Ferrara ebraica, nove secoli in mostra

Animerà il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah fino al prossimo Primo marzo la mostra “Ferrara ebraica” inaugurata nelle scorse ore alla presenza tra gli altri del sindaco Alan Fabbri. Curata e prodotta dal Museo, la mostra è stata aperta in occasione del Premio letterario Adei Wizo Adelina della Pergola la cui cerimonia conclusiva si è tenuta ieri nella città estense e della Conferenza annuale dell’AEJM, l’associazione che riunisce i musei ebraici di tutta Europa, in programma dal 17 al 19 novembre. Un percorso espositivo che, è stato sottolineato, “accompagna il visitatore attraverso un viaggio nel tempo, facendo cogliere la peculiare identità e le principali tappe della antica e ancora vitale comunità ebraica ferrarese”. In mostra oggetti e testimonianze, accompagnate dal racconto di questa lunga vicenda in un suggestivo documentario.

“Dopo le esposizioni passate – ha spiegato il presidente del Meis Dario Disegni, durante l’evento inaugurale – l’obiettivo di Ferrara ebraica è quello di far comprendere al crescente numero di visitatori che giungono in questa straordinaria città da tutta Italia, dall’Europa, dall’America e da Israele i motivi di fondo per i quali il Meis sia stato costruito proprio qui, in un luogo che nei secoli ha visto il fiorire, specie a partire dall’accoglienza offerta da Ercole I d’Este, di intellettuali ebrei eccezionali, filosofi, medici, cabalisti e rabbini, nonché di sottolineare ancora una volta il forte legame che unisce il Meis alla città di Ferrara”.
“Per noi – ha detto il sindaco Fabbri – è molto importante sostenere simili iniziative. In una recente intervista nella quale mi chiedevano un itinerario perfetto per le feste ho suggerito come immancabile il percorso della Ferrara ebraica e ovviamente il Meis. La città si sta impegnando con nuovi grandi progetti che valorizzino il rapporto con l’ebraismo, primo fra tutti un futuro gemellaggio con la città di Toledo”.
Così invece il rabbino capo rav Luciano Meir Caro: “Speriamo che questo sia il primo importante tassello che ricomponga la storia ebraica di Ferrara. Gli oggetti preziosi che adornano i rotoli della Torah, la Bibbia, e che troverete esposti dimostrano il grande amore che gli ebrei della città hanno nutrito verso la loro identità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Comunità ebraica Fortunato Arbib: “Per noi – ha sottolineato – è stato un privilegio prestare gli oggetti attualmente in mostra al Meis. Il nostro obiettivo, una volta terminati i lavori della casa comunitaria di via Mazzini danneggiata dal terremoto, è quello di riaprire i nostri spazi a tutti i ferraresi”.
A introdurre il percorso espositivo il direttore del Meis Simonetta Della Seta: “Questa – ha spiegato – non è una mostra storica, nemmeno artistica o sul passato. Troverete di fronte a voi i flash dei momenti salienti che caratterizzano gli ebrei e questa straordinaria città. Dopo la cacciata degli ebrei dalla Spagna e dal Portogallo, Ferrara ha aperto le sue porte, le ha aperte quando gli altri le chiudevano in faccia”. La realizzazione di questa mostra, ha aggiunto Della Seta, “non sarebbe stata possibile senza la curatrice del Meis Sharon Reichel, l’architetto Giulia Gallerani e il regista Ruggero Gabbai che firma le interviste e il documentario che guidano i visitatori”. Come ricordato da Reichel, “dietro ogni oggetto esposto si celano tante storie stratificate che si intrecciano con la vita delle persone”. La storia della Ferrara ebraica, ha concluso Gabbai, “ha davvero accompagnato la storia dell’Italia”.
La mostra “Ferrara ebraica” è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Comune e della Comunità ebraica di Ferrara con il sostegno di Holding Ferrara Servizi e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il documentario è prodotto da Forma International per il Meis, in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e con il contributo della Regione Emilia Romagna.

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