Festa del Libro Ebraico, Grossman ospite d’onore

È lo scrittore David Grossman l’ospite di punta della Festa del Libro Ebraico, che il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah promuove nella giornata di domenica 19 maggio a Ferrara.

Come ha osservato questa mattina, in conferenza stampa, il Sindaco Tiziano Tagliani, “sono ormai 11 anni che il MEIS organizza la Festa, quindi sin da prima che fosse aperto, e da allora questo appuntamento è una ricchezza per tutti”.

Il Direttore del MEIS, Simonetta Della Seta, ha sottolineato che “questa edizione è inclusa in un gran tour internazionale che il museo sta compiendo. Sono appena tornata da Berlino e da Parigi, dove siamo stati invitati a presentarci rispettivamente all’Ambasciata d’Italia e all’Istituto Italiano di Cultura. E il 29 maggio saremo a New York, all’University Club. Dopo l’articolo del New York Times, stiamo registrando un’affluenza ancora maggiore di turisti dall’estero, oggi attestati intorno al 30%. E il nostro è uno dei pochi musei italiani completamente bilingui”.

Tornando all’imminente Festa del Libro Ebraico, Della Seta ha rilevato come quest’anno sia dedicata alla lingua ebraica, in stretto connessione con la nuova mostra del MEIS, “Il Rinascimento parla ebraico”, curata da Giulio Busi e da Silvana Greco. “E Grossman ha accettato di parlare per la prima volta del suo rapporto con la lingua ebraica, la lingua del testo biblico e dei Padri, e di come la usa per costruire i suoi personaggi. È uno dei più grandi autori di tutti i tempi, un testimone della nostra epoca, e dialogherà con me al Teatro Comunale alle 17 di domenica, per poi fermarsi a firmare copie dei suoi libri”.

Marino Pedroni, Direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, ha ringraziato il MEIS per averlo nuovamente coinvolto in un’iniziativa di questa caratura: “In quest’ultimo anno e mezzo, abbiamo costruito una trama molto fitta di rapporti, che sono passati per la stagione di danza e per la concertistica, e che a fine giugno troveranno espressione nel Festival dei cori ebraici. Ci onora ospitare Grossman – ha proseguito Pedroni –: un letterato e una figura pubblica di dialogo in quella difficile situazione che è il Medio Oriente e in un momento come questo, in cui assistiamo a episodi davvero preoccupanti. Ho recentemente riletto l’orazione funebre che ha scritto per la morte del figlio e trovo sia di una saggezza infinita”.

L’evento clou della giornata, a ingresso gratuito, è preceduto da un incalzante serie di incontri in programma al MEIS, in Via Piangipane 81, a partire dalle 9.30. Per il ciclo “Profili di ebrei italiani”, sono previste le presentazioni di Gabriella Steindler Moscati, che parla del suo “La mia vita incisa nell’arte. Una biografia di Emma Dessau Goitein” (Mimesis, Milano, 2018) con la storica dell’arte Martina Corgnati; di Marcella Filippa, che illustra “Rita Levi Montalcini. La signora delle cellule” (Pacini Fazzi, Lucca, 2018) insieme al genetista e scrittore Guido Barbujani; e di Marta Nicolo, che introduce il suo “Un impegno controcorrente: Umberto Terracini e gli ebrei, 1945-1983” (Zamorani, Torino, 2018), affiancata da Fausto Ciuffi, Direttore della Fondazione Villa Emma.

La seconda sequenza si intitola “Due casi letterari” e, a partire dalle 11.30, vede protagonisti – sempre nel bookshop del Museo e sempre a ingresso gratuito – Giovanni Grasso sul suo “Il caso Kaufmann” (Rizzoli, Milano, 2019), in una conversazione con la storica Anna Foa, e successivamente Alain Elkann, che interviene su “Anita” (Bompiani, Milano, 2019) con il critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Il calendario della Festa riprende alle 15.30 al MEIS, nel Giardino delle Domande, con l’inaugurazione dell’installazione “Libri proibiti” dell’artista siciliano Manlio Geraci. A curarla, Ermanno Tedeschi, critico d’arte contemporanea internazionale, ma di origini ferraresi, che in conferenza stampa ha spiegato come l’opera consista di 930 libri bruciati: “774 in memoria degli altrettanti deportati ad Auschwitz dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano con il primo convoglio, e 156 come i deportati ferraresi nei campi di concentramento nazisti. Il libro è l’emblema della memoria di un popolo, quella che le dittature, gli integralismi religiosi e chi compie genocidi tentano di cancellare. Come ha detto Heinrich Heine, “là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini”. Ma i volumi che, ancorché bruciacchiati, sopravvivono – ha concluso Tedeschi – testimoniano la forza e la vitalità della memoria, l’energia della vita che vince sulla morte”.

Il MEIS non aveva mai accolto prima un’installazione di arte contemporanea e non è un caso che cominci a farlo proprio con “Libri proibiti”: “Il Museo, alla fine dei lavori, avrà la forma dei cinque libri della Torah – ha ricordato Della Seta –, quindi il libro è già qui. In un modo che è strettamente collegato alla sua configurazione fisica e architettonica, e poi simbolicamente, come strumento di studio che si perpetua tra le generazioni e che ha consentito al popolo ebraico di restare vivo. Da Ferrara, da questo osservatorio, cerchiamo di diffondere una conoscenza giusta, una cultura di dialogo e convivenza, valori universali, e non di un solo gruppo”.

In occasione della Festa del Libro Ebraico, il MEIS è aperto fin dalle 9.00. Visite guidate alla mostra “Il Rinascimento parla ebraico” e al percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” partiranno in questi orari: 10.00, 12.00, 14.00 e 16.00. Per gruppi non superiori alle venticinque persone; è gradita la prenotazione al numero 0532 1912039. Il costo della visita è di 5,00 € più il prezzo del biglietto di ingresso. A introdurre il pubblico ai temi del MEIS, lo spettacolo multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani”. Da non perdere, anche i totem de “Lo Spazio delle Domande”, il Giardino delle Domande, che aiuta a comprendere le regole della casherut, e il docufilm “Eravamo Italiani”, con le testimonianze dei sopravvissuti italiani alla Shoah.

La Festa del Libro Ebraico è organizzata in collaborazione con il Teatro Comunale di Ferrara e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Ferrara.

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