Sacra famiglia e famiglia del Battista” (1504-1506) di Andrea Mantegna, la “Nascita della Vergine”(1502-1507) di Vittore Carpaccio e la “Disputa di Gesù con i dottori del Tempio”(1519-1525) di Ludovico Mazzolino, “Elia e Eliseo” del Sassetta, dove spuntano a sorpresa significative scritte in ebraico. Ma anche manoscritti miniati ebraici, di foggia e ricchezza rinascimentale, come la “Guida dei perplessi” di Maimonide (1349), acquistato dallo Stato italiano meno di un anno fa, o l’Arca Santa lignea più antica d’Italia, mai rientrata prima da Parigi, o il Rotolo della Torah di Biella, un’antichissima pergamena della Bibbia ebraica, ancora oggi usata nella liturgia sinagogale.
Nel Rinascimento gli ebrei erano in prima fila, attivi e intraprendenti. A Firenze, Ferrara, Mantova, Venezia, Genova, Pisa, Napoli, Palermo e ovviamente Roma. A periodi alterni accolti e ben visti, con un ruolo non secondario di prestatori, medici, mercanti, oppure oggetto di pregiudizio. Interpreti di una stagione che racchiude in sé esperienze multiple, incontri, scontri, momenti armonici e brusche cesure. Il Meis racconta per la prima volta questo ricco e complesso confronto. Con questa nuova narrazione il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara segna un passaggio cruciale della propria offerta al grande pubblico: la mostra costituisce un ulteriore capitolo del racconto dell’ebraismo italiano dopo quello sui primi mille anni, oggi trasformato in prima parte del percorso permanente.
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