Memoria consapevole, il seminario al Meis
Cinque giorni per lavorare insieme con un unico obiettivo: aprire una nuova strada che permetta ai docenti delle scuole di insegnare ai loro alunni la memoria della Shoah e i valori inalienabili che costituiscono i diritti umani.
Si è aperto ieri, nella cornice del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, il seminario “Imparare dal passato – Agire per il futuro. Pratiche formative sulla Shoah e sui diritti umani” organizzato dallo statunitense The Olga Lengyel Institute (Toli) e dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica (Cdec) in collaborazione con il Meis e I’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e indirizzato a circa 40 insegnanti di scuole secondarie di secondo grado provenienti da tutta Italia.
L’offerta seminariale coniuga temi del dibattito storico del Novecento, dall’antisemitismo in Italia in età contemporanea alla legislazione antiebraica fascista, alla costruzione della memoria della deportazione nel dopoguerra, all’analisi delle cause e degli effetti dell’odierno discorso d’odio.
Ad accogliere i partecipanti, il direttore del Meis Simonetta Della Seta che ha evidenziato quanto sia significativo iniziare i lavori proprio nel Museo nazionale che ha come obiettivo raccontare il passato ma anche il presente e il futuro dell’ebraismo italiano.
Non è voluto mancare l’assessore alla Cultura della città Marco Gulinelli che ha ribadito l’impegno di Ferrara nei confronti del Meis e della Comunità ebraica locale percepiti come parte dell’identità di tutti i cittadini. Gulinelli ha poi rievocato lo scambio avvenuto tra Primo Levi e la sopravvissuta alla Shoah e partigiana Liana Millu. Millu regalò a Levi il mozzicone della matita con la quale scrisse le sue memorie come un vero e proprio passaggio di consegne. “Quello che vi consiglio – ha terminato Gulinelli rivolto agli insegnanti – è di regalare ai vostri studenti un mozzicone di matita, un monito a non dimenticare”.
Harry D. Wall, nel consiglio di amministrazione di Toli, ha espresso la propria soddisfazione nel tornare nuovamente al Meis in un’occasione tanto importante, aggiungendo: “La nostra istituzione prende il nome da Olga Lengyel, una delle prime testimoni della Shoah che ha deciso di parlare e raccontare la propria terribile esperienza. L’essenza del lavoro di Toli è quella di imparare la dura lezione della Shoah e fare in modo che ciò non avvenga mai più, soprattutto in un periodo come quello attuale con rigurgiti di antisemitismo e razzismo”. “Fuori dal nostro ufficio – ha concluso Oana Nestian Sandu, direttore dei programmi europei di Toli – c’è scritto ‘Amiamo i nostri insegnanti’. Vogliamo ringraziare i docenti qui oggi perché insegneranno una materia non facile o piacevole ai loro studenti, ma allo stesso tempo trasmetteranno una lezione importante sul comportamento umano e sulle nostre responsabilità verso chi viene trattato ingiustamente”.
Ferrara con la sua storia ebraica millenaria è particolarmente significativa come sede del seminario, ha proseguito Gadi Luzzatto Voghera, direttore del Cdec: “È rilevante iniziare un’esperienza didattica in questo luogo. Gli ebrei italiani sono veri protagonisti della costruzione dell’identità italiana. L’obiettivo è quello di creare una rete attraverso i docenti che raggiunga più città possibili. Noi offriamo strumenti didattici innovativi ma è proprio grazie agli insegnanti che abbiamo un confronto con la realtà che ci permette di costruire qualcosa di concreto”. “Un lavoro reso possibile – ha ricordato – anche grazie allo straordinario lavoro dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti nella persona di Grazia Di Veroli, scomparsa da poco, che è stata di grande aiuto per gli insegnanti grazie alla sua carica di umanità”.
Una rete condivisa con Anna Quarzi, direttore dell’Isco e tra le prime sostenitrici del Meis: “Credo intensamente nella formazione dei docenti. Dobbiamo essere a loro disposizione e studiare insieme come ripensare i luoghi della memoria e al loro ruolo nel futuro”.
“Quando visiterete i luoghi ebraici di Ferrara – è intervenuto il vice-presidente della Comunità ebraica di Ferrara Massimo Acanfora Torrefranca – troverete sul muro della casa comunitaria ebraica (forse la più antica d’Italia), una lapide con le 156 vittime della Shoah. Queste non sono aride cifre ma un mondo intero, più del 20% degli iscritti della comunità. Non dobbiamo chiederci cosa ha perso l’ebraismo italiano con la loro morte, ma cosa ha perso l’umanità intera. Non credo sia un caso che questo seminario si apra nel primo giorno di Elul, il mese ebraico per eccellenza dedicato alla riflessione e a rendere la società un luogo meno ingiusto”.
Il prossimo appuntamento pubblico del seminario è la conferenza aperta alla cittadinanza “Imparare dal passato – Agire per il futuro. Pratiche formative sulla Shoah e sui diritti umani” in programma il 4 settembre alle 16 presso la Sala Estense (piazza del Municipio, 2). In programma gli interventi “Il caso Italia: la rottura di una convivenza durata oltre duemila anni” del direttore del MEIS Simonetta Della Seta; “Le persecuzioni antiebraiche in Emilia Romagna” del presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara – Isco Anna Maria Quarzi; “Il giorno che cambiò la mia vita”, la testimonianza di Cesare Finzi; “L’odio, l’intolleranza, la xenofobia e il razzismo” della professoressa di Pedagogia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Milena Santerini e “Il ritorno a scuola: le ricadute della formazione sulla didattica” a cura dei docenti formati da Toli – Fondazione Cdec – Isco . Introduce e modera il vicepresidente della Comunità ebraica di Ferrara Massimo Acanfora Torrefranca.