Meis, Mattarella mette il sigillo alla mostra sul Rinascimento
Stefano Lolli
DAL SUGGELLO al sigillo: nel dicembre 2017 il capo dello Stato Sergio Mattarella venne personalmente a inaugurare la prima grande mostra del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, sancendone così la nascita e la rilevanza. In vista dell’ormai prossima apertura (fissata per il 12 aprile), la mostra Il Rinascimento parla ebraico ha ricevuto la medaglia ufficiale del Presidente della Repubblica. Il prestigioso emblema, conferito al Meis quale premio di rappresentanza, raffigura nel dritto un’Italia turrita, tratta da un’antica moneta romana di epoca siracusana e ispirata all’opera del disegnatore Vittorio Grassi (1878-1958), e nel rovescio il Palazzo del Quirinale. Realizzata da Ettore Lorenzo Frapiccini, la medaglia presidenziale riconosce ufficialmente lo straordinario valore del percorso espositivo che il Meis si appresta a inaugurare.
LA NARRAZIONE del Rinascimento ebraico, curata da Giulio Busi e Silvana Greco, metterà in evidenza altri aspetti peculiari: la presenza degli ebrei e il fecondo dialogo con la cultura cristiana di maggioranza. Narrazione affidata a capolavori, oltre che a documenti, di straordinaria rilevanza: saranno esposte, tra l’altro, tele quali la Sacra famiglia e famiglia del Battista (1504-1506) di Andrea Mantegna, la Nascita della Vergine (1502-1507) di Vittore Carpaccio, la Disputa di Gesù con i dottori del Tempio (1519-1525) di Ludovico Mazzolino, Elia e Eliseo di Stefano di Giovanni di Consolo detto il Sassetta, dove spuntano a sorpresa significative scritte in ebraico. Poi manoscritti miniati ebraici come la Guida dei perplessi di Maimonide (1349), acquistato dallo Stato meno di un anno fa. E ancora l’Arca Santa lignea più antica d’Italia, mai rientrata prima da Parigi, e il Rotolo della Torah di Biella, antichissima pergamena della Bibbia ebraica. Una mostra, più ancora della prima, in cui Ferrara troverà una forte caratterizzazione, con le tracce e i protagonisti di un’intraprendenza culturale, sociale ed economica. A Ferrara, come a Firenze, Mantova, Venezia, Genova, Pisa, Napoli, Palermo e Roma, a periodi alterni accolti e ben visti, gli ebrei avevano un ruolo non secondario di prestatori, medici, mercanti. A impreziosire la mostra, la coinvolgente scenografia dello studio Gtrf di Brescia. Ma la medaglia attribuita da Mattarella, forse, ha anche il valore di incardinare la rilevanza del Meis (cui di recente sono stati tagliati 25 milioni di euro per il completamento del progetto) nel sistema culturale del Paese. Che la si lanci in aria, e cada il dritto o il rovescio, l’esito non può essere dunque che la realizzazione.