“C’è preoccupazione per la rinascita dell’antisemitismo in Europa”

A cura di Andrea Musacci

“Ferrara a livello internazionale è riconosciuta come un luogo importante per l’ebraismo e per la narrativa della Shoah”. Si esprime così a “la Voce” Simonetta Della Seta, Direttore del MEIS – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah con sede nelle ex carceri di via Piangipane. L’occasione per rivolgerle alcune domande ci è data dall’assemblea plenaria dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), svoltasi in città dal 27 al 29 novembre scorsi, in occasione della Presidenza italiana dell’organizzazione mondiale.

Un’iniziativa particolarmente importante, di respiro internazionale, che si svolge a Ferrara: un onore per il MEIS che l’ha organizzata e per una città come la nostra con una radicata comunità ebraica…

Nel 2018 l’Italia ha preso la Presidenza dell’IHRA, in occasione degli ottant’anni dall’emanazione delle leggi razziali, che nel ’38 fecero del nostro Paese uno stato razzista. Questi anniversari sono cruciali, perché servono a fare i conti veri con la Storia. Grazie al MEIS, la Città di Ferrara si è candidata subito a ospitare la seconda plenaria (la prima, che doveva obbligatoriamente svolgersi nella capitale, si è tenuta a Roma a fine maggio). Sono fiera che questa proposta sia stata accolta sia dall’IHRA che dalle istituzioni italiane. Il risultato è stato quello di esporre Ferrara a un pubblico internazionale e molto qualificato, che l’ha riconosciuta come un luogo importante per l’ebraismo e per la narrativa della Shoah. Non a caso i delegati hanno anche visitato con noi il Campo di Fossoli.

Qual è la missione dell’IHRA?

L’IHRA è un’istituzione intergovernativa impegnata a combattere l’antisemitismo, la negazione della Shoah e tutti i razzismi tramite l’educazione, la ricerca e la Memoria dell’Olocausto. Unisce i governi e gli esperti in questo sforzo comune, teso a sostenere gli impegni presi nel 2000 con la Dichiarazione del Forum Internazionale di Stoccolma sull’Olocausto, che ha riconosciuto come quella tragedia senza precedenti abbia messo in discussione le fondamenta stesse della civiltà e rivesta un significato universale. Nel periodo 2018-2022, l’IHRA si sta concentrando sulla lotta alla distorsione dell’Olocausto, attraverso una rete che condivide esperienze nazionali, buone pratiche e soluzioni, e le rende visibili e accessibili ai responsabili delle decisioni.

In generale, che cos’è emerso dalla tre giorni di lavoro dell’assemblea svoltasi a Ferrara?

In questo momento storico, la preoccupazione principale degli esperti è la rinascita dell’antisemitismo in Europa, un fenomeno diffuso da Est a Ovest ed estremamente inquietante. C’è, poi, una forte attenzione attorno al pericolo che venga distorta la verità storica. Ad esempio, molti Paesi europei, soprattutto dell’Est, raccontano l’Olocausto come se fosse stato commesso solo dai nazisti: cancellare le responsabilità di tutti coloro che hanno collaborato in modo decisivo allo sterminio degli ebrei (polacchi, austriaci, ungheresi, francesi e anche italiani) significa tramandare il falso.

Negazionismo e riduzionismo sul tema dell’Olocausto riguardano, purtroppo, anche il nostro Paese: emergono sempre più (anche se, certo, non nascono oggi) movimenti dichiaratamente razzisti e antisemiti…

Gli italiani hanno troppo spesso archiviato il tema della Shoah come qualcosa di legato solo all’alleanza con Hitler. Invece le leggi razziali furono inventate nel ’38 da Mussolini e i primi convogli per Auschwitz, che partivano dal Campo di Fossoli, erano organizzati dalle autorità italiane. Finché il nostro Paese non farà i conti con le proprie responsabilità, rischierà sempre di riammalarsi di razzismo. E, come la storia insegna, ogni volta che un Paese si è ammalato di questa malattia, ne hanno poi sofferto tutti.

Nell’assemblea Il MEIS ha anche preso attivamente parte ai lavori dell’assemblea, in particolare al “Memorials and Museums Working Group”: di cosa si tratta?

Sono membro della Delegazione italiana dell’IHRA dal 2013 e attiva nel gruppo di lavoro “Memoriali e Musei”. Inoltre, nel corso della plenaria di Ferrara ho assunto anche il ruolo di capo delegazione.

400 studenti del Vergani sono stati coinvolti nella preparazione dei pasti: un gesto significativo rendere partecipi così tanti giovani…

L’IHRA ha innanzitutto uno scopo educativo e studia formule per trasmettere la Memoria ai giovani. Coinvolgere un Istituto alberghiero così all’avanguardia come quello di Ferrara è stata una decisione applaudita da tutti i delegati. Formando gli studenti del Vergani allo spirito del cibo ebraico e insegnando loro alcune ricette di donne ebree deportate, la plenaria ha sicuramente lasciato in questi ragazzi una traccia indelebile.

Infine, anche l’UE è diventata partner permanente dell’IHRA: in un periodo di crisi del progetto europeo, un segnale concreto importante…

All’IHRA già partecipano più di venti stati europei. Il fatto di includere l’Europa anche come Unione rafforza il progetto. Ma alla base di tutto c’è una premessa: la Shoah è stata perpetrata nel vecchio continente, nel cui cuore è nata questa deviazione della storia e dell’umanità. Ed è qui che va capito come ciò sia potuto succedere.

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