Tra giardini e palazzi segreti con i cacciatori di ‘Interni’

Gli alberi biblici

In apertura, nel Giardino delle Domande del Meis di via Piangipane, sono stati piantumati sei nuovi alberi biblici

«AVETE visto la passiflora?». La volontaria di Interno Verde blocca, con un sorriso gentile, i visitatori che sembrano uscire, distratti, dal palazzo. No, la passiflora era nascosta, invisibile dietro uno spigolo. Ma tra i tanti, piccoli e grandi gioielli dei giardini segreti, tra piante e fiori, merita uno sguardo e una foto. La manifestazione, alla terza edizione, ha richiamato nel week end forse più dei 6mila visitatori dello scorso anno. Merito delle 71 location – case e palazzi privati, parchi pubblici, musei –, delle due splendide giornate di sole, della bellezza intrinseca di Ferrara e, perché no, anche di un pizzico di curiosità da voyeur. Molti giardini, ma anche scaloni e colonnati, trasmettono un’idea, inevitabile, di benessere se non di ricchezza; e lo sguardo di una bimba, che occhieggia curiosa il via vai dalla finestra di una casa, innesca una battuta ironica. «Sta dicendo alla mamma, ‘guarda, sul nostro prato ci sono i poveri’…» ridono due ragazzi. Ma Interno Verde non è un evento di casta, bensì di massa: tanti turisti, sicuramente più dello scorso anno. Pronti a uno sforzo che per molti è epico: i più avveduti, e inevitabilmente i ferraresi, sono muniti di bicicletta, e il tour è abbastanza agevole. Per chi invece affronta il cimento a piedi, i trasferimenti assomigliano al viaggio degli ebrei dall’Egitto. A proposito di ebrei, nel giardino del Meis sabato mattina sono stati piantati sei nuovi ‘alberi biblici’, che arricchiscono il Giardino delle Domande, e in qualche modo forniscono una risposta. Il museo, viste anche le presenze di questi giorni, ha un appeal sovranazionale. Così come mostra le proprie mortificate potenzialità il mercato coperto di via Santo Stefano. Utilizzato come infopoint, e come spazio per laboratori creativi e incontri musicali, certifica il fatto che tentarne il rilancio non sarebbe stato sbagliato. Oggi sono pochi gli standisti che resistono, metà dello spazio è chiuso, l’interno non è verde, ma grigio. Ma il centro si è animato anche con le gare del Palio, e con il ‘vegan fest’ che ha suscitato interesse e curiosità. Assieme, come per i giardini, a un pizzico di ironia: «La ’nduja vegana non si può vedere», scherza un giovane calabrese.

s. l.

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