Un dedalo pieno di tesori: «Meis, prometto emozione anche senza effetti speciali»

di Stefano Lolli

«NON è una mostra che strizza l’occhio ai visitatori, ma nemmeno un evento per soli studiosi o persone colte: si entra, ci si immerge nel percorso, si esce incuriositi e stimolati ad apprendere». Il Meis è un brulicare di operai, tecnici, curatori, architetti: a due giorni dall’inaugurazione della grande mostra, Giovanni Tortelli scansiona ai raggi X ogni dettaglio.

Il suo studio ha avuto l’onore, e l’onere, di curare l’allestimento del primo evento del nuovo museo.

«Bisognava contemperare vari elementi, impegnativi: contenuti scientificamente rigorosi e dall’impatto emotivo non sempre facile. Poi il luogo, l’ex carcere, che doveva perdere la propria durezza, diventando in qualche modo irriconoscibile. Infine l’idea che questa mostra sia, di fatto, la prova di un museo temporaneo, con soluzioni e materiali fatti per durare: fondali di metallo, stampe a caldo, riproduzioni curate nei dettagli».

Il visitatore è accolto dall’enorme fregio dell’arco di Tito, che raffigura la deportazione degli Ebrei a Roma. Di fatto, l’inizio della storia millenaria.

«Si parte, in realtà, da una sala dove vengono proiettate immagini di deserti, fortemente evocative: è da lì che tutti veniamo. Dal Golan, da un Mediterraneo antico e spoglio, teatro di un viaggio lungo, faticoso quanto affascinante. Poi, sfruttando l’ampiezza della prima sala al secondo piano, portiamo i visitatori nel clima degli imperatori Flavi, Vespasiano e Tito. Qui, indubbiamente, il colpo d’occhio è forte. Ma non ci sono effetti speciali! (Tortelli sorride, ndr)».

Si procede come in un dedalo, tra frammenti di video, frammenti di reperti, ambientazioni magistralmente ricreate come le catacombe.

«Questa alternanza serve a tenere alta l’attenzione del pubblico, garantendone il coinvolgimento senza togliere nulla alla scientificità della mostra, alla preziosità dei documenti, delle opere d’arte, degli oggetti. Come dicevo, non è una mostra da tempo libero, anzi va meditata, e in molti punti letta come si fa con un libro impegnativo: il nostro obiettivo è renderla fluida, consentendo anche a chi non ne conosce appieno gli argomenti di coglierne, senza mai scoraggiarsi, lo straordinario significato».

Qualcosa che ha colpito anche lei, pur immerso in tanti contenuti della mostra.

«Nella sala nove, ci sono citazioni di Ambrogio, vescovo di Milano, e Gregorio Magno, il papa della celebre bolla che proibì di vituperare gli ebrei. Leggendo, si scopre la durezza e una certa intolleranza del celebre santo meneghino».

Questo, mi scusi, è argomento da studioso, non da architetto.

«Le ho detto che questa mostra è impegnativa. Noi abbiamo cercato, però, di renderla anche motivante da un punto di vista estetico. Un compito arduo: è senz’altro più facile esporre qualche Caravaggio che frammenti di marmo o piccole lanterne, ma sono certo che i visitatori resteranno sicuramente affascinati».


IL CURATORE DANIELE JALLA – «Volti e luoghi che parlano a tutti noi»

«LA COSA che più ci ha stimolato, nel predisporre questa mostra, è stata la possibilità di entrare in relazione con le persone, con l’invisibile, nel tempo e nello spazio». Daniele Jalla, assieme a Anna Foa e Giancarlo Lacerenza, ‘firma’ l’esposizione che sarà inaugurata dal presidente Mattarella: le persone cui si riferisce, sono i volti, o meglio le evocazioni sulle epigrafi, che rimandano a figure in qualche modo simboliche del viaggio millenario della presenza ebraica italiana. Rabbini, mercanti, proseliti, prigionieri, la cui apparizione è fugace, ma fondamentale: «Il Meis non è un museo di collezioni, e per questa mostra che lo inaugura – prosegue Jalla – a noi interessava rappresentare il contesto, fatto di nomi e di luoghi. È così che la storia parla a noi, che ci mette in relazione con le persone che, dall’inizio di questo percorso accidentato e affascinante, incarnano una minoranza che si è integrata, o si è battuta per farlo, ma non ha mai accettato di farsi assimilare».

Altri contenuti

L’impegno del MEIS per i territori colpiti dall’alluvione

L’impegno del MEIS per i territori colpiti dall’alluvione

Biblioteche, archivi, luoghi di cultura e del cuore.  Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS di Ferrara ha attivato una raccolta fondi da destinare al patrimonio culturale colpito dall’alluvione che si è abbattuta nei giorni scorsi.  Da maggio a dicembre 2023, il 20% dei proventi derivati dalla vendita dei prodotti editoriali del MEIS, acquistati […]
Shavuot 5783 – Il MEIS in fiore

Shavuot 5783 – Il MEIS in fiore

In occasione della festa ebraica di Shavuot, il MEIS e la Comunità Ebraica di Ferrara – in collaborazione con Wildflowers Lab – propongono una serie di iniziative che richiamano una delle più affascinanti tradizioni di questa celebrazione: quella di decorare con tanti fiori profumati le sinagoghe. Spiega il Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto: “Abbiamo deciso […]
22 maggio – Evento in presenza al MEIS

22 maggio – Evento in presenza al MEIS

Cosa ci racconta una racchetta custodita con cura per anni dalle famiglie ebraiche ferraresi? Cosa si nasconde dietro un’infinita serie di partite di tennis giocate con amici e parenti all’ombra del Castello Estense? A svelarcelo è il nuovo libro di Ermanno Tedeschi “Una racchetta da tennis racconta. Ricordi familiari della Ferrara ebraica” (Zamorani, 2023) che verrà presentato lunedì […]
Il MEIS al Salone del Libro di Torino

Il MEIS al Salone del Libro di Torino

Il 22 maggio alle 16.30, il MEIS sbarca al Salone del Libro di Torino (Lingotto Fiere – Sala Gialla, PAD 2) con il progetto REMEMBR-HOUSE, realizzato in collaborazione con la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura. Interverrà Sara Gomel, filosofa, educatrice e scrittrice, che introdurrà il tema della Casa dal punto di vista della filosofia per ragazzi. REMEMBR-HOUSE, sostenuto dall’Unione […]
18 maggio – 18.30 EVENTO ONLINE

18 maggio – 18.30 EVENTO ONLINE

Proseguono le iniziative di #ITALIAEBRAICA, il progetto che riunisce i musei ebraici italiani. La serie di incontri online (sulla piattaforma Zoom), giunta ormai alla terza edizione, ruota attorno alle affascinanti storie degli oggetti custoditi nelle collezioni dei musei. Ricordi di famiglia, testimonianze delle comunità ebraiche italiane, usi e costumi si intrecceranno assieme: a fare da fil rouge la frase del […]