Kippur 5784

Domenica sera inizia Kippur, il giorno più solenne del calendario ebraico. Yom Kippur, il Giorno dell’Espiazione, cade il 10 di Tishrì, esattamente 10 giorni dopo Rosh HaShanah, il Capodanno, ed è il momento in cui gli ebrei sono chiamati a fare un bilancio delle proprie azioni, esprimere un sincero pentimento e una ferma volontà di miglioramento per l’anno appena cominciato.  

Per immergersi appieno nello spirito di questa ricorrenza, bisogna astenersi dalle attività che rientrano nella quotidianità di ognuno tra cui, smettere di lavorare e compiere altre opere. Con l’intento di suscitare quel disagio (afflizione nel linguaggio della Torah) che facilita la riflessione, è richiesto per oltre 24 ore di non lavarsi, non indossare scarpe di cuoio, non detergersi, non mangiare e bere e non avere rapporti coniugali.

La giornata è dedicata alla preghiera: le sinagoghe si riempiono di persone di ogni età, che in piccoli nugoli alternano le letture sacre a brevi pause. La ritualità è sancita anche dalle persone alle quali vengono assegnati alcuni ruoli durante la liturgia specifica di Kippur.

Nelle sinagoghe, in occasioni delle festività maggiori, si utilizzano a questo scopo preziosi set per le chiamate alla lettura del Sefer come quelli che vedete nell’immagine. Si tratta di placchette incise e rubricate con la descrizione dei principali incarichi da distribuirsi al Tempio durante le funzioni: uno strumento per garantire ordine, ma anche il simbolo del coinvolgimento dei membri della comunità come parte attiva e partecipante. 

A sancire la fine della giornata, ricca di significati e spiritualità, è la preghiera di Neilà (Chiusura) e il suono dello Shofar, il corno generalmente di capra o di ariete che nell’antichità riuniva e richiamava all’attenzione il popolo ebraico. 
(Nell’immagine, Set per chiamate alla lettura del Sefer e altri incarichi, collezione privata. Già esposto alla mostra del MEIS “Case di vita. Sinagoghe e cimiteri in Italia”).

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