Stelle senza un cielo, le storie dei bambini nella Shoah
Racconta Primo Levi in Se questo è un uomo che nel vagone che lo portava verso il campo di Auschwitz c’era anche Emilia, una bimba di 5 anni. Emilia era con tutta la sua famiglia su quel treno: suo Italo, la mamma Elena e il papà Aldo. Era nata nel 1938, pochi mesi dopo la promulgazione delle leggi razziali. Morì il giorno stesso dell’arrivo al campo di concentramento insieme alla madre e al fratello.
La storia di Emilia è raccontata, insieme a quelle di molti altri bambini ebrei italiani nella mostra Stelle senza un cielo. Bambini nella Shoah, fino al primo marzo al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. L’esposizione è curata dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, in collaborazione con il MEIS, l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC.
La mostra testimonia il dramma della Shoah attraverso le storie dei bambini, come bambina era Liliana Segre, una delle poche sopravvissute alla deportazione. Morirono nell’Olocausto un milione e mezzo di bambini e adolescenti. La senatrice a vita, quest’anno novantenne, è una dei 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz.
Degli oltre 200 bambini e ragazzi sotto i 14 anni che furono deportati dal ghetto di Roma il 16 ottobre 1943 non è tornato nessuno. Pacifico Spizzichino, la moglie Elena e i loro tre bambini Enrica, Franca e Mario, furono arrestati quella notte. Il treno partì dalla Stazione Tiburtina il 18 ottobre 1943 e giunse ad Auschwitz-Birkenau il 22 ottobre. Nessuno della famiglia sopravvisse alla Shoah. La loro storia e quella di molti altri è nella gallery in alto.
Il Giorno della Memoria serve a ricordare loro. Il Giorno della Memoria è il 27 gennaio perché quel giorno del 1945 le truppe sovietiche arrivarono ad Auschwitz, nome tedesco di una cittadina polacca, che, da allora in poi, sarebbe stato ricordato per sempre come uno dei luoghi dell’orrore della storia del Novecento.
Quei soldati trovarono il campo di concentramento e raccolsero le prime testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto. In questo lager c’erano anche la maggior parte degli ebrei italiani deportati, bambini compresi, quei bambini che avevano già subito la prima persecuzione, quella dei diritti con le leggi razziali del 1938, costretti a lasciare la scuola e tutte le altre attività per la loro religione o etnia.
Al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah è ora permanente il percorso multimediale 1938: l’umanità negata, a cura di Paco Lanciano e Giovanni Grasso, mostra voluta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e allestita nel 2018 al Quirinale in occasione degli ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali. La narrazione ha la voce di Francesco Pannofino.