Meis, racconti di identità

Domenica 14 ottobre, in occasione della XIX Giornata Europea della Cultura Ebraica, la Comunità ebraica di Ferrara, in collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS, propone un ricco programma di iniziative ispirate allo Storytelling. Le storie siamo noi, tema conduttore dell’edizione 2018. Un richiamo alle radici stesse dell’ebraismo, che affondano nelle ‘storie’ narrate nella Torah, la Bibbia ebraica, patrimonio di tutta l’umanità.

A Ferrara, teatro della manifestazione è il Meishop di Via Piangipane 81, dove il pubblico può seguire gratuitamente un incalzante intreccio di brevi narrazioni su alcune figure centrali dell’ebraismo ferrarese, un concerto e una conferenza. Gratuite anche le visite guidate al Ghetto e al Cimitero ebraico, previste per il pomeriggio.

Dopo i saluti delle autorità e l’introduzione da parte di Marcella Hannà Ravenna, coordinatrice dell’evento, dalle 10.00 alle 13.00 si susseguono le “Storie e racconti di ebrei a Ferrara”, a partire dall’intraprendente e influente donna d’affari Dona Gracia Mendes (Lisbona 1510-Costantinopoli 1569), nel ritratto di Luciana Roccas.

La figura di Isacco Lampronti (Ferrara 1679-1756), medico e talmudista, autore della monumentale enciclopedia talmudica Il Timore di Isacco, viene tratteggiata da Massimo Acanfora Torrefranca, mentre Andrea Pesaro si concentra sull’eclettico Abramo Colorni, che nelle corti rinascimentali del XVI secolo di Mantova e Ferrara fu ingegnere militare, architetto, inventore e molto altro.

Se Felice Ravenna (Ferrara 1869-1937), avvocato, fondatore della Federazione Sionistica Italiana, già Presidente della Comunità ebraica di Ferrara e dell’UCEI, è al centro dell’intervento di Jardena Tedeschi, a risuonare nelle parole di Marco Contini è la personalità del suo avo Ciro Contini(Ferrara 1873-Los Angeles 1952), ingegnere e urbanista, autore del Piano regolatore e di ampliamento della città estense fra il 1911 e 1915.

Dopo il capitolo che Jose Romano Levy dedica a Vittore Veneziani (Ferrara 1878-1958), il più importante direttore di coro italiano fra le due guerre, Michelle Nahum Sembira ripercorre la vita di Silvio Magrini (Ferrara 1881-Auschwitz 1944) fra scienza, interessi sociali, agricoltura ed ebraismo.

Roberta Anau sfoglia le pagine del proprio album di famiglia soffermandosi sulla madre Fernanda, sul poeta zio Giacomino e sui tanti animali di casa Anau.
Ida Ascoli Magrini in Bonfiglioli (Graz 1906-Ferrara 2011), donna energica e colta che oltrepassò con coraggio e passione politica sfide e tempeste del ’900, rivive nelle parole di Sabina Fedeli.

La mattinata si chiude in chiave minimalista su Gianfranco Rossi (Ferrara 1931-2000), scrittore e poeta delle piccole cose, nel ricordo di Marcella Hannà Ravenna.

Alle 14.30 parte dal MEIS la visita guidata al Ghetto e al Cimitero ebraico, per un massimo di quaranta persone.

La GECE torna al Museo alle 17.00 con il concerto della soprano Ahava Noham Katzin che, accompagnata alla chitarra da Massimiliano Filippini, esegue le musiche del popolo ebraico e dei compositori ebrei italiani Salomone Rossi e Mario Castelnuovo-Tedesco.

Infine, alle 18.30, la conferenza di Luciano Meir Caro, rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara, sul tema Il Midrash: una modalità di racconto ebraico. Introduce Simonetta Della Seta, direttore del MEIS.

La Giornata Europea della Cultura Ebraica è patrocinata dal Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dal Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani. È, inoltre riconosciuta, dal Consiglio d’Europa.

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