Il Meis conquista l’America
GIÀ OGGI, IL 30% dei visitatori del Meis è rappresentato da stranieri; ma la vocazione internazionale, sia dal punto di vista culturale che del richiamo turistico, è destinata a crescere. Nella sede dell’esclusivo University Club di New York, sulla 5th Avenue, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah è stato infatti protagonista di un’iniziativa che non ha rappresentato solo un’occasione di vetrima.
A presentare la missione e le attività del museo di via Piangipane, il Presidente Dario Disegni e il direttore Simonetta Della Seta, che di fronte a una platea molto qualificata di ospiti hanno parlato assieme a Giulio Busi e di Silvana Greco, curatori della mostra ‘Il Rinascimento parla ebraico’, in corso sino al prossimo 15 settembre. Per dire dell’interesse della serata, basta ricordare che tra i sessanta partecipanti al meeting c’erano Stephen Lash, amministratore delegato di Christie’s (la più celebre casa d’aste del mondo), diversi direttori di musei, alcuni grandi nomi dell’imprenditoria e della finanza americana, curatori d’arte, accademici, architetti ed esponenti di punta del mondo ebraico newyorkese. Presente anche Bianca Finzi Contini Calabresi, ferrarese di origine, figlia di Guido, giudice della Corte Suprema americana.
L’evento a Manhattan, introdotto dal Console Generale d’Italia Francesco Genuardi e chiuso dalle parole del rabbino Arthur Schneier, «ha fatto registrare un forte e motivato interesse nei confronti del Meis e del suo messaggio di dialogo», spiega il presidente Dario Disegni. Interesse che non si è certo esaurito nella conferenza: in occasione della serata, infatti, è stato costituito il primo nucleo dell’associazione ‘Meisfriends’, presieduta da Andrea Fiano, direttore della rivista ‘Global Finance’ e figlio di Nedo, sopravvissuto fiorentino alla Shoah.
In occasione della trasferta nella Grande Mela, infine, il Museo ferrarese ha lanciato ufficialmente una campagna internazionale di fundraising.