Al Meis il tavolo di confronto sul turismo: “Servono infrastrutture e meno litigi”
di Martin Miraglia
“Ad agosto Lonely Planet ci ha nominati ‘best destination in Europe 2018’, ed è un riconoscimento importante e un orgoglio per la nostra regione. Però non è stato ottenuto per ciò che siamo stati ma per le innovazioni che sono avvenute, come il Meis”. È così che, proprio al Meis, l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini ha aperto i lavori ferraresi nella mattina di lunedì di ‘Destinazione Emilia-Romagna’, un confronto con gli stakeholders della filiera dell’accoglienza che in tre giorni vuole toccare tutte le città della regione per il rilancio di quello che dev’essere “un settore industriale vero e proprio”.
E così, insieme al sindaco di Comacchio Marco Fabbri e al vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto — mentre Bonaccini invece è assente a causa di una convocazione urgente da parte del presidente del consiglio Giuseppe Conte —, per il turismo emiliano-romagnolo si fanno, letteralmente, i conti e i resoconti di quanto fatto e quanto ancora ci sia da fare. “Aldilà dei numeri positivi e in crescita e degli investimenti che stiamo facendo per sostenere gli investimenti dei privati in un settore che ora vale l’11% del Pil regionale”, premette Corsini, “nelle prossime settimane vareremo due misure importanti. La prima, che coinvolge il comune di Comacchio, è la legge sulla riqualificazione del distretto turistico della costa in cooperazione con i privati che parteciperanno i bandi, per sostenere la competitività ferrarese sul piano dell’internazionalizzazione agendo sui temi strutturali; la seconda è dedicata alle imprese private con una convenzione con Cassa Depositi e Prestiti per oltre 20 milioni per sostenere progetti di riqualificazione urbana tramite un contributo a fondo perduto del 20% e il restante erogato dalle banche a tassi favorevoli e in vent’anni”. Ovviamente non sarà solo questo a bastare, ma secondo l’assessore regionale “si possono mettere in moto percorsi virtuosi per città che hanno bisogno di incentivi”.
Ad ogni buon conto, l’intervento di Corsini mette sul piatto sia le idee che, ‘banalmente’, i soldi. Tema, l’ultimo, spesso e volentieri sorvolato dalle discussioni e apprezzato invece dagli enti locali, a partire da Fabbri secondo il quale “in questo momento storico abbiamo bisogno di più investimenti, e apprezziamo queste aperture. Adesso c’è anche molto coraggio da parte dei privati: in questi giorni abbiamo chiuso un accordo di programma sulla costa che prevede nuove strutture ricettive e villaggi turistici, simbolo di come si continui a investire. Però non possiamo ingessarci bloccando poi le grosse infrastrutture come la Cispadana o è chiaro che l’entusiasmo poi viene smorzato”. Detto questo, il primo cittadino di Comacchio nota poi come a essere cambiato sia il viaggio stesso dei vacanzieri: “Abbiamo lavorato in questi anni per valorizzare a meglio il nostro ambiente e le nostre città d’arte. Molti operatori costieri si sono ridimensionati, e per questo in un anno e mezzo abbiamo inaugurato due musei. È una scelta coraggiosa che va vista come un investimento nel futuro dei territori. Per questo forse la scelta di spacchettare il Mibact non è delle più lungimiranti, pensare alle politiche sul turismo senza una visione a 360 gradi è un grosso errore”.
Per il capoluogo estense infine, il futuro sembra sereno nonostante i lavori in corso, almeno secondo Maisto per il quale la città “dal 2012 cresce come presenze. Non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo dei 500mila pernottamenti, ma i risultati ci soddisfano, soprattutto perché Ferrara non è Venezia o Firenze e ci sono escursionisti che non si trasformeranno in vero turismo”. Comunque, in ottica, c’è una “rete museale da far invidia a qualunque capitale europea. Dal 2021-2022 la avremo a dovremo lavorare poi sulla diversificazione delle proposte e sull’allungamento della permanenza media. Il Meis ad esempio non dev’essere la terza cosa da visitare a Ferrara dopo il Castello e Palazzo Diamanti, ma deve contribuire a farla conoscere per far vincere la concorrenza delle città vicine”. Maisto poi riflette su fuori 0sede e Internazionale a Ferrara: per i primi “ora bisogna migliorare l’accoglienza e la logistica, il loro arrivo sopperisce alla denatalità di questa città”, mentre sul secondo “quando la città è piena per questo evento non mi sembra il caso di litigare perché un relatore è più o meno di sinistra. Non è un bel biglietto da visita e nelle città d’arte non succede. Gli eventi non sono giorni in cui si riempiono gli alberghi ma un modo di far conoscere le città e devono continuare ad avere la loro forza promozionale”.