La Festa del Libro Ebraico torna a Ferrara con Abraham Yehoshua
È stato svelato il programma della Festa del Libro Ebraico che domenica 10 giugno porterà a Ferrara Abraham B. Yehoshua, tra i maggiori interpreti del rapporto elettivo che da secoli lega l’ebraismo alla letteratura. Lo scrittore israeliano terrà una lectio magistralis sul tema Il libro ebraico (intervento in inglese con traduzione) alle 17.30 al teatro Comunale di Ferrara, con introduzione del direttore del Meis Simonetta Della Seta.
Ma sono tanti altri gli appuntamenti che si susseguiranno al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah in via Piangipane 81, per l’occasione aperto no stop dalle 9 alle 18.
Alle 10 l’ebraista Mauro Perani presenta Nuovi studi su Isacco Lampronti. Storia, poesia, scienza e Halakah (Giuntina-Meis, Firenze, 2017), il volume che ha curato su una figura centrale dell’ebraismo ferrarese. Insieme a lui, Rav Luciano Meir Caro, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Ferrara, e Laura Graziani Secchieri, autrice di uno dei saggi.
Alle 11.30 la filosofa Donatella Di Cesare dialoga sul suo Marrani (Einaudi, Torino, 2018) con lo storico, saggista e giornalista Paolo Mieli. Alle 14 Rav Pierpaolo Pinhas Punturello illustra il suo libro di racconti ebraici Napoli, via Cappella Vecchia 31. Voci ebraiche da dietro il vicolo (Belforte Salomone, Livorno, 2018) con il sociologo e psicologo Saul Meghnagi. Alle 15 Lia Levi parla del suo ultimo romanzo, Questa sera è già domani (Edizioni E/O, Roma, 2018), ambientato nel periodo delle leggi razziali, affiancata dal professor Gianni Venturi, esperto di letteratura del Novecento.
Non mancheranno visite guidate al percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, a cura di Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla. Attraverso i contributi video di sette esperti e oltre duecento oggetti (molti dei quali preziosi e rari), provenienti dai musei di tutto il mondo, viene comunicata in modo originale l’unicità della storia dell’ebraismo italiano, descrivendo come la presenza ebraica si sia formata e sviluppata nella Penisola dall’età romana (II sec. a.e.v.) al Medioevo (X sec. d.e.v.), tra migrazioni, schiavitù, integrazione, intolleranza religiosa e interazioni feconde, e come gli ebrei d’Italia abbiano costruito la propria peculiare identità, anche rispetto ad altri luoghi della diaspora.
A introdurre il pubblico ai temi del Meis, lo spettacolo multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani”, a cura di Giovanni Carrada (autore di Superquark, responsabile del soggetto e della sceneggiatura) e di Simonetta Della Seta: duemiladuecento anni di storia e cultura italiana in ventiquattro minuti, visti e raccontati attraverso gli occhi degli ebrei.
Da non perdere, soprattutto in questo periodo di fioritura, il Giardino delle Domande, dove crescono gli ulivi e i melograni, simboli biblici rispettivamente di pace e fertilità, ma anche l’alloro, il mirto, il timo, la lavanda e la maggiorana, cioè le piante aromatiche presenti nella Torà e protagoniste di diversi riti e festività ebraiche. Le piante disegnano dei percorsi che, mediante pannelli esplicativi, aiutano a comprendere le regole della casherut, la normativa ebraica sull’alimentazione, con particolare riferimento all’uso di carne, latte, pesce e uova.