Da Sud a Nord, per secoli gli ebrei italiani hanno contribuito e partecipato all’evoluzione del Paese, attraversando fasi di integrazione e scambio e periodi difficili, segnati dalla persecuzione e dall’isolamento. Ciò che emerge è un’esperienza comune, che riguarda tutti. Al MEIS ognuno può riscoprire un pezzo della sua storia.
Scopri la cultura ebraicaIl progettoAccogliere l’identità di ognuno
Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah nasce con la missione di raccontare oltre duemila anni di storia degli ebrei in Italia.
Grazie di questo dono per tutti che è e sarà la storia alla quale tutti noi apparteniamo.
Vera Vigevani Jarach
Il MEIS sorge a Ferrara, città unica che racchiude in sé le varie esperienze della storia millenaria degli ebrei italiani
Presenti in città fin dal XII secolo, gli ebrei hanno intessuto con Ferrara un rapporto inestricabile. Cruciale la politica di accoglienza della casa d’Este e, in particolare dei duchi Ercole I e Ercole II, il culmine della quale sono gli editti con cui si invitano gli ebrei spagnoli e portoghesi, cacciati dalle proprie terre nel 1492, a insediarsi in città. Il passaggio della città allo Stato della Chiesa porta all’istituzione del ghetto nel 1627 e a una contrazione della comunità locale che tornerà ad essere protagonista della vita sociale ed economica di Ferrara dopo il 1859, con l’ottenimento degli eguali diritti. Le leggi razziali e la persecuzione nazifascista hanno oscurato la serenità della vita quotidiana, ma la comunità locale ha saputo resistere all’urto del tempo e delle difficoltà e dopo più di mille anni è ancora attiva.
La Shoah in Italia
Il MEIS ha tra i suoi obiettivi principali quello di testimoniare e documentare la Shoah in Italia attraverso mostre temporanee e permanenti, laboratori didattici, proiezioni ed incontri.
La persecuzione fascista iniziata con le leggi razziali nel 1938, che hanno portato all’isolamento e all’alienazione dalla società, raggiunge l’apice con i rastrellamenti e la deportazione nei campi di sterminio di migliaia di cittadini italiani nel 1943. Cacciati dai banchi di scuola e dalle cattedre dell’università, radiati dagli albi delle professioni, gli ebrei italiani vennero condotti verso i treni della morte e uccisi semplicemente perché ebrei. Tanti di coloro che riuscirono a salvarsi si unirono alla Resistenza e presero parte alla liberazione del Paese; molti hanno continuato ogni giorno a ricordare ciò che è stato, a dare un volto ai sommersi, a parlare nelle scuole, per fare in modo che tutto questo non avvenga mai più.
Scopri di piùNon perdiamoci di vista
Hai una domanda da farci? Hai bisogno di qualche informazione in più? Vuoi darci un consiglio o un suggerimento o semplicemente desideri lasciarci un messaggio dopo la visita al museo? Scrivi sul guest book del MEIS, ti ricontatteremo il prima possibile.