IL NUOVO MUSEO DELL'EBRAISMO ITALIANO

Le strade, la storia e le tradizioni di Ferrara sono permeate dalla presenza della comunità ebraica che vive qui da oltre mille anni. Ciò anche per merito dei duchi d’Este, che aprirono le porte della città agli Ebrei proprio quando altri governanti – a partire dai papi – li cacciavano o isolavano. Anche per queste ragioni, Ferrara è stata scelta per ospitare il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah all’interno dell’ex carcere restaurato di via Piangipane, che entro il 2020 verrà ampliato con altri edifici moderni, alla guisa di volumi che richiamano i cinque libri della Torà (foto in alto). Inaugurato lo scorso dicembre, il MEIS è chiamato a narrare gli oltre due millenni di vitale e ininterrotta presenza degli Ebrei in Italia, il loro fondamentale contributo allo sviluppo economico, all’unità nazionale e alla cultura del nostro Paese, ma anche il dramma delle leggi razziali del 1938 e dell’Olocausto. Per farlo si affida innanzitutto a uno spettacolo multimediale di 24 minuti, in cui 2.200 anni di storia della nostra penisola sono visti e raccontati attraverso gli occhi di un ebreo italiano. Perché non c’è miglior modo per comprendere gli altri che provare a mettersi nei loro panni. Un’esposizione dal titolo Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni (foto a sinistra e in basso), aperta fino al 16 settembre, svela, invece, al pubblico, le origini della presenza ebraica in Italia, dai suoi albori fino al Medioevo, attraverso un racconto scandito da 200 oggetti preziosi, tra cui manoscritti, incunaboli, cinquecentine, epigrafi di età romana e medievale, anelli, sigilli, monete e amuleti provenienti da musei di tutto il mondo (biglietto 10 euro, tel. 848 082 380 – www.meis.museum).

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