Meis: da carcere a luogo di libertà

di Lucia Bianchini

“In questi quattro anni quello che era un cantiere è diventato un museo, in una sorta di miracolo che nessuno di noi avrebbe immaginato”. Così Dario Disegni, presidente del Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah, ha condensato i quattro anni di lavori di questo museo, in occasione dell’insediamento del nuovo consiglio d’amministrazione, avvenuta nel pomeriggio di mercoledì 5 febbraio.

“Siamo partiti con una mostra di grande fascino, sui primi mille anni di presenza ebraica in Italia, inaugurata dal Presidente della Repubblica il 13 dicembre 2017, che ha avuto un grandissimo successo, a cui ha fatto seguito ‘Il rinascimento parla ebraico’ approfondimento sull’apporto della cultura ebraica al Rinascimento italiano, mostrandone i forti intrecci – ha proseguito Disegni -. Nel frattempo mostre più piccole ma molto significative si sono succedute, come ‘Il giardino che non c’è’ di Dani Karavan, una mostra sulla Ferrara ebraica ancora in corso con prestiti dalla comunità ebraica e da privati, infine una delle ultime mostre ‘1938 l’umanità negata’, fortemente voluta dal Presidente della Repubblica per ricordare con un linguaggio interattivo, quindi in grado di raggiungere tutti, l’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle leggi razziali, allestita prima a Roma, poi su richiesta di Mattarella trasferita qui come sede permanente, nella palazzina dirigenziale”.

Nel consiglio d’amministrazione si riconfermano due importati presenze del precedente direttivo, Massimo Mezzetti, uscente assessore alla cultura della Regione Emilia Romagna, Daniele Ravenna consigliere del ministro per i Beni Culturali Franceschini e due nuovi arrivi, Gloria Arbib fino a poco fa segretario generale dell’Unione comunità ebraiche italiane, e Giovanni Franco Pernisa, designato dal Comune di Ferrara in sua rappresentanza, membro della comunità ebraica cittadina.

Disegni ha poi sottolineato che i quattro anni a venire porteranno per il nuovo consiglio nuovi obiettivi e sfide: “Siamo soltanto a un primo livello di realizzazione del programma complessivo. Ci attende il completamento del progetto edilizio, sono già partiti i lavori sul secondo blocco, che sorgerà alle spalle del corpo principale e ne sarà l’ingresso, da Rampari di San Paolo. Altra novità sarà avere un ristorante kosher di altissima qualità, novità assoluta per un museo. Terminato questo lotto di cantiere andranno in appalto le ultime quattro palazzine, saranno infatti cinque strutture, come i libri della Torah, e avremo quindi altri spazi espositivi, un grandissimo polo culturale che ospiti mostre ed eventi a livello internazionale. Sono già in programma per il prossimo 2 aprile l’inaugurazione di una terza grande mostra ‘Dentro e fuori’ relativa al periodo dei ghetti e dell’emancipazione e a maggio l’annuale Festival del libro ebraico, che approfondirà i temi della mostra”.

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