Shavuot 5780

La sera di giovedì 28 maggio inizia la festa di Shavuot che termina il 30 maggio in corrispondenza del 6 e 7 del mese ebraico di Sivan e celebra il momento in cui gli ebrei ricevettero la Torà.

Shavuot significa “settimane” e cade esattamente sette settimane dopo Pesach, la festa che ricorda la liberazione degli ebrei dalla schiavitù egiziana. Il periodo tra le due ricorrenze, contrassegnato dal conteggio dell’omer (la benedizione in ricordo della misura d’orzo che si offriva presso l’antico Tempio di Gerusalemme), è vissuto con profondo coinvolgimento e rappresenta una fase di elevazione spirituale in preparazione della rivelazione della Torà.

Durante Shavuot vengono celebrati i valori universali dei Dieci Comandamenti, strumenti alla base dell’etica di ogni uomo e ogni donna.

Il dono ricevuto viene festeggiato ogni anno con la stessa gioia ed intensità: è uso infatti decorare con tantissimi fiori le sinagoghe come simbolo della fioritura improvvisa del Monte Sinai e dello straordinario profumo che si diffuse durante il momento della rivelazione della Torà.

Quello da Pesach a Shavuot è un vero e proprio cammino in cui progressivamente ci si libera interiormente dalla schiavitù per essere in grado di ricevere le regole di comportamento che permettono di convivere pacificamente e in armonia. La festa coincide con il momento di maturazione spirituale in cui si è pronti godere pienamente della libertà nel suo vero significato.

Shavuot è chiamata anche Hag ha-Qatsir, Festa della mietitura e Yom ha-Bikkurim, Giorno delle primizie, esso era infatti il primo giorno in cui si potevano portare in offerta all’antico Tempio di Gerusalemme le primizie di frumento, orzo, fichi, uva, melagrane, olive e datteri; le sette specie per le quali si loda la Terra di Israele. Fa parte con Pesach (la festa della primavera e della rinascita della terra) e Sukkot (la festa del raccolto) degli Shalosh Regalim, i tre pellegrinaggi che si facevano per giungere al Tempio di Gerusalemme.

Shavuot è una ricorrenza fatta di sapori e profumi, un’occasione nella quale si rinnova il forte legame tra ebraismo e natura, come racconta questo video del MEIS facendovi visitare il Giardino delle domande che riapre al pubblico giovedì 28 maggio (qui tutte le info).

Durante la festa si legge il Libro di Ruth dedicato alla storia dell’omonima donna moabita, vedova del marito ebreo, che nonostante la fede religiosa diversa decise di convertirsi, abbandonare tutto e seguire la suocera Noemi in Terra di Israele dove sposò Boaz.

“Ti seguirò ovunque tu vada” disse Ruth a Noemi, divenendo il simbolo di uno dei più toccanti sodalizi femminili.

Il ruolo di Ruth nella storia ebraica è particolarmente emblematico: non solo pone al centro il ruolo cruciale delle donne nell’ebraismo celebrandone il coraggio e la caparbietà, ma racconta la vicenda di una donna convertita, non ebrea per nascita. È allora significativo che proprio dalla stirpe a cui dà vita Ruth discenderà David, uno dei re di Israele.

Il Libro di Ruth viene letto a Shavuot proprio perché l’ambientazione della storia coincide con il periodo della mietitura e la donna si impegnò nel lavoro dei campi in prima persona facendo la spigolatrice. È però anche una delle storie che riflettono l’importanza della trasmissione dei valori di generazione in generazione (midor le dor) e dei rapporti interpersonali.

Nelle comunità ebraiche italiane è tradizione celebrare proprio durante Shavuot il bat-mitzvà, la maggiorità religiosa, delle ragazze di dodici anni che attraverso questo rito di passaggio entrano nell’età adulta. Alcuni inoltre usano trascorrere tutta la notte a studiare Torà e consumare un pasto a base di latticini; spiegano infatti i maestri che come il latte per un neonato è un alimento completo, così il popolo ha recepito la Torà come una legge compiuta e autorevole.

Chag Shavuot Sameach, Felice festa di Shavuot.

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