A Ferrara nasce il Museo dell’ebraismo
Un grande edificio, nel cuore di Ferrara, che fino al 1992 ospitava le carceri cittadine che torna a nuova vita come museo – il luogo più aperto e inclusivo per definizione – dedicato alla storia e alla vita ebraica. Si alza il sipario, nella città estense, sul Meis, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, pensato per raccontare l’esperienza degli ebrei italiani, da ventidue secoli parte viva del tessuto del Paese.
Ad alzare il velo sulla struttura di Via Piangipane il ministro della Cultura Dario Franceschini e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – che ha visitato le sale espositive senza rilasciare alcun commento – a nobilitare lo spazio museale con 47 milioni
di euro, per narrare gli oltre due millenni di presenza ebraica in Italia e che verrà completato, nel 2020, con la creazione di cinque edifici moderni a richiamare i cinque libri della Torah.
A cucire il filo rosso della narrazione, oltre 200 oggetti preziosi, fra i quali venti manoscritti, sette incunaboli e cinquecentine; 18 documenti medievali, 49 epigrafi di età romana e medievale e 121 tra anelli, sigilli, monete, lucerne e amuleti provenienti dalla Genizah del Cairo, dal Museo Archeologico nazionale di Napoli; dai Musei Vaticani, alla Bodleian Library di Oxford, dal Jewish Theological Seminary di New York alla Cambridge University Library.