22 marzo, evento online. Le scuole ebraiche durante le leggi razziali

Mercoledì 22 marzo alle 18.30 vi aspettiamo online su Zoom per un incontro speciale organizzato dal MEIS in collaborazione con l’Istituto Storico di Modena, il Museo Ebraico di Bologna e l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

Al centro del confronto, la peculiare esperienza delle scuole ebraiche dell’Emilia-Romagna dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938.

Cacciati dai loro banchi, isolati dai loro compagni di classe, umiliati dalla società, i giovanissimi studenti trovarono una nuova dimensione nelle scuole ebraiche aperte in città: in questi anni, assieme alle materie curriculari, venne insegnato loro il valore dell’educazione, l’importanza della cultura, ma soprattutto il coraggio di non arrendersi di fronte alle leggi inique.

Giulia Dodi ricostruirà la costituzione della scuola ebraica di Modena, attraverso la documentazione conservata ancora oggi dall’archivio della Comunità. Il fitto carteggio con il provveditorato e con le istituzioni locali, le domande di assunzione da parte dei docenti ebrei di tutta Italia e le richieste d’iscrizione degli scolari permettono di comprendere lo sforzo e l’impegno che la comunità affrontò per dare vita internamente a classi che fossero il più possibile simili a quelle che il regime aveva appena smembrato.

Ci si sposterà poi a Bologna con l’intervento di Francesca Panozzo: quando i ragazzi vennero cacciati dalle scuole, non senza sacrifici e difficoltà, la Comunità – che all’epoca contava circa 900 iscritti – volle dare un segno tangibile di una volontà di reazione e resistenza alla persecuzione e aprì, proprio nei suoi locali, una scuola di insegnamento medio. Questa, assieme alle classi di insegnamento elementare aperte dallo Stato, rappresentò per gli studenti ebrei una parvenza di normalità in una vita che stava rapidamente cambiando.

Il nostro viaggio si concluderà a Ferrara con Anna Maria Quarzi che racconterà la straordinaria storia della scuola di via Vignatagliata. Dall’autunno del ’38, la scuola accolse circa 70 ragazzi: a gestirla furono professori, maestri e anche gli studenti cacciati dalle Università, come lo scrittore Giorgio Bassani che insegnava italiano, storia e storia dell’arte; Matilde Bassani, che diventerà una valorosa partigiana; la maestra Alberta Levi Temin e docenti universitari come l’agronomo Ciro Ravenna, l’anatomopatologo Ettore Ravenna e un amico di Benedetto Croce, il Professore Ubaldo Lopez. È grazie a questi insegnanti d’eccezione che, nonostante il rigido controllo, il provvedimento di esclusione si trasformerà in un’opportunità di approfondire temi e spaziare su argomenti che nella scuola di regime difficilmente si sarebbero potuti trattare.

Intervengono:

Giulia Dodi, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena

Francesca Panozzo, Referente dei Servizi Educativi del Museo Ebraico di Bologna

Anna Maria Quarzi, Presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Modera: Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS

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Nelle immagini: la scuola ebraica di via Vignatagliata a Ferrara (ISCO); la pagella di Giorgio Sinigaglia presente nell’archivio del MEB, fondo Sinigaglia e un documento della scuola ebraica di Modena.

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