C’è un nuovo tesoro al Meis. Il manoscritto dono di Prigioni
IL MEIS ha acquisito in questi giorni, grazie a una donazione privata, un raro manoscritto del periodo rinascimentale: la ‘Bibbia di Mosè da Castellazzo’. Il donatore è l’ambasciatore Giulio Prigioni, che ha voluto contribuire sia alla collezione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah che alla preparazione della mostra ‘Il Rinascimento parla ebraico’. La Bibbia di Mosheh da Castellazzo è un codice illustrato, eseguito probabilmente a Venezia negli anni Venti del Cinquecento. Il manoscritto, ritrovato alla fine della Seconda guerra mondiale negli scantinati del comando della Gestapo di Varsavia e poi conservato presso l’Istituto di Storia ebraica della capitale polacca, fu inviato nel 1980 a uno studio fotografico per essere riprodotto. Ma non tornò più alla biblioteca e ad oggi risulta smarrito o rubato. La riproduzione donata al Museo è stata curata da Kurt e Ursula Schubert e pubblicata in pochissimi esemplari.
Mosheh da Castellazzo (1466-1526) fu un pittore e un disegnatore piuttosto noto, come lui stesso afferma nella richiesta di privilegio di stampa che rivolse al Senato veneziano nel 1521: dichiara infatti di aver disegnato un ciclo d’illustrazioni bibliche, di cui intende far approntare dalle proprie figlie le incisioni su legno. Il privilegio fu accordato, ma di quel ciclo sembrano essere rimaste solo due incisioni. Il manoscritto è una copia delle incisioni complete. Si tratta di un documento molto importante della cultura artistica ebraica nell’Italia del primo Cinquecento, con illustrazioni che ampliano il dettato biblico attraverso aggiunte tratte dai ‘midrashim’, ovvero dai commenti dei maestri ebraici agli scritti biblici. L’Ambasciatore Prigioni ha raccontato come, grazie all’aiuto dell’ebraista Giulio Busi, curatore della mostra sul Rinascimento in programma al Meis, sia riuscito a trovare la rara riproduzione in un paesino sperduto della Svizzera. «Le donazioni che stanno arrivando al Meis – ha detto il direttore Simonetta Della Seta durante la cerimonia di acquisizione dell’opera – confermano il riconoscimento del ruolo del Museo in Italia, in Europa e nel mondo. La mostra sul Rinascimento, intorno alla quale c’è molta attesa, tratterà un periodo aureo del dialogo tra cristianesimo ed ebraismo nel Paese».