“Meis, due anni intensi di lavoro nel segno delle porte aperte”

Esattamente due anni fa, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, era inaugurato il Meis, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. Un traguardo che il Museo ha voluto festeggiare ricordando gli obiettivi raggiunti e annunciando alcuni progetti futuri.
“Dalla sua nascita – viene sottolineato – il Meis vuole essere un luogo di accoglienza aperto a tutti, dove sentirsi a proprio agio essendo se stessi. Proprio per questo il museo trae dalla propria missione, quella di raccontare la storia della minoranza ebraica in Italia, un’altra conseguente: tutelare le diversità. La sfida è quella di essere un luogo accessibile a tutti, fruibile ad ogni età, senza alcuna distinzione di genere, etnia, religione”.
Chi entra al Meis, si legge in una comunicazione diffusa nelle scorse ore, “può sentirsi a casa, forse una casa un po’ più grande, ma contraddistinta dallo stesso tepore”. Un nuovo simbolo di questa filosofia è il percorso appena attivato per le persone ipovedenti e realizzato in collaborazione con l’Associazione La Girobussola Onlus. Il Meis ha infatti prodotto delle schede tattili che riproducono alcune delle opere in mostra e ha studiato un itinerario sensoriale che possa garantire un’esperienza significativa per i visitatori. Il prossimo obiettivo, si annuncia, “è l’introduzione della lingua dei segni”.
Diverse decine di migliaia i visitatori provenienti da tutta Italia e tutto il mondo accolti in questi due anni al Meis. Tra i numerosi commenti di visitatori si riportano questi, scelti tra i più significativi: “‘Queste sono le radici dell’Europa’, ‘Finalmente un museo moderno che richiama i giovani facendo scoprire loro un tema ancora troppo poco trattato nelle scuole’, ‘Con la speranza che questo museo sia una forte testimonianza contro ogni forma di discriminazione e violenza. Che la forza della cultura, della storia e dell’arte sia da monito per il futuro’, ‘Spero che questo museo (che non poteva mancare in Italia) cresca, si sviluppi e viva come il popolo ebraico, della cui esistenza il mondo non ha mai potuto e mai potrà fare a meno’, ‘Torniamo dopo un altro anno con la stessa emozione a vedere la nuova mostra e i nuovi assetti museali sempre più interessanti e utili alla diffusione della cultura ebraica. Grazie! Bravi’”.
In questi due anni, si legge ancora, il Meis è stato presentato a Parigi, Berlino e New York, e proprio a New York sta nascendo la prima associazione degli amici del museo. Un museo raccontato da testate internazionali “come il Washington Post, il New York Times, il Jerusalem Post, il Toronto Star e Haaretz”.
Il Meis, viene spiegato, organizza visite guidate dedicate alla storia degli ebrei in Italia e le loro tradizioni. “Nell’offerta – si legge – ci sono anche diverse attività formative destinate alle scuole e dedicate ai temi delle feste, dell’alimentazione casher, dell’alfabeto ebraico, della identità, della tutela giuridica e del concetto di libertà. Sono poi tantissimi gli eventi gratuiti aperti al pubblico organizzati durante questi due anni: dalla Festa del Libro Ebraico a performance di artisti, da concerti a incontri e workshop”. Strettissimo in questo senso il rapporto con la città: I teatri e le sale storiche della città ospitano continuamente eventi del Meis e tutta la città si anima per la Festa del Libro Ebraico. Ferrara si è anche mobilitata per ospitare 400 delegati dell’Ihra (l’Alleanza intergovernativa per la Shoah), 300 coristi ebrei da tutta Europa, 150 curatori e direttori di musei ebraici venuti per la conferenza annuale dell’Aejm, l’associazione dei musei ebraici d’Europa. Ma la città è anche dentro al Meis: fino al 1° marzo la mostra ‘Ferrara ebraica’ conduce alla scoperta di una delle comunità ebraiche più importanti della storia”.
Per quanto riguarda il percorso espositivo, all’offerta già presente, sarà integrata dal 17 gennaio una nuova mostra: 1938: l’umanità negata, a cura di Giovanni Grasso e Paco Lanciano. La mostra è promossa dalla Presidenza della Repubblica con il contributo del Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca.

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