Il Giorno della Memoria al Meis “con gli occhi degli ebrei italiani”

In occasione del Giorno della Memoria 2018, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – Meis promuove una serie di incontri focalizzati sulla discriminazione e le persecuzioni subite dagli ebrei in Italia a seguito delle leggi razziali. A inaugurare il calendario delle iniziative, la presentazione dello spettacolo multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani”, che si terrà giovedì 11 gennaio, alle 18.30, presso la sede del Meis (via Piangipane 81).

Progetto scientificamente rigoroso, “Con gli occhi degli ebrei italiani” è un grande affresco sulla vita e le sorti della più antica delle minoranze italiane. E proprio attraverso lo sguardo di quella minoranza, l’installazione racconta duemiladuecento anni di storia e cultura italiane in ventiquattro minuti.

A illustrare l’opera, che costituirà l’introduzione permanente al Museo, saranno i suoi curatori Giovanni Carrada (autore di “Superquark”, responsabile del soggetto e della sceneggiatura) e Simonetta Della Seta (direttore del Meis), alla presenza di Anna Maria Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

“Pochi in Italia conoscono davvero gli ebrei e l’ebraismo – premette Carrada –, perché la loro è una storia che a scuola non si insegna, se non per parlare della Shoah. Abbiamo, quindi, pensato che un’attrazione intelligente, spettacolare e coinvolgente potesse innanzitutto incuriosire i visitatori e introdurli a una comunità che ha dato a questo Paese contributi tanto importanti quanto poco conosciuti, e nelle cui vicende – a volte felici, ma più spesso drammatiche – possiamo trovare una chiave di lettura illuminante e sorprendente di quelle, più famose, che tutti conosciamo. L’arrivo del cristianesimo nella comunità di Roma e il difficile rapporto con la Chiesa cattolica, la pacifica convivenza nel Sud arabo, normanno e svevo, e l’origine dei pregiudizi e delle persecuzioni, l’abbraccio culturale del Rinascimento e le durezze dell’epoca dei ghetti, l’entusiastica partecipazione al Risorgimento e l’orrore della persecuzione nazifascista”.

“L’intento – rimarca Della Seta – è proprio quello di coinvolgere fin dall’inizio il pubblico nei temi che il percorso espositivo del Meis esplorerà, poi, più approfonditamente. La nostra prima preoccupazione è stata quella di raggiungere tutti, presentando in modo scientificamente accurato ma divulgativo gli argomenti del Museo”.

Ai visitatori, stretti fra due grandissimi schermi, l’installazione immersiva offre la possibilità di fare un viaggio nel tempo in cui il passato è ricostruito con immagini di opere d’arte, mappe, documenti e stampe riprodotti fuori scala, e inserti video di forte impatto.

A guidare la veloce cavalcata nella storia è una voce narrante, punteggiata da altre voci che invitano a immedesimarsi in alcuni personaggi ebrei in precise circostanze storiche. Ecco, allora, gli scomodi panni di un deportato a Roma dopo la distruzione di Gerusalemme e del Tempio, o quelli più confortevoli di uno scriba nella Palermo del XII secolo; o ancora, l’esistenza difficile di un prestatore di denaro fra Trecento e Cinquecento, e la meraviglia di un giovane all’apertura dei ghetti nell’Ottocento, fino alla tragica sorpresa di una bambina espulsa dalla scuola a causa delle leggi razziali del 1938.

Immergersi per comprendere. Perché non c’è miglior modo per capire gli altri che provare a mettersi nei loro panni.

Lo spettacolo è stato realizzato con la ricerca iconografica di Manuela Fugenzi, la regia di Raffaella Ottaviani e la colonna sonora di Paolo Modugno. Alla parte relativa alla seconda guerra mondiale hanno contribuito la Regione Emilia-Romagna e l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

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