IL GIARDINO DEI FINZI-CONTINI CHE NON C'È
Se c’è un libro che ha saputo dare un volto alle conseguenze delle leggi razziali antiebraiche, introdotte da Benito Mussolini nel 1938, quello è Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani. Ma quel giardino che il romanzo di Bassani, prima nel 1962, e il film premio Oscar di Vittorio De Sica, poi nel 1970, hanno fatto pulsare di voci, partite di tennis, passeggiate in bicicletta, alberi e fiori rari, amori impossibili e vite cui le leggi razziali avevano imposto una data di scadenza, in realtà non è mai esistito. Ha voluto, così, dargli corpo e immagine lo scultore israeliano Dani Karavan, realizzando la mostra Il Giardino che non c’è, che il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS inaugurerà in Via Piangipane 81, a Ferrara, il 31 ottobre. “Trovo molto adatto illustrare il mio progetto proprio qui, nell’edificio in cui Bassani fu detenuto sotto il regime fascista”, ha detto l’ottantottenne Karavan. “Sento quest’opera come un’autentica necessità che viene dal profondo di me stesso e non vedo l’ora di vederla realizzata a Ferrara”.