«La luce dei bambini nel buio della Shoah»
È stata inaugurata ‘Stelle senza un cielo. Bambini nella Shoah’, la mostra didattica del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah realizzata in collaborazione con lo Yad Vashem (l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme), l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e il Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea.
All’inaugurazione anche il prefetto Michele Campanaro, il questore Giancarlo Pallini e il consigliere regionale dell’Emilia-Romagna Marcella Zappaterra. «Abbiamo scelto di aprire questa mostra nel periodo che precede le feste per un motivo significativo – ha spiegato il direttore del Meis Simonetta Della Seta – ci stiamo avvicinando ad una fase dell’anno piena di luci e segnata dalle festività del Natale e di Chanukkah. E per questo, è giusto dare un messaggio chiaro: quello di non dimenticarsi delle luci, delle stelle che si sono spente e delle stelle senza un cielo. I bambini durante la Shoah sono stati privati di tutto eppure sono riusciti a ritagliarsi momenti di gioco, stringere amicizie, rimanere delle fonti di luce». «Oggi – ha proseguito – centinaia di sindaci si sono stretti attorno alla senatrice Liliana Segre, questo è il modo del Meis per unirsi all’abbraccio». I saluti della senatrice Segre arrivano attraverso il vicepresidente dell’associazione Figli della Shoah Daniela Dana Tedeschi: «Oggi è una data simbolica per tutti noi, l’anniversario della proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani. La storia che tramandiamo, come testimonia anche l’esperienza di Liliana Segre, è una storia di umiliazione, perdita di identità ma anche di rinascita e amore per la vita».
E’ intervenuta anche Liliana Picciotto, massima storica della Shoah in Italia, che si è occupata di redigere le storie dei bambini italiani presenti nel percorso della mostra. Marcella Hanna Ravenna, studiosa di psicologia sociale, ha fatto un ritratto dei giovani ebrei ferraresi negli anni della deportazione. Cesare Finzi, un bambino ferrarese nella Shoah, ha raccontato la sua esperienza di discriminazione dopo la promulgazione delle leggi razziali e i tentativi di fuga verso la libertà da parte della sua famiglia.