Dal 14 al 16 maggio 2025, il Quartiere fieristico di Ferrara ospita la trentesima edizione di RESTAURO, dove storia e futuro si incontrano.

Tre giorni in cui l’intero comparto dei beni culturali e ambientali si dà appuntamento a Ferrara per confrontarsi, condividere e approfondire i più importanti interventi di restauro e riqualificazione del patrimonio culturale e ambientale.

Tutti i visitatori del Salone Internazionale del Restauro potranno visitare il MEIS, la sua mostra temporanea “Bellissima Ester. Purim, una storia senza tempo” e il percorso permanente ad un prezzo ridotto (previa esibizione in biglietteria del ticket del Salone).

Vi aspettiamo a RESTAURO 2025 con il nostro stand!

Per visitare RESTAURO2025 clicca qui e iscriviti

In occasione di “Interno Verde 2025”, il MEIS propone domenica 11 maggio, ore 10.30, 
“Gli alberi raccontano le feste”.

Un laboratorio per famiglie con bambini dai 6 agli 11 anni dove le piante prendono vita e raccontano storie e feste della cultura ebraica, e in cui ogni bambino potrà liberare la propria creatività creando il suo “albero amico”.


L’attività è gratuita e la prenotazione obbligatoria scrivendo a eventi.meis@sistemamuseo.it o chiamando il numero 3425476621.

In occasione della mostra “Bellissima Ester. Purim, una storia senza tempo”, la Biblioteca del MEIS propone un ciclo di incontri gratuiti e aperti a tutti che esploreranno i significati della festa ebraica e della vicenda che vede protagonista la coraggiosa Regina Ester attraverso letture di brani e poesie, attività creative e performance.

Sabato 10 maggio 2025, ore 10:30 – Sala Lettura della Biblioteca MEIS
Workshop di selezione testi

Incontro con i partecipanti per scegliere insieme poesie, brani e parole chiave che animeranno la maratona.

Sabato 24 maggio 2025, ore 10:30 – Giardino del MEIS
Maratona di Lettura “Bellissima Ester. Letture in Maschera”
Una festa delle parole e dell’identità, tra letture selezionate, performance libere.

Sabato 7 giugno 2025 , ore 10:30 – Sala Lettura della Biblioteca del MEIS
Workshop creativo: “Costruiamo la nostra Fanzine”
Laboratorio artigianale per realizzare la fanzine dell’evento


Info e iscrizioni: biblioteca@meisweb.it

Le attività sono a cura di Cidas e in collaborazione con il MEIS

Nel quadro dell’anno Arendt, promosso in occasione del 50° anniversario della scomparsa della filosofa (1906-1975), il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara organizzano un ciclo di incontri dedicato a una delle voci più lucide e attuali del pensiero novecentesco: Hannah Arendt.

Il primo appuntamento è il 14 maggio ore 17 presso UNIFE (Aula A, via Paradiso 12): interviene Olivia Guaraldo (Università degli Studi di Verona), modera Micaela Latini (Unife), saluti del Direttore del dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, prof. Marco Bresadola.

Il secondo evento è il 15 maggio 2025, ore 17 al MEIS (Via Piangipane 81, Ferrara): interviene Simona Forti (Scuola Normale Superiore). Modera Micaela Latini (Unife), saluti del Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto.



Per l’incontro del 15 maggio è obbligatorio prenotarsi scrivendo a eventi.meis@sistemamuseo.it.


Gli incontri propongono una riflessione sulla memoria tra letteratura e politica, a partire dal pensiero di Arendt. Verranno affrontati, nel corso delle due conferenze dedicate a due studiose di calibro internazionale, temi fondamentali come il rapporto tra memoria e responsabilità, la forza della narrazione nel comprendere la storia e il presente, e il concetto di “banalità del male”, che invita a riflettere sui meccanismi attraverso cui la violenza può manifestarsi nella vita quotidiana, anche in assenza di odio consapevole.

L’iniziativa si rivolge anche ai docenti delle scuole secondarie, come occasione preziosa di confronto critico sul senso della cittadinanza, della libertà e della memoria nel nostro tempo. Le due conferenze sono accreditate sulla piattaforma SOFIA con il codice 98503, per questioni di capienza devono comunque prenotarsi anche scrivendo una email a eventi.meis@sistemamuseo.it.

L’iniziativa ha il patrocinio del Centro Documentazione Donna di Ferrara, dell’ISCO e dell’Istituto Gramsci di Ferrara.

Per informazioni: ufficio.stampa@meisweb.it

Giovedì 8 maggio alle 17.30 lo storico Carlo Greppi presenta al MEIS (via Piangipane 81, Ferrara) il suo ultimo libro “Figlia mia. Vita di Franca Jarach desaparecida” (Laterza, 2025). A dialogare con lui, Pietro Pinna (Università degli Studi di Torino).

L’incontro è organizzato in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

La prenotazione è obbligatoria scrivendo a eventi.meis@sistemamuseo.it o chiamando il numero 3425476621.

IL LIBRO

Franca sparisce a 18 anni a Buenos Aires e diventa una tra le migliaia di desaparecidos della dittatura militare.
Chi era? Cosa le è accaduto?
Dopo i successi di Il buon tedesco e Un uomo di poche parole, Carlo Greppi torna a indagare su una vita travolta dalla grande Storia, portando alla luce la lotta tenace e radicale di una madre per ottenere verità e giustizia.

Il volume ricostruisce la tragica vicenda di Franca, che nel 1976 sparisce a 18 anni a Buenos Aires e diventa una tra le migliaia di desaparecidos della dittatura militare. Quello che segue sono anni segnati dalla lotta tenace e radicale di sua madre, Vera Vigevani Jarach (già ospite del MEIS nel 2018) per ottenere verità e giustizia.
Quando viene sequestrata, il 25 giugno 1976, la diciottenne Franca Jarach è forse l’ex allieva migliore del Colegio Nacional de Buenos Aires, la scuola più prestigiosa della capitale argentina. Vive una vita felice con i suoi genitori Vera e Giorgio, ebrei italiani rifugiatisi oltreoceano dopo le leggi razziali. È una ragazza brillante, unica figlia di una famiglia colta, inserita in una comunità cosmopolita. Scrive poesie, suona, dipinge e fa politica. Ha iniziato a lavorare come grafica e vuole diventare un’insegnante. Un giorno però Franca scompare e di lei si perdono le tracce.

La sua storia si incrocia drammaticamente con quella di migliaia di altri ragazzi, i desaparecidos, che tra il 1976 e il 1983 sparirono in Argentina durante la dittatura militare. A non perdersi d’animo e ad avviare una ricerca con coraggio e caparbia è sua madre Vera, tra le fondatrici dell’associazione delle Madri di Plaza de Mayo.

L’AUTORE

Carlo Greppi, storico, è autore di numerosi saggi sulla storia del Novecento. Per Laterza cura la serie Fact Checking, e ha pubblicato 25 aprile 1945 (2018), Il buon tedesco (2021, Premio FiuggiStoria e Premio Giacomo Matteotti), storie che non fanno la Storia (2024), Storia internazionale della Resistenza italiana (a cura di, con Chiara Colombini, 2024) e Figlia mia. Vita di Franca Jarach, desaparecida (2025).
Un uomo di poche parole ha vinto i premi TIR-The Italian Review e Città di Ceglie Messapica ed è stato tradotto in diversi paesi.

In occasione dell’Anniversario della Liberazione d’Italia vi proponiamo il saggio di Liliana Picciotto “Note sul contributo degli ebrei alla Resistenza” pubblicato nel catalogo della mostra del MEIS “Ebrei nel Novecento italiano” (Sagep, 2024) curato da Vittorio Bo e Mario Toscano.

Buon 25 aprile!

Nessuna notizia del mondo, o degli amici. L’isolamento è completo […]. Pensiamo ai nostri cari, agli amici lontani […] tutti nello stesso pericolo tutti alla macchia, se pur hanno fatto a tempo a sfuggire dalle spietate mani dei nazisti. Penso ai giovani che sono con i partigiani e vorrei essere con loro… Mi piacerebbe far pagare cara la mia pelle ai tedeschi… Ma al momento della scelta …ho deciso di rimanere vicino a mamma. Non mi è possibile abbandonarla, esporla da sola ai pericoli del momento (Marcello Morpurgo, Valdirose. Memorie della comunità ebraica di Gorizia, Del Bianco, Udine 1986).

È il giovane ventiquattrenne di Gorizia, Marcello Morpurgo, rifugiato con la madre, Gilda Luzzatto, a Treviso, presso una generosa famiglia amica, a fornire questo sintetico quadro della situazione dei giovani ebrei tra il 1943 e il 1945, stretti tra la necessità di proteggere, in qualche modo, la famiglia e quella di unirsi alla Resistenza.

Mai come allora, le famiglie furono costrette a ripiegarsi su sé stesse. La cosa importante era salvarsi, la Resistenza veniva dopo. La questione della custodia della famiglia è un tema peculiare agli Ebrei: per loro, l’emergenza era collettiva, riguardava tutti, compresi anziani e bambini, non era individuale come per il resto degli italiani. La compagine dei partigiani era costituita da militanti politicizzati, soprattutto comunisti e azionisti, ma la massa era composta da ragazzi che non risposero ai pressanti bandi per il richiamo alla coscrizione militare delle classi 1923-1924-1925 del ministro della guerra Rodolfo Graziani, del novembre del 1943 e del febbraio del 1944, con tanto di minaccia di fucilazione per i renitenti.

Un altro grande apporto ai primi nuclei partigiani lo portarono i giovani coscritti: dopo l’8 settembre 1943, privi di ordini superiori, si sbandarono e, per non essere arrestati dai militari tedeschi e deportati, dovettero cercare di raggiungere le loro case per nascondersi o, comunque, passare nella clandestinità. La Resistenza, ancora embrionale nell’autunno-inverno del 1943-1944, si ingrossò presto con questi giovani in cerca di una soluzione per sopravvivere e non cadere nelle mani di tedeschi e fascisti che davano loro la caccia.

Più generalmente parlando, i moventi che guidarono le persone verso la Resistenza furono la stanchezza della guerra, la domanda di pace, la cacciata dei tedeschi, la speranza di un futuro migliore. Per gli ebrei, il movente principale era invece istantaneo, pressante, privo di visione del futuro, era sopravvivere. In queste condizioni, desta stupore l’alto numero di giovani ebrei che decisero di unirsi alla Resistenza. Un calcolo, del tutto impressionistico, fa ammontare il loro numero a un migliaio di persone. Se così fosse, e ci sono buone probabilità, in futuro, di verificare tale dato, stiamo parlando di un’altissima percentuale. La comunità ebraica per intero, infatti, contava alla vigilia dell’occupazione tedesca, secondo valutazioni basate su dati certi, poco meno di 39.000 persone. La percentuale di resistenti, a diverso titolo, sarebbe dunque del 25 per mille della popolazione.

La famiglia fu per gli ebrei una discriminante e, attraverso questa lente di ingrandimento, dobbiamo considerare la loro adesione o non adesione alla Resistenza. Fu uno degli elementi determinanti per “la scelta”. Per gli ebrei stranieri provenienti dai Paesi a oriente dell’Europa presenti in Italia, l’opzione fu facilitata dal fatto che si trovavano qui come singoli, avevano studiato in Italia, la famiglia era lontana e spesso, da tempo, non ne avevano più notizie. Erano stati internati nel 1940 in remoti paesini dell’Abruzzo, delle Marche o in altre regioni. La scelta fu più facile, dovevano decidere solo per sé stessi. Inoltre, molti si trovavano in Italia, respinti dalle università dei loro paesi, e avevano conseguito la laurea in medicina, utile ai combattenti (Geremia Gerecht, Herbert Gottschalk, Leopoldo Grinberg, Jacob Heliczer, Isacco Heger, Giuseppe Kovacs, Rodolfo Propst, Sauro Rotenstreich, Carlo Schönheim, Janina Stromberg, Felix Szajkowics ed altri).

Anche per i rifugiati in Svizzera, la famiglia fu la discriminante, solo dopo averla sistemata al sicuro, parecchi rientrarono per combattere (Federico Almansi, Alessandro Cantoni, Eugenio Cassin, Giorgio Cingoli, Renzo Coen, Sergio Coen, Giorgio Colorni, Luigiotto Da Fano, Sergio Diena, Gino Donati, Gino Faldini, Franco Fortini, Elia Leone Nissim, Gianni Pavia, Davide Pugliese, Gianfranco Sarfatti, Gianni Segre Reinach, Umber to Terracini, Sergio Valobra, Piero Vitali ed altri). La partecipazione degli ebrei alla Resistenza fu declinata in tutte le sue sfaccettature: dalla militanza politica antifascista alla partecipazione alla lotta armata, dall’impegno a trovare strategie per salvare le famiglie, all’opera di soccorso organizzata in favore di altri ebrei in pericolo. La lotta degli ebrei per la loro sopravvivenza è da ricomprendere nel concetto stesso di resistenza, una questione assente all’interno di un campo di studi pur ampiamente esplorato.

Nel libro, classico, di Claudio Pavone: “Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza”, si confrontano tre tipi di conflitti: la guerra patriottica, la guerra di classe e la guerra civile. In questa scansione, dove sono gli ebrei? Di che guerra fanno parte? Quale erano i loro obiettivi immediati, dato per scontato che nessun futuro si prospettava loro di fronte alla radicalità degli scopi dei nazisti e dei loro collaboratori italiani? A questa e ad altre domande darà risposta una ricerca sul contributo degli Ebrei alla Resistenza, iniziata, sotto la mia guida, dalla Fondazione CDEC nel 2021 e giunta a metà del suo cammino, essendone prevista la pubblicazione sotto forma di libro nel 2025. Per ora, i dati raccolti sono pubblicati nel portale Resistenti Ebrei d’Italia, continuamente implementato man mano che la ricerca progredisce.

Qui accenniamo ai principi che hanno informato lo studio, gli obiettivi che si è proposto, la metodologia usata e segnaliamo qualche risultato parziale. Intendo per Resistenza l’insieme delle azioni, organizzate o no, individuali o no, armate o no, tendenti a contestare l’ordine costituito imposto dall’occupante tedesco e dai suoi alleati politici italiani (la Repubblica Sociale Italiana), in vista della liberazione nazionale e del ristabilimento dei principi democratici. Fu un grande movimento, il primo spontaneo e collettivo degli italiani, dopo anni di consenso alla dittatura.

Per afferrare meglio il fenomeno, mi sono, prima di tutto, imposta di condurre un censimento nazionale degli ebrei che si sono uniti alla Resistenza: quali i loro nomi; da che famiglia provenivano; la loro età; i legami famigliari; dove possibile, anche le professioni o il grado di studi e le preferenze politiche. Sono stati individuati fino ad oggi 416 cittadini ebrei resistenti: 6 in Campania (le Quattro giornate di Napoli); 145 nel Lazio; 100 in Toscana; 24 in Abruzzo; 34 nelle Marche; 8 in Umbria; 67 in Emilia-Romagna; 32 in Liguria. Mancano alla ricerca le grandi regioni del Nord, dove maggiore era la presenza ebraica; perciò, si pensa di raggiungere facilmente il migliaio di persone sopra accennato, se non di più. Dei 416 finora individuati, le donne furono solo 39. Un piccolo numero, anche se il loro apporto fu fondamentale: molte dottoresse o addette ai servizi sanitari, qualche insegnante, parecchie staffette, perfino una combattente caduta in montagna durante un rastrellamento fascista, insignita, più tardi, di medaglia d’oro, Rita Rosani. Le donne ebree hanno pagato, come tutte le donne, il fatto di essere considerate troppo deboli ed esposte per essere accettate nel novero dei resistenti. Curiosamente, quella ebraica è più o meno la stessa percentuale di donne, riscontrata nella Resistenza generale. 531.560 furono i partigiani riconosciuti ufficialmente come tali, di cui, le donne furono 32.164.

Tra le resistenti ebree, mi piace nominare almeno Lea Loewenwirth, ragazzina sedicenne, che mentendo e ingannando le autorità, condusse con coraggio, attraverso l’Europa in fiamme, i genitori e i sei fratellini da Anversa a Nizza, poi nelle valli di Cuneo attraversando a piedi le Alpi Marittime, in seguito a Firenze e infine a Roma. Della famiglia si perse solo il padre, arrestato a Firenze.

Tra i 416 resistenti, 37 furono i caduti in combattimento o durante una rappresaglia. 12 di essi furono invece catturati e destinati non già al campo di Auschwitz come gli altri ebrei, ma al campo di concentramento di Mauthausen, come tutti gli altri deportati politici dall’Italia.

Importante è anche l’analisi delle date di nascita. Mentre per la maggioranza dei partigiani l’età media si aggira intorno ai 20, 21 e 22 anni, sorprendentemente, abbiamo individuato ben 40 resistenti ebrei nati alla fine del XIX secolo, il che vuole dire che durante la Resistenza avevano compiuto 43 anni e più. Il dato è interessante e per ora si possono solo avanzare due ipotesi, ancora da verificare: erano persone di una certa cultura e già orientate politicamente in senso antifascista e, quando giunse l’ora, si dettero da fare per fiancheggiare la Resistenza, oppure erano persone abituate alle armi perché avevano combattuto nella Prima guerra mondiale e misero a disposizione della Resistenza il loro sapere militare.

D’altra parte, abbiamo identificato 14 giovanissimi partigiani ebrei sotto i 17 anni, tra i quali: Franco Cesana, nato nel settembre del 1931 e morto nel settembre del 1944, non ancora tredicenne e l’altro, meno noto, adolescente bolognese di nome Raffaele Del Vecchio, morto sedicenne.

Una delle fonti principali del nostro studio è stata l’immensa cartoteca nominativa costituita dai cartellini di riconoscimento di status di partigiano da parte di Commissioni regionali ad hoc istituite nell’immediato dopoguerra, 1945 e 1948, e della Commissione Unica Nazionale nel 1968, per determinare la qualifica di quelli che ne facevano domanda. Sono, da qualche anno (2009-2012), patrimonio dell’Archivio Centrale dello Stato e fanno parte del fondo archivistico, cosiddetto Ricompart, ‘Riconoscimento Qualifiche e Ricompense ai Partigiani’.

I cartellini sono serviti come base di partenza della nostra ricerca, ma sono laconici: portano solo il cognome e il nome della persona riconosciuta ‘partigiano combattente’ o ‘partigiano combattente caduto’ (o patriota se la collaborazione alla lotta fu marginale). Compaiono poi: le date di nascita, i nomi dei genitori (non sempre), la regione di attività e la formazione partigiana di cui la persona stessa faceva parte. Occorreva approfondire, capire se la persona in questione era di origine ebraica e formulare una, seppur concisa, biografia partigiana. Per questo ci siamo avvalsi di un’altra fonte preziosa, costituita dal Fondo ‘Antifascisti e partigiani ebrei’ conservato nell’archivio della Fondazione CDEC. È, questo, il frutto di una pionieristica ricerca avviata nel 1955 dalla Federazione Giovanile Ebrei d’Italia – FGEI e che costituisce uno dei nuclei generativi dell’ormai immenso attuale archivio della Fondazione. Un’altra fonte è costituita dalle migliaia di testimonianze spontanee, orali e scritte, depositate presso l’archivio CDEC e dalle centinaia di interviste ad ebrei anziani realizzate negli ultimi anni. Sono stati inoltre consultati tutti i libri di memoria comparsi dal dopoguerra ad oggi.

Con lo studio comparato delle fonti si è determinato un giacimento di notizie da cui poter attingere per meglio interpretare i fatti a conclusione della ricerca. Quel che è certo è che si poteva militare con le armi (Bruno Cevidalli, Mario Levi, Alba Cesarina Padoa, Piero e Vittorio Sacerdoti, Matilde Bassani ed altri), con la propria pratica medica (Renzo Calabresi, Mosè Di Segni, Rinaldo Laudi, Arri go Finzi, Carlo Coen Giordana, Renzo Coen ed altri), con carta e penna (Leone Ginzburg, Cesare Colombo, Paolo Alatri, Liana Millul, Eucardio Momigliano e altri), con la dinamite (Giorgio Formiggini, Pino Levi Cavaglione, Alessandro Sinigaglia ed altri), cospirando politicamente (Vittorio Foa, Leo Valiani, Umberto Terracini, Eugenio Colorni, Bruno e Gino Pincherle ed altri), procurando ad altri ebrei in pericolo false identità (Giorgio Nissim, Settimio Sorani, Massimo Teglio, Mario Finzi, Giorgio Kropf, Enzo Levi, Carlo Morpurgo, Raffaele Jona ed altri).

Un accenno va fatto anche a quegli ebrei italiani che, trovandosi fuori d’Italia, si arruolarono volontari nell’esercito inglese per essere paracadutati oltre le linee e lavorare come agenti di collegamento o portando pesantissime e rischiose ricetrasmittenti (Enzo Sereni, Luciano Servi, Renato Levi ed altri), così come ai volontari che, trovandosi già al sicuro nell’Italia meridionale, si arruolarono nei cosiddetti Gruppi di Combattimento che appoggiavano gli eserciti alleati (Mario Attilio Levi, Giorgio Richetti, Sauro Valobra, Aldo Passigli ed altri). Molti altri temi andranno messi sul tappeto: in che rapporto stavano i vertici della Resistenza con la questione della persecuzione antiebraica e la Shoah? C’era cognizione del pericolo mortale in cui versava la popolazione ebraica? La Resistenza ne fece un suo tema di interesse? E, ancora, ci furono offerte politiche che i resistenti Ebrei privilegiavano? Erano essi interessati ad aderire a una formazione piuttosto che ad un’altra? E se sì, ciò avvenne solo nelle regioni settentrionali, dove più forte era il peso della politica nella Resistenza?

Concludo questa breve presentazione con le parole di Gilberto Coen che, al momento di lasciare Losanna per rientrare in Italia a combattere (e a morire), il 16 maggio 1944, scrisse ai genitori ignari: “… bisogna che anche tu, mamma, capisca tutto questo. Poiché è necessario di inquadrarlo nella durezza atroce dei tempi che viviamo. Ditemi voi: chi, se non io, deve combattere questa guerra? Forse che un giovane inglese, od un americano od un neo-zelandese ha più ragioni di me di prendere le armi in pugno? Tutto ha una suprema logica a cui sarebbe delittuoso volersi sottrarre. Ma siate sereni e fieri di me, che ho avuto tanta fortuna da realizzare le mie sane aspirazioni… Vi abbraccio con tutto l’affetto di cui è capace il vostro Gilberto”.

Nella foto: Pino Levi Cavaglione, comandante partigiano, Genova 1943. In B. Migliau e M. Di Gioacchino, Centocinquant’anni in un percorso per immagini tra storia e memoria, in «La Rassegna Mensile di Israel», gennaio-agosto 2010, Vol. 76, nn. 1/2, pp. 359-426: 394, foto 28

In occasione di “Bellissima Ester. Purim, una storia senza tempo”, il MEIS propone tre visite guidate tematiche per scoprire tutti i segreti della mostra.
La prima si terrà sabato 19 aprile alle 11.30 e sarà dedicata a “Ester e Vashti: ribelli, regine, eroine”: un’immersione nell’universo femminile protagonista della storia ebraica di Purim tra arte rinascimentale e pergamene.

I prossimi appuntamenti sono:
Domenica 4 maggio ore 16 – “Purim: un viaggio tra tradizioni, usi e costumi della festa”. In mostra racconteremo come la festa di Purim si sia arricchita nel tempo di peculiarità tipiche: dalle ricette di deliziosi dolcetti, alle usanze celebrate in famiglia.

Domenica 2 giugno ore 16 – “Il pericolo scampato: storie a lieto fine dall’Italia”. Durante la visita metteremo in luce il caso dei Purim Shenì, dei “piccoli” Purim che commemorano episodi, avvenuti in epoche e città diverse, in cui gli ebrei si salvarono miracolosamente da una tragedia che sembrava ineluttabile.

Il costo è di 5 euro oltre il prezzo del biglietto (tranne il 2 giugno che prevede l’ingresso gratuito).
Prenotazione consigliata contattando: eventi.meis@sistemamuseo.it o chiamando 3425476621.

In occasione dell’80° Anniversario della Liberazione d’Italia, il MEIS in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara propone una passeggiata guidata tra le strade di Ferrara sulle orme di Renato Hirsch, Prefetto della Liberazione

L’appuntamento è martedì 29 aprile alle 18.00 al MEIS (via Piangipane, 81): a partire dalle pagine inedite del diario di sua figlia Carla Hirsch, attraverso luoghi simbolo della città e guidati dalle parole di diversi ospiti, ricostruiremo un racconto vivo di coraggio, lotta e speranza.

Il nostro percorso racconterà le tante vite di Renato Hirsch: la sua attività imprenditoriale; l’identità ebraica e la sua strenua convinzione antifascista senza dimenticare, i rapporti più intimi come quello con la sua famiglia e con la sua bellissima casa nel cuore di Ferrara.

La visita guidata è gratuita. I posti sono limitati e la prenotazione è obbligatoria scrivendo a eventi.meis@sistemamuseo.it o chiamando il numero 342-5476621 
(attivi dalle 10 alle 18 dal martedì alla domenica).

Ritorna per il quinto anno #ITALIAEBRAICA, il progetto online che riunisce i musei ebraici italiani e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone.

Ogni mese due musei ebraici italiani si confrontano su un tema comune rispondendo alle curiosità del pubblico.

L’edizione 2024-2025 è dedicata alle famiglie ebraiche: scopriremo insieme vite straordinarie, fittissimi alberi genealogici e storie personali che incrociano la Storia d’Italia.

In questa sesta puntata, prevista online su Zoom il 9 aprile alle 18.30, saranno protagonisti l’Israel Museum di Gerusalemme e il Museo della Padova Ebraica.

Inizieremo con Anna Nizza-Caplan, Associate curator e Gioia Perugia, Collection Manager del Jewish Art and Life Wing dell’Israel Museum, Jerusalem che ci parleranno del legame tra due famiglie sefardite molto influenti nella Roma del ghetto – gli Ambron e i Corcos – tramite oggetti che mettono in luce questa parentela.

Ci sposteremo poi nella Padova del ‘600/’700 che vede l’attività dei Cantarini, una famiglia ebraica di medici, cantori e poeti. Rav Adolfo Locci, rabbino capo della Comunità ebraica di Padova, ci presenterà in particolare l’eclettica figura dello studioso Isacco Cantarini (1644-1723).

Intervengono:

Anna Nizza-Caplan – Associate curator, Israel Museum (Gerusalemme)

Gioia Perugia – Collection Manager del Jewish Art and Life Wing, Israel Museum (Gerusalemme)

Rav Adolfo Locci– Rabbino capo della Comunità ebraica di Padova

Modera:

Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS

Per iscriverti clicca qui e compila il modulo (il link verrà inviato il giorno stesso dell’evento)

A sinistra: in alto Pergamena con Benedizioni per Purim copiato da Luna Ambron, Roma, 1767. The Israel Museum, Jerusalem: Purchased through the gift of the Jack, Joseph and Morton Mandel Foundation to American Friends of the Israel Museum, in honor of Daisy Raccah-Djivre, B21.0426 (a–b). Photo © The Israel Museum, Jerusalem, by Laura Lachman. In basso: Mappah Corcos, Roma, 1727/28.The Israel Museum, Jerusalem: Gift of the Jewish Community of Rome, B51.01.0158. Photo © The Israel Museum, Jerusalem, by Elie Posner.

A destra, il libro Pachad Ytzchak di Isacco Cantarini, in cui l’autore narra dell’aggressione al ghetto di Padova (1684), appartenuto al rabbino di Padova Lelio Della Torre.

Data di pubblicazione: 25 marzo 2025

Termine ultimo per la presentazione della domanda: 05 maggio 2025 ore 13.00

Per maggiori informazioni sulle competenze richieste, sulle attività previste e sulle modalità di partecipazione alle selezioni, si invita a visitare la pagina dedicata ai bandi di concorso al punto 5.1 in “Amministrazione Trasparente” https://meis.museum/amministrazione-trasparente/?tab=Bandi+di+concorso

Si informa che non saranno fornite risposte telefoniche ad eventuali richieste di chiarimenti e /o informazioni. Tali richieste dovranno essere formulate via e-mail al seguente indirizzo:  fondazione@meisweb.it  indicando nell’oggetto “Avviso di selezione per Assistente curatore e registrar del MEIS”.

Data di pubblicazione: 25 marzo 2025

Termine ultimo per la presentazione della domanda: 05 maggio 2025 ore 13.00

Per maggiori informazioni sulle competenze richieste, sulle attività previste e sulle modalità di partecipazione alle selezioni, si invita a visitare la pagina dedicata ai bandi di concorso al punto 5.1 in “Amministrazione Trasparente” https://meis.museum/amministrazione-trasparente/?tab=Bandi+di+concorso

Si informa che non saranno fornite risposte telefoniche ad eventuali richieste di chiarimenti e /o informazioni. Tali richieste dovranno essere formulate via e-mail al seguente indirizzo:  fondazione@meisweb.it  indicando nell’oggetto “Avviso di selezione per Coordinatore dei servizi educativi del MEIS”.

Il 17 maggio alle 10.30 vi aspettiamo alla Biblioteca Casa Niccolini con l’appuntamento per famiglie “E vissero felici e contenti” (via Romiti 13, Ferrara) legato alla mostra del MEIS “Bellissima Ester. Purim, una storia senza tempo”.

E vissero felici e contenti è un evento per bambini e famiglie in cui scoprire la storia della Regina Ester e della festa di Purim con maschere, illustrazioni e pergamene.
L’iniziativa rientra tra le attività collaterali organizzate in occasione della mostra del MEIS Bellissima Ester. Purim, una storia senza tempo (12 marzo – 15 giugno 2025), dedicata alla festa ebraica di Purim, una celebrazione di gioia e di riscatto che affonda le sue radici nella figura biblica della Regina Ester.

Partecipazione gratuita, iscrizione obbligatoria compilando il modulo online.
Età consigliata: dai 4 ai 7 anni.

L’attività è realizzata in collaborazione con il Servizio Biblioteche e Archivi del Comune

(Illustrazione di Laura Guglielmo)

In occasione della mostra del MEIS “Bellissima Ester. Purim, una storia senza tempo”, il 23 marzo alle 16.30 il bookshop del museo (via Piangipane 81, Ferrara) ospita l’incontro “Sapori in festa. La cucina ebraica ferrarese tra Storia, ricordi e tradizioni”

Roberta Anau e Silvia Pesaro ci faranno fare un viaggio indietro nel tempo alla scoperta delle tradizioni culinarie degli ebrei di Ferrara con ricette che mescolano influenze territoriali emiliane, ashkenazite e sefardite.

I sapori dei piatti più prelibati si incroceranno con la storia di una delle comunità ebraiche più antiche d’Italia, le feste tradizionali, foto d’epoca e memorie di famiglia.

L’evento è gratuito, la prenotazione è obbligatoria scrivendo a eventi.meis@sistemamuseo.it. Alle 15.30 sarà possibile fare una visita guidata alla mostra “Bellissima Ester” al prezzo speciale di 5 euro.

Patrocinano l’iniziativa: Comune di Ferrara; Comunità Ebraica di Ferrara; Istituto di Storia Contemporanea; Strade dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara e Adei Wizo.

Ritorna per il quinto anno #ITALIAEBRAICA, il progetto online che riunisce i musei ebraici italiani e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone.

Ogni mese due musei ebraici italiani si confrontano su un tema comune rispondendo alle curiosità del pubblico.

L’edizione 2024-2025 è dedicata alle famiglie ebraiche: scopriremo insieme vite straordinarie, fittissimi alberi genealogici e storie personali che incrociano la Storia d’Italia.

In questa quinta puntata, prevista online su Zoom il 6 marzo alle 18.30, saranno protagonisti il Museo Ebraico di Venezia e i Musei Ebraici di Casale Monferrato.

Al centro, la vicenda di due grandi famiglie ebraiche del Nord Italia: i Treves e gli Ottolenghi.

Si inizierà con un intervento della storica dell’architettura Martina Massaro sulla famiglia Treves e i suoi discendenti protagonisti della vita nel Ghetto veneziano sino agli anni dell’emancipazione.

Adriana Torre Ottolenghi in dialogo con la Direttrice dei Musei Ebraici di Casale Monferrato Claudia De Benedetti ci faranno poi viaggiare dal Monferrato alla Svizzera sulle tracce di suo marito Giorgio Ottolenghi, da poco scomparso, per 62 anni Presidente della Comunità Ebraica di Casale Monferrato e artefice del restauro della Sinagoga e della creazione del Museo degli Argenti.

Intervengono:

Martina Massaro – Storica dell’architettura (Università di Padova)

Adriana Torre Ottolenghi in dialogo con Claudia De Benedetti, Direttrice dei Musei Ebraici di Casale Monferrato

Modera:

Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS

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A sinistra: una foto dall’archivio di Adriana Torre Ottolenghi, a destra: Bartolomeo Nazari, Isaac Treves e i suoi capitani, 1731-34. collezione privata.

Dopo l’incontro dello scorso anno, prosegue l’iniziativa del MEIS “Aggiustare il mondo – Tikkun Olam” che racconta le storie di chi aiutò gli ebrei a salvarsi dalle persecuzioni durante la Shoah.

Mercoledì 26 febbraio alle 17.00 nel Bookshop del MEIS (via Piangipane, 81, Ferrara) lo storico di fama internazionale Antony Molho presenta il suo libro “La gentilezza degli altri. Un bambino ebreo nella Grecia occupata” (Viella, 2024). A dialogare con lui, il giornalista, scrittore e conduttore televisivo Gad Lerner e il saggista Gaetano Sateriale, già sindaco di Ferrara dal 1999 al 2009.

In questo straordinario racconto personale, Molho (Salonicco 1939) ripercorre le sue esperienze e i suoi ricordi d’infanzia; quando i suoi genitori lo passarono letteralmente di mano in mano e di casa in casa, da Salonicco ad Atene, nel tentativo di salvarlo dai nazisti.

Quella che l’autore ci narra, in controluce, è anche la storia della Grecia occupata e delle sorti degli ebrei di Salonicco, finora quasi assente dall’ampia memorialistica sulla Shoah.
Un racconto fatto di piccole storie di brevi momenti, i ricordi di un bambino inconsapevole della portata degli eventi che attraversava tessuti insieme con lo sguardo dello storico di oggi, e con i fili di una costante riflessione sugli interrogativi più grandi: le possibilità, i limiti e gli intrecci fra memoria, autobiografia e identità.

La prenotazione all’evento è obbligatoria scrivendo a eventi.meis@coopculture.it o chiamando il numero 3425476621 (attivo da martedì a domenica, ore 10-18)

Ritorna per il quinto anno #ITALIAEBRAICA, il progetto online che riunisce i musei ebraici italiani e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone.

Ogni mese due musei ebraici italiani si confrontano su un tema comune rispondendo alle curiosità del pubblico.

L’edizione 2024-2025 è dedicata alle famiglie ebraiche: scopriremo insieme vite straordinarie, fittissimi alberi genealogici e storie personali che incrociano la Storia d’Italia.

In questa quarta puntata, prevista online su Zoom il 19 febbraio alle 18.30, saranno protagonisti il Museo Ebraico di Bologna e il Museo Ebraico Fausto Levi di Soragna-Parma che ci racconteranno due storie di famiglie ebraiche italiane a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Si inizia a Mantova, l’11 luglio 1897: nella sinagoga della città, Cesare Prospero Moisè Rimini, trentaduenne commerciante di tessuti e filati, sposa Olimpia, una delle figlie del “dottore in legge” Giuseppe Cantoni.

Una famiglia ebraica di livello culturale medio-alto e ben inserita nella società  come tante nell’Italia di quegli anni. Mai, infatti, nei loro discorsi di giovani sposi, Cesare e Olimpia avrebbero potuto immaginare cosa la Storia avrebbe riservato ai loro figli.

Ci trasferiremo poi a Soragna dove l’ebraismo è indissolubilmente legato alla famiglia Levi, cui è intitolato anche il Museo e proprietaria della Casa Grande delli Hebrei poi divenuta sede della sinagoga inaugurata in epoca risorgimentale. Recenti scoperte gettano nuova luce su sfaccettature inedite. 

Intervengono:

Francesca Panozzo – Responsabile della Didattica del Museo Ebraico di Bologna

Roberta Tonnarelli – Conservatrice del Museo Ebraico Fausto Levi di Soragna-Parma

Modera:

Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS

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A sinistra: immagine dall’Archivio della famiglia Rimini, a destra la sinagoga di Soragna.

L’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, in collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara e il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, presenta il ciclo di incontri aperti a tutti a cura di Andrea Baravelli “E dopo? Identità ed ebraismo nella contemporaneità”.

Per i sopravvissuti della Shoah, il ritorno alla vita non fu affatto facile. Un composto di paura, insensibilità e rifiuto si distese sull’Italia dell’immediato dopoguerra. Se alcuni sopravvissuti scelsero di abbandonare l’identità ebraica, per meglio confondersi nel grande corpo dell’italianità, altri decisero invece di avviare un dilaniante viaggio interiore per comprendere e capirsi. Anche perché, a differenza del passato, il panorama era complicato dall’esistenza di un nuovo, potentissimo e affascinante, punto di riferimento: lo stato di Israele.

Il ciclo d’incontri si propone di ricostruire la complessità dell’essere ebreo nell’Italia del dopo Auschwitz, anche col fine di meglio comprendere la mentalità, i dubbi e i percorsi delle comunità ebraiche del nostro paese. I cinque appuntamenti vedranno il vivace confronto di professori universitari e saggisti e saranno aperti a tutta la cittadinanza.

Si inizia lunedì 17 febbraio alle 17.00 presso la sede di ISCO (vicolo Santo Spirito 11) con Guri Schwarz, Università di Genova, che si interrogherà sulla delicata domanda “Di chi è la memoria? Per una storia del 27 gennaio”.

PROSSIMI INCONTRI:

Mercoledì 19 febbraio alle 17.00 (presso il Dipartimento Studi Umanistici di UNIFE, via Paradiso 12, Aula H) – Martina Mengoni (Unife): “Primo Levi e la riflessione su Israele e sull’essere ebrei nell’Europa degli anni sessanta”

Giovedì 27 febbraio alle 17.00 (presso Isco) – Claudio Vercelli (Università Cattolica di Milano): “Tra due patrie. Gli ebrei italiani e il richiamo di Israele”.

Mercoledì 5 marzo alle 17.00 (presso il MEIS, via Piangipane, 81) – Giulia Gostoli (Università di Urbino): “Sopravvissuti in viaggio. Da reclusi nei lager a cittadini israeliani”

Martedì 18 marzo alle 17.00 (presso il MEIS) – Giulio Piperno e Carlotta Micaela Jarach: “Essere giovani, essere italiani ed essere ebrei. Note per una riflessione”.

Per gli incontri ospitati al MEIS è obbligatoria la prenotazione scrivendo a ufficio.stampa@meisweb.it.

Informiamo che abbiamo raggiunto il numero massimo di partecipanti per il Viaggio alla scoperta dell’Emilia-Romagna. Da questo momento le iscrizioni sono chiuse ed è aperta la lista d’attesa in caso di rinunce.
La conferma dell’eventuale partecipazione sarà comunicata entro l’8 aprile.
Per l’iscrizione alla lista d’attesa occorre inviare un’email a corsi@meisweb.it indicando:
OGGETTO: Lista attesa Viaggio alla scoperta dell’Emilia-Romagna
TESTO DELL’EMAIL: Indicare il nome e cognome dei possibili partecipanti, un contatto telefonico ed un’e-mail. La chiamata, in caso di rinuncia, seguirà l’ordine di arrivo dell’iscrizione alla lista d’attesa.

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Dopo avervi condotto alla scoperta della Toscana e del Piemonte ebraico, il MEIS propone un nuovo viaggio che ripercorrerà le tracce della secolare storia ebraica della regione Emilia-Romagna, tra arte, degustazioni e visite all’interno di alcune tra le più affascinanti sinagoghe italiane. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Museo Ebraico di Bologna.

20-22 MAGGIO 2025

PROGRAMMA

Martedì 20 maggio 2025 

10.00 – Punto di incontro al Museo Ebraico di Bologna
10.30 – 11.30 – Visita guidata al Museo e all’antico quartiere ebraico di Bologna
12.00 – 13.30 – Pranzo 
13.45 – 14.30 – Trasferimento in bus a Ferrara 
14.45 – 15.15 – Visita al Cimitero ebraico di Ferrara
15.40 – 16.40 – Visita al ghetto e alle Sinagoghe di Ferrara
17.00 – 18.30 – Visita al MEIS e alla mostra “Bellissima Ester. Purim, una storia senza tempo”
18.45 – 20.00 – Sistemazione in albergo e visita libera alla città
20.30 – Cena 

Mercoledì 21 maggio 2025

8.00 Partenza in bus da Ferrara
10.30 Arrivo a Soragna e visita al Museo e al Cimitero ebraico 
12.30 – 14.00 – Pranzo al sacco 
14.15 : 15.30 – Arrivo in bus a Modena
15.45 – 17.00 Visita alla Sinagoga e alla zona del vecchio ghetto
17:15 – 18.45 Sistemazione in hotel e visita alla città
20.30 – Cena 

Giovedì 22 maggio 2025

8.30 Partenza in bus da Modena
9.30 Arrivo a Carpi – Fossoli
10.00-12.00: Visita al Campo di Fossoli e al Museo Monumento al Deportato di Carpi
12.00 – 13.00 Spostamento in bus a Finale Emilia
13.00 – 13.30: Breve visita al ghetto di Finale Emilia
13.30 – 14.30 Pranzo al sacco e degustazione de “La torta degli ebrei” 
14.30 – 15.30 Rientro in bus a Ferrara con fermata alla stazione dei treni di Bologna

INFORMAZIONI UTILI

Costo a persona:
€ 550 in doppia; € 620 in singola

Il viaggio è accreditato anche sulla piattaforma SOFIA con il codice 97694

La quota comprende pernottamento in hotel a tre stelle a Ferrara e Modena con prima colazione e tassa di soggiorno incluse; biglietti di ingresso e guide specializzate per i percorsi ebraici in programma; pasti; bus privato per gli spostamenti durante i tre giorni del viaggio; assicurazione annullamento, medica e bagaglio; costi di agenzia. 

Il saldo va fatto entro il 10 aprile 2025.

Il viaggio sarà confermato al raggiungimento di 25 partecipanti.

Ritorna per il quinto anno #ITALIAEBRAICA, il progetto online che riunisce i musei ebraici italiani e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone.

Ogni mese due musei ebraici italiani si confrontano su un tema comune rispondendo alle curiosità del pubblico.

L’edizione 2024-2025 è dedicata alle famiglie ebraiche: scopriremo insieme vite straordinarie, fittissimi alberi genealogici e storie personali che incrociano la Storia d’Italia.

In questa terza puntata, prevista online su Zoom il 22 gennaio alle 18.00, saranno protagonisti Siena e il Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner che ci racconteranno storie di artisti ebrei italiani tra XIX e XX secolo.

Si partirà alla scoperta delle vicende di diversi artisti triestini: Isidoro Grünhut (1862-1896), Gino Parin (1876-1944) e Amalia Besso (1856-1929). Il loro percorso artistico è stato spesso intrecciato con le proprie storie familiari e, al contempo, racconta la multiculturalità dell’Impero austro-ungarico. Se i primi due hanno vissuto situazioni tormentate, anche sotto il profilo umano, la terza ha combattuto tenacemente per affermarsi come pittrice donna all’inizio del Novecento.

Seguiremo poi un itinerario in ricordo di Piero Sadun (1919 -1974). Dagli esordi nel 1938 fino alla sua prematura scomparsa nel 1974, la ricerca pittorica di Sadun ha attraversato forme e stili diversi.
Un percorso artistico ed esistenziale la cui formazione si radica negli anni del fascismo e delle leggi razziali che lo spinsero ad unirsi alla Resistenza, per poi percorrere dal dopoguerra una strada che ha saputo dialogare con le principali correnti artistiche del Novecento e si è aperta anche al dialogo con le arti sorelle del teatro e della musica per la produzione di scene e costumi teatrali e della decorazione di interni.

Saluti di:

Ariel Haddad – Coordinatore del Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner

Intervengono:

Davide Spagnoletto – Storico dell’arte

Anna Di Castro – Comunità Ebraica di Firenze, sezione di Siena

Modera:

Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS

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A sinistra: sopra Piero Sadun (1919 -1974), num.cat.13, 1943, Disegni della Resistenza, 1943, inchiostro su carta, 24 x 35, Coll. privata, Siena e sotto Piero Sadun, num. cat. VI n.21, Senza titolo, 1974, olio su tela, 60 x 55, Coll. privata, Roma. A destra Gino Parin (Trieste, 1876 – Bergen-Belsen, 1944), Ritratto di Vittoria Molho Spierer, olio su tela. Donazione famiglia Spierer, Ginevra, novembre 2019, Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner.

Il MEIS anche per il 2025 organizza eventi di commemorazione per il Giorno della Memoria riservati alle scuole. Quest’anno il museo propone due incontri in presenza e da remoto a cui potrete iscrivervi e che vi presentiamo qui di seguito. Data la capienza limitata, verrete ricontattati in seguito alla presa in carico delle richieste.

28 gennaio – Tra parole e libertà
Sala Estense, Piazza del Municipio, 14 – Ferrara

Dopo la call to action lanciata alle scuole per la costruzione corale di un Giorno della Memoria consapevole e partecipato, vi invitiamo ad un evento in cui saranno la scrittrice e testimone Edith Bruck, la storica Sara Buda e la giornalista Giovanna Botteri a rispondere alle domande pervenute da studentesse e studenti sul significato del Giorno della Memoria nel 2025, 80° anniversario dalla liberazione di Auschwitz.
L’incontro è realizzato in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e del Merito e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.


ORARIO: 11.30 -13.00
CLASSI: Secondarie di primo e di secondo grado
MODALITÀ: In presenza presso la Sala Estense (posti limitati), da remoto per le scuole di tutta Italia

31 gennaio – Visita live di Auschwitz-Birkenau
Cinema Apollo, Piazza Carbone, 35 – Ferrara

Per la prima volta in Italia, il MEIS organizza la visita live del campo a cura del Museo e Memoriale Auschwitz-Birkenau.
L’appuntamento è riservato a 140 studenti delle scuole secondarie di secondo grado in presenza e da remoto alle scuole secondarie di secondo grado di tutto il Paese.
In diretta dalla Polonia, una guida di lingua italiana interagirà con gli studenti muovendosi in un percorso diviso in due parti, Auschwitz e Birkenau, e risponderà alle domande del pubblico. L’attività ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
ORARIO: 10-12.00
CLASSI: Secondarie di secondo grado
MODALITÀ: In presenza presso il Cinema Apollo (posti limitati), da remoto per le scuole di tutta Italia

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Lunedì 27 gennaio l’ingresso al MEIS sarà gratuito. 

In occasione del Giorno della Memoria 2025 l’ingresso al MEIS sarà gratuito domenica 26 e lunedì 27 gennaio.

Sabato 25 e domenica 26 gennaio è prevista alle 11.30 una visita guidata a partenza fissa alla mostra “Ebrei nel Novecento italiano” dedicata agli artisti che hanno raccontato visivamente la Shoah: da Aldo Gay che ha raccontato in presa diretta il 16 ottobre 1943 a Roma; a Eva Fischer che ha reinterpretato nel suo olio su tela la prigionia nei campi di sterminio fino al quadro di Rudolf Levy “Fiamma”, proveniente dalle Gallerie degli Uffizi. La prenotazione è obbligatoria scrivendo a eventi.meis@coopculture.it.

(Nell’immagine: Rudolf Levy, Fiamma, Italia, 1942, Gallerie degli Uffizi)

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In occasione della mostra “Ebrei nel Novecento italiano”, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah propone la serie di incontri online su Zoom Ultime dal ‘900 dedicata al mondo dell’informazione e della comunicazione nel XX secolo e realizzata con la collaborazione della redazione di Pagine Ebraiche, il giornale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Il terzo e ultimo appuntamento è previsto lunedì 13 gennaio alle 18.30 e si intitola “A proposito di Dreyfus”.

Il 13 gennaio del 1898 Émile Zola pubblicò su L’Aurore il celebre testo J’Accuse…! in cui denunciava pubblicamente il processo ai danni del capitano francese Alfred Dreyfus, accusato di alto tradimento. Un caso che scosse l’Europa intera e divenne l’emblema delle derive raggiunte dall’antisemitismo.

A discuterne, Enrico Serventi Longhi (Università degli Studi di Messina), autore del contributo Echi italiani dell’affaire Dreyfus: la stampa e l’antisemitismo presente sul catalogo di Ebrei nel Novecento italiano (Sagep, 2024) e del libro Il dramma di un’epoca. L’affaire Dreyfus e il giornalismo italiano di fine Ottocento (ed. Viella, 2022) e Clotilde Bertoni (Università degli Studi di Palermo) che ha firmato il saggio edito da il Mulino Nel nome di Dreyfus. La storia pubblica di un caso di coscienza.

Saluti di:

Amedeo Spagnoletto – Direttore del MEIS

Intervengono:

Clotilde Bertoni (Università degli Studi di Palermo)

Enrico Serventi Longhi (Università degli Studi di Messina)

Modera:

Daniel Reichel, giornalista di Pagine Ebraiche

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Il link di Zoom verrà mandato il giorno stesso dell’evento

In occasione della mostra “Ebrei nel Novecento italiano”, il MEIS propone una serie di incontri online su Zoom dal titolo “Ultime dal ‘900″ dedicati al mondo dell’informazione e della comunicazione nel XX secolo e realizzati con la collaborazione della redazione di Pagine Ebraiche, il giornale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Il secondo appuntamento è previsto lunedì 23 dicembre alle 18.30 e sarà dedicato  a “Italia-Usa a/r: Come l’ebraismo è sbarcato al cinema e nelle serie tv”.

Quando e come iniziano ad essere rappresentati riti, feste e tradizioni ebraiche in TV? Quali storie ci hanno fatto sognare con i loro intrighi avvincenti e allo stesso tempo hanno raccontato un spaccato dell’identità ebraica?

Passeremo da sitcom come la “Tata” ai teen drama “Beverly Hills 90210” “The O.C.”, da prodotti acclamati dalla critica e diventati negli ultimi anni un cult come “La Fantastica Signora Maisel” e “Shtisel”, ai titoli meno noti tutti da scoprire. 

A guidarci in questa puntata “Hanukkah special” saranno Benedetta Grasso, sceneggiatrice e scrittrice che ha firmato con Alberto Caviglia il mockumentary “Pecore in erba” e Daniela Gross, giornalista che da anni su Pagine Ebraiche firma gli articoli dedicati a Cinema, Tv e Costume.

Saluti di:

Amedeo Spagnoletto – Direttore del MEIS

Intervengono:

Benedetta Grasso – Sceneggiatrice e scrittrice

Daniela Gross – Giornalista 

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Il MEIS e il Museo Ebraico di Bologna vi invitano al Concerto di Hanukkah per celebrare in musica e con un brindisi insieme il periodo festivo che si avvicina.

L’appuntamento è giovedì 19 dicembre alle 19.00 al MEIS di Ferrara (via Piangipane 81) in compagnia dei Mishkalè, la band che vi travolgerà con le sonorità klezmer!

I Mishkalè nascono nel 2001 e sono stati tra i primi in Italia a dedicarsi alla musica klezmer. Emozionano con le struggenti canzoni in yiddish e coinvolgono gli spettatori con i ritmi delle danze e i racconti affascinanti dello shtetl, il villaggio ebraico, aprendo una porta sulle ricche tradizioni di quei popoli dell’Est Europa, protagonisti di magnifiche contaminazioni reciproche.

Il gruppo ha tenuto centinaia di concerti in Italia e all’estero e ha partecipato a diversi festival, tra cui Vincoli Sonori, Festival Oyoyoy, Plan Folk Festival, Pentabrass, European Training Foundation, Festival Erev Layla, Giornata Europea della Cultura ebraica in più città, Jewish Jazz Festival di Bologna e Festival Nessiah di Pisa.

Hanno prodotto tre cd: Mishkalé klezmer & Gipsy Music (2005), Tanz Tanz (2010), Shtetl! Yidele’s Recollections (2015).

L’evento è gratuito con prenotazione obbligatoria scrivendo a eventi.meis@coopculture.it o chiamando il numero 3425476621 (attivi dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18).

Il concerto ha il patrocinio del Comune di Ferrara e della Comunità Ebraica di Ferrara.

Ritorna per il quinto anno #ITALIAEBRAICA, il progetto online che riunisce i musei ebraici italiani e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone.

Ogni mese due musei ebraici italiani si confronteranno su un tema comune rispondendo alle curiosità del pubblico.

L’edizione 2024-2025 è dedicata alle famiglie ebraiche: scopriremo insieme vite straordinarie, fittissimi alberi genealogici e storie personali che incrociano la Storia d’Italia.

Il secondo appuntamento è previsto giovedì 12 dicembre alle 18.30 e vedrà come protagonisti il Museo Ebraico di Lecce Firenze. 

Inizieremo dal Sud con la famiglia Ibn Shoham: per tutto il Quattrocento, la Puglia accolse numerose famiglie ebraiche, perlopiù di origine sefardita, i cui esponenti si distinsero come medici, al servizio dell’aristocrazia locale. Tra queste, per l’importanza nella comunità leccese e per il lascito intellettuale, si segnalano gli Ibn Shoham, che vissero tra il Salento, Valona e Corfù per almeno tre generazioni.

Faremo poi un salto nel tempo e nello spazio alla scoperta della figura di Alfredo Orvieto, nonno della scrittrice e drammaturga Laura Forti. Dal 1946 al 1964 Orvieto riprese in mano la dissestata comunità ebraica fiorentina uscita devastata dal dopoguerra e si dedicò a un tenace lavoro di ricostruzione, non solo dei beni andati danneggiati, ma anche della fiducia interna.

A lui si deve l’apposizione della lapide dei deportati nel giardino della Sinagoga, primo segno visibile per la città dei numeri delle persone uccise; la riapertura della scuola e dell’ospizio e l’insistenza per aprire il processo al fascista cittadino Giovanni Martelloni. Ma –  come scopriremo durante l’incontro online – mentre il ruolo di “padre politico e morale” della comunità ebraica sarà efficace e gratificante, la famiglia biologica di Alfredo si sfalderà in molte derive identitarie.

Intervengono:

Laura Forti – Scrittrice e drammaturga

Fabrizio Lelli – Direttore del Museo Ebraico di Lecce

Modera:

Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS

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Nell’immagine a sinistra un’immagine tratta dal Ms. Parma, Biblioteca Palatina 2373, c. 17v, probabile autoritratto del copista del codice (datato 1400), Eliyyahu ben David Ibn Shoham. A destra il ritratto di Alfredo Orvieto, Archivio Famiglia Forti.

See you online on Zoom on Monday December 9 at 6 pm (CET) / 12 pm (ET) to discover the new MEIS exhibition JEWS IN TWENTIETH CENTURY ITALY!

Ci vediamo online su Zoom Lunedì 9 dicembre alle 18.00 (ore italiane) per scoprire la mostra Ebrei nel Novecento italiano (l’evento sarà con la traduzione simultanea in italiano e in inglese).

SPEAKERS
Greetings: Andrea Fiano, MEIS FRIENDS President
Amedeo Spagnoletto, MEIS Director 
Speakers: Vittorio Bo, Curator 
Marco Contini, Journalist 
Mario Toscano, Curator


ABOUT THE EXHIBIT


Is it possible to showcase an entire century in just one exhibition?
Mario Toscano and Vittorio Bo believe so and have curated an exhibition divided into seven sections which offer a detailed overview of the twentieth century through the history, art and everyday life of Italian Jews.
A project which shows how this minority integrated into Italian society and their sense of national belonging who, went through a tortuous process which involved first the acquisition of citizenship, then the loss and finally the reacquisition of their rights.

The exhibition explores the period from the end of the 19th century after the destruction of the ghettos to the dawn of the new millennium, focusing on questions of importance for contemporary Judaism. It also deals with the Shoah: the tragic blow of the racial laws of 1938, the Jewish persecution and deportation.

The exhibition is enriched with contemporary artworks; photographs from public and private archives; historical documents and family objects. The many stories collected will make you discover and rediscover important Italian Jews from the art of Olga and Corinna Modigliani to the canvases of Corrado Cagli, to Antonietta Raphaël Mafai, Rudolf Levy and Emanuele Luzzati. Visitors will also have the opportunity to view the contents featured in the multi-touch table, a multimedia tool which offers access to in-depth studies, original documents and first editions, and contributes to completing the picture of the cultural history of the 20th century.



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In previsione del Giorno della Memoria 2025, il MEIS organizza una formazione online gratuita il 28 novembre 2024 alle ore 15.30 in cui verrà presentato un kit didattico da poter utilizzare in classe.

L’iscrizione, riservata agli insegnanti delle scuole secondarie, è obbligatoria compilando il modulo a questo link: Aspettando il Giorno della Memoria 2025

L’incontro è valido ai fini dell’aggiornamento professionale ed è accreditato su piattaforma SOFIA con il codice 96747

Vi aspettiamo online!

PROGRAMMA

Saluti istituzionali: Amedeo Spagnoletto – Direttore del MEIS

Interventi di:

Sara Buda – Ricercatrice storica presso la Fondazione CDEC

Raffaella di Castro – Responsabile Area Memoria, Shoah, Antisemitismo, Giornata Europea della Cultura Ebraica presso UCEI

David Bidussa – Storico sociale delle idee

Attività laboratoriale e presentazione del kit didattico a cura di Marina Sabatini, Coordinatrice dei servizi educativi del MEIS

Dopo aver viaggiato a Torino e a Madrid, dal 27 novembre all’8 dicembre la mostra itinerante REMEMBR-HOUSE/Casa di Memoria arriva a Ferrara ospitata presso Palazzo Turchi di Bagno (Corso Ercole I d’Este, 32).

La mostra è il frutto di un concorso internazionale che chiedeva agli studenti europei dai 13 ai 19 anni di progettare una loro “Casa di Memoria” a partire da quanto appreso grazie a REMEMBR-HOUSE.
Le cinque proposte vincitrici sono state il fulcro dell’allestimento: una casa in cartone tridimensionale ed ecologica; uno strumento pensato insieme ai ragazzi per coinvolgere e stimolare i loro coetanei rendendoli protagonisti.

La mostra è aperta al pubblico è dalle 10 alle 18 dal lunedì al venerdì e dalle 10 alle 13 il sabato e la domenica, l’ingresso è libero.

Sei un insegnante e vuoi portare la tua classe? Scrivici a casamemoria@meisweb.it 

(Nella foto, inaugurazione della mostra a Torino presso il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano – Palazzo Carignano)

Il 26 novembre 2024 alle 15 si svolgerà a Ferrara presso la Sala Rossetti di Palazzo dei Diamanti (Corso Ercole I d’Este 21, Ferrara) l’evento conclusivo del progetto europeo REMEMBR-HOUSE.

PER ACCREDITARSI basta scrivere a casamemoria@meisweb.it, i POSTI SONO LIMITATI

A due anni dall’avvio delle attività, si svolge l’evento conclusivo di REMEMBR-HOUSE, progetto realizzato dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah in partnership con la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura di Torino, sostenuto dalla Comunità Europea nell’ambito del programma CERV – Citizens, Equality, Rights and Value Programme.

Il progetto è incentrato sulla memoria della Shoah e sulle leggi razziali, con la missione di favorire la riflessione sul passato come mezzo per far crescere cittadini consapevoli. Si avvale delle carte del fondo EGELI, conservate presso l’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo come punto di partenza per esplorare tre dimensioni principali: memoria, ricerca, educazione.

L’incontro conclude un percorso biennale che ha coinvolto studenti, docenti, operatori culturali e realizzato un kit didattico, workshop, formazione e una mostra itinerante sul tema della casa come diritto inalienabile dell’uomo.

Ore 15.00 -15.30

Il parternariato tra le due istituzioni

I due partner – Elisabetta Ballaira, Direttore esecutivo F1563 e Amedeo Spagnoletto, Direttore MEIS

Ore 15.30-16.30

Best Practices, Archivi, Musei e istituzioni che si occupano di Memoria

Modera: Marina Sabatini, Coordinatrice dei servizi educativi MEIS

Annemiek Gringold, Conservatrice e Responsabile del Progetto | Curatrice e Project Manager, Hollandsche Schouwburg Hollandsche Schouwburg & Nationaal Holocaustmuseum, “Sviluppare e aprire il Museo Nazionale dell’Olocausto di Amsterdam”

Albert Stankowski, Direttore del Museo del Ghetto di Varsavia, “Il Progetto del Museo del Ghetto di Varsavia”

Anika Reichwald, Curatrice della Mostra “The End of Testimony?” al Museo Ebraico di Hohenems, “La fine della testimonianza?”

Pierpaolo Pinhas Punturello, Direttore del Centro de Estudios Ibn Gabirol – Colegio Estrella Toledano, “Casa di Memoria a Madrid, la mostra a scuola”

Ore 16.30 – 17.30

Il progetto, coinvolgimento, numeri e mostra

Erika Salassa, Archivio storico F1563 e Sharon Reichel, curatrice MEIS

Ore 18.00

Inaugurazione della mostra Remembr-House/Case di Memoria presso Palazzo Turchi di Bagno – Aula Scaloni (Corso Ercole I d’Este, 32)

L’evento sarà in italiano e in inglese con la traduzione simultanea

Per partecipare all’incontro ci si può accreditare scrivendo a casamemoria@meisweb.it entro il 24 novembre 2024.

Per l’ottenimento dei crediti formativi, gli insegnanti possono iscriversi sulla piattaforma SOFIA (CODICE 96749).

L’evento verrà trasmesso anche in streaming sul canale Youtube del MEIS: https://www.youtube.com/@MEISMUSEUM

Il progetto REMEMBR-HOUSE/CASE DI MEMORIA si svolge nell’ambito del programma CERV- Citizens, Equality, Rights and Values, finanziato da European Education and Culture Executive Agency (EACEA),  (Project: 101090963 — REMEMBR-HOUSE — CERV-2022-CITIZENS-REM).

In occasione della mostra “Ebrei nel Novecento italiano”, il MEIS propone una serie di incontri online su Zoom dal titolo “Ultime dal ‘900” dedicati al mondo dell’informazione e della comunicazione nel XX secolo e realizzati con la collaborazione della redazione di Pagine Ebraiche, il giornale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Si inizia giovedì 21 novembre alle 18.30 con un approfondimento dedicato alla stampa ebraica tra giornali e tv.

Come si raccontavano gli ebrei italiani nel Novecento? Quali erano i dibattiti aperti? Quali grandi interrogativi portava con sé il secolo breve e soprattutto quali giornali si leggevano? A parlarne è Gabriele Rigano, Professore all’Università degli Studi Roma Tre con l’intervento “La stampa ebraica italiana dall’Unità a oggi”

Si passerà poi al piccolo schermo con la nascita della prima trasmissione Tv dedicata agli ebrei italiani: Sorgente di vita, la rubrica di vita e cultura ebraica a cura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che lo scorso anno ha celebrato 50 anni di attività. In onda prima su Rai 2 e poi su Rai 3, il programma ha offerto e continua ad offrire servizi e approfondimenti sui più diversi aspetti della vita e della cultura ebraica in Italia, in Israele e nel mondo. A raccontarne la storia e i contenuti saranno Emanuele Ascarelli Piera Di Segni, già autori della rubrica.

Intervengono:

Amedeo Spagnoletto – Direttore del MEIS

Gabriele Rigano – Università degli Studi Roma Tre

Emanuele Ascarelli – Già autore di Sorgente di Vita

Piera Di Segni – Già autrice di Sorgente di Vita

Modera:

Daniel Mosseri – Direttore di Pagine Ebraiche

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Inserite nella grafica le immagini: Achille Beltrame, I drammi sanguinosi dell’antisemitismo in Russia in “La Domenica del Corriere”, 1903, Ferrara, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, collezione Gianfranco Moscati e “Tripoli italiana” in “Il Vessillo Israelitico”, LIX, fasc. X,1911. UCEI, Archivio.

Lunedì 18 novembre verrà presentato alle 17.30 presso la Casa della Memoria e della Storia (via San Francesco di Sales 5) di Roma il catalogo della mostra del MEIS “Ebrei nel Novecento italiano” (ed. Sagep).

Introduzione:

Silvia Berti, Università degli Studi di Roma La Sapienza

Mirella Serri, giornalista e scrittrice

Interventi di:

Vittorio Bo, co-curatore del volume

Mario Toscano, co-curatore del volume 

Coordina:

Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS

Ingresso libero – In occasione dell’incontro sarà disponibile il catalogo

“Ebrei nel Novecento italiano” è il catalogo della mostra organizzata presso il MEIS di Ferrara fino al 2 febbraio 2025.
Cento anni di storia d’Italia vengono raccontati attraverso l’esperienza della minoranza ebraica presente nella Penisola da oltre duemila anni.
Seguendo il fil rouge della trasformazione del concetto di cittadinanza, i contributi ricostruiscono un secolo ricco di splendori, ma anche segnato da tragedie e miserie. Dai successi dell’integrazione nell’età liberale, si passa alle conseguenze della privazione delle libertà durante la dittatura fascista, fino all’abisso della Shoah.
Dopo la guerra si apre la nuova sfida: ricominciare a vivere. Sono tante le incognite e le ferite, ma con rinnovata speranza le comunità ebraiche si ricompongono e continuano a guardare al futuro, mantenendo forte la loro identità in costante dialogo con la società.
In questo volume, storici, storici dell’arte, studiosi, esperti di comunicazione ed ebraisti raccontano cento anni di illusioni e spaccature; di protagonisti straordinari e storie di coraggio, amore e rinascita. L’apparato di documenti, foto, quadri e oggetti di famiglia ricompone il mosaico del Novecento in cui ritrovare un’eredità comune che appartiene e deve essere custodita da tutti.

Ritorna per il quinto anno #ITALIAEBRAICA, il progetto online che riunisce i musei ebraici italiani e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone.
Ogni mese due musei ebraici italiani si confronteranno su un tema comune rispondendo alle curiosità del pubblico.
L’edizione 2024-2025 è dedicata alle famiglie ebraiche: scopriremo insieme vite straordinarie, fittissimi alberi genealogici e storie personali che incrociano la Storia d’Italia.
Il primo incontro online sulla piattaforma Zoom si terrà giovedì 14 novembre alle 18.30 e vedrà come protagonisti il Museo Ebraico di Roma e il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS.

Inizieremo ricostruendo la presenza a Roma della famiglia ebraica dei Del Monte che è documentata fin dagli inizi del Seicento. La famiglia è sopravvissuta a restrizioni e persecuzioni anche grazie all’amore per le proprie tradizioni, testimoniato dai doni di magnifici oggetti di culto elargiti con orgoglio e devozione alle sinagoghe. Tra i discendenti vi era il poeta di sonetti giudaico romaneschi Crescenzo Del Monte, che, nel primo decennio del secolo scorso, aveva scritto la Storia degli ebrei di Roma per valorizzare il patrimonio dialettale degli ebrei della città e raccontare le vicende intricate di una storia unica e antichissima.

Si passerà poi alla ricchissima storia dei Bassan e Bassani: faremo un viaggio insieme che dal 1600 arriverà al Novecento. Il punto da cui partiremo per raccontare la vicenda di questa famiglia è la coppia di stele a torre con iscrizioni in ebraico e stemmi risalente al 1635 esposta nel percorso permanente del MEIS “Ebrei, una storia italiana”.
Si proseguirà infine sulle tracce di un celeberrimo Bassani, lo scrittore Giorgio, che a metà del Novecento si affermerà nel mondo letterario italiano e internazionale tratteggiando una Ferrara affascinante e spensierata spazzata via dalla Shoah.

Intervengono:
Olga Melasecchi – Museo Ebraico di Roma
Lia Toaff – Museo Ebraico di Roma
Amedeo Spagnoletto – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah
Rachel Silvera – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah

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Nell’immagine a sinistra: Un particolare della Mappà in damasco broccato e velluto di seta ricamato con fili d’oro, donata dai fratelli Jacov ed Efraim Del Monte alla Scola Siciliana nel 1748. A destra: un particolare della stele a torre con iscrizioni in ebraico e stemmi della famiglia Bassan, Verona 1635, MEIS.

In occasione del centenario dalla morte di Franz Kafka, lo scrittore ebreo praghese che ha rivoluzionato la letteratura del XX secolo, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara in collaborazione con il MEIS organizza un ciclo di quattro seminari.

Il secondo appuntamento è il 13 novembre, 16.00 con il Prof. Domenico Scarpa (Università di Pavia) – Aula Magna, Palazzo Turchi di Bagno, Università di Ferrara, Corso Ercole I d’Este, 32.

Scarpa è il consulente letterario del Centro studi Primo Levi di Torino. Ha pubblicato Italo Calvino (Bruno Mondadori, 1999), Storie avventurose di libri necessari (Gaffi, 2010), Natalia Ginzburg. Pour un portrait de la tribu (Cahiers de l’Hôtel de Galliffet, 2010), Uno. Doppio ritratto di Franco Lucentini (:duepunti, 2011) e, con Ann Goldstein, In un’altra lingua (Lezioni Primo Levi – Einaudi, 2015). Ha curato il terzo volume della Grande Opera Atlante della letteratura italiana. Dal Romanticismo a oggi, edito da Einaudi (2012) e, con Roberta Mori, Album Primo Levi (2017). Inoltre, la raccolta delle Lezioni Primo Levi (Mondadori, 2019) e svariate antologie, cicli teatrali, mostre e documentari televisivi.

Il suo ultimo libro è: Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore (Hoepli, 2023).

PROSSIMI APPUNTAMENTI

20 novembre, 16.00 Prof. Massimiliano De Villa (Università di Trento) – MEIS (via Piangipane, 81), numero di posti limitato, necessaria prenotazione a eventi.meis@coopculture.it 

11 dicembre, 16.00 Prof.ssa Roberta Ascarelli (Università di Siena) – MEIS (via Piangipane, 81), numero di posti limitato, necessaria prenotazione a eventi.meis@coopculture.it 

Il ciclo di seminari rientra nelle “Altre Attività” (Stage, tirocini, seminari) riconosciute dai corsi di laurea. Inoltre, il ciclo è accreditato sulla piattaforma S.O.F.I.A. con il codice 95926 ed è riconosciuto come attività di aggiornamento docenti delle scuole secondarie.

Per info scrivere a: micaela.latini@unife.it

Il 5 novembre alle 9.00 il MEIS organizza il convegno “Novecento di tanti, Novecento di tutti. La narrazione partecipata dei musei del futuro” presso il MEISHOP (via Piangipane, 81).

Il convegno, realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura, metterà in dialogo grandi e piccoli musei italiani per capire in che modo le rispettive modalità espositive ed educative affrontano o intendono affrontare le sfide del futuro.

La nuova definizione di museo approvata da ICOM a Praga nel 2022 mette più che mai al centro della vita dell’istituzione museale i pubblici, non più destinatari ma partecipanti attivi delle narrazioni museali. Una sfida che riguarda tutti gli istituti, ma che forse si fa più complessa per alcuni aspetti quando si parla di storia recente: come rendere partecipata e attuale la narrazione del secolo breve?

Sono per questo individuate due sessioni; la prima incentrata sulle memorie contemporanee, ovvero i fatti storici che hanno segnato la Nazione, proponendo per questo le relazioni del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, del Parco Nazionale della pace e Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema, del Polo del ‘900 di Torino, del M9-Museo del ‘900 di Venezia e del Museo per la Memoria di Ustica di Bologna; la seconda sessione intende invece indagare il ruolo dei musei nella narrazione del Novecento delle comunità etniche e religiose: ne discuteranno oltre al MEIS, il Museo Interreligioso di Bertinoro, il Castello D’Albertis Museo delle culture del mondo di Genova e l’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani.

I posti sono limitati, chi desidera partecipare può accreditarsi scrivendo a ufficio.stampa@meisweb.it.

Per l’ottenimento dei crediti formativi, gli insegnanti possono iscriversi sulla piattaforma SOFIA con il codice 95927.

PROGRAMMA

Ore 9.00 accoglienza

Ore 9.30 saluti istituzionali

Ore 10.00-13.00 Sessione 1 Memorie contemporanee

chair Caterina Paparello (Università Ca’ Foscari Venezia)

Rovesciare il paradigma: da museo-collezione a spazio narrativo. Il caso del Museo della Guerra di Rovereto

Francesco Frizzera e Anna Pisetti, Museo Storico Italiano della Guerra

Dall’oblio al Marchio del Patrimonio Europeo. Nuove sfide per la memoria

Michele Morabito, Parco Nazionale della pace e del Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema

Rigenerare memoria: riflessioni e pratiche di un percorso presente

Emiliano Paoletti, Polo del ‘900

“Tutti che visualizzano, pochi che mettono a fuoco…”. Riflessioni intorno alla narrazione digitale dei musei

Serena Bertolucci, M9 – Museo del ‘900

Fare memoria: il relitto, la storia, l’arte

Daria Bonfietti, Museo per la Memoria di Ustica

Ore 15-18.00 Sessione 2 I musei per le comunità

chair Patrizia Dragoni (Università degli studi di Macerata)

Il museo come soggetto attivo e agente di mediazione

Maria Camilla De Palma, Castello D’Albertis Museo delle culture del mondo

Musei ecclesiastici e comunità: storia di un fuoco vivo

Laura Marino, AMEI-Associazione Musei Ecclesiastici Italiani

Il museo Interreligioso di Bertinoro. Strumento di dialogo per studenti e visitatori

Simone Valmori, Museo Interreligioso

“Ricorda questo giorno” (Esodo 13:3)

Amedeo Spagnoletto, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS

Tavola rotonda e conclusioni

Il 20 e il 21 ottobre per celebrare Sukkot, la Festa delle Capanne, vi invitiamo in giardino nella nostra capanna adornata di frutta e frasche.

Domenica 20 ottobre l’ingresso al MEIS avrà il costo ridotto di 6 euro: venite a visitare le nostre esposizioni e fotografatevi sotto la nostra sukkah!

Inviateci poi le vostre foto all’indirizzo ufficio.stampa@meisweb.it; pubblicheremo sui nostri social gli scatti più belli.

Lunedì 21 ottobre il MEIS sarà straordinariamente aperto (dalle 16.00 alle 19.00) per un pomeriggio da passare insieme con l’iniziativa “Assaggi di mostra”. Alle 16.30 avremo come ospite Danièle Sulewic, storica collaboratrice dell’artista Emanuele Luzzati. Sulewic racconterà la poliedrica figura di Luzzati a partire dalle sue opere presenti nella mostra “Ebrei nel Novecento Italiano”. Assieme a lei, sarà presente il rabbino e musicista Haim Fabrizio Cipriani che presenterà il suo volume “Alla vita! Feste, incontri e saggezza di un rabbino dei nostri tempi” (San Paolo edizioni, 2024).

Dopo la conferenza e la visita tematica alla mostra, seguirà l’aperitivo. L’evento è gratuito. I posti sono limitati, per prenotare scrivi a eventi.meis@coopculture.it o chiama il numero 3425476621.

L’attività è realizzata grazie al contributo di COFERASTA.