
Giuseppe Bassani
La Storia nascosta

Gentili lettori, vi siete muniti di caffè e di un pizzico di curiosità?
Perché noi siamo entusiasti di raccontarvi una profonda e sfortunata storia di un uomo ferrarese poco noto. Tre newsletters: documenti d’archivio, l’importanza della radio nella sua vita e l’intervista a un suo vicino parente…
Un breve ma incisivo approfondimento sulla figura di Giuseppe Bassani realizzata da giovani studenti che coinvolgerà lettori di tutte le età.
Entrare nell’Archivio di Stato di Ferrara è stato come varcare la soglia del passato e immedesimarsi nella vita di persone probabilmente dimenticate. Le stanze erano piccole e anguste: ovunque abbiamo visto scaffali colmi di libri e fascicoli ingialliti che racchiudono frammenti di vite passate.
Nell’archivio ogni firma, timbro, annotazione e documento contribuisce a dare voce a tante storie che il tempo sta cancellando.
Tra quei fogli, abbiamo incontrato la storia di Giuseppe Bassani.

Nell’immagine, un documento dell’Ufficio Anagrafe (Archivio di Stato di Ferrara)
Un semplice nome e cognome su carta ingiallita: nulla che facesse presagire l’importanza di quello che poi avremmo scoperto.
Un uomo perseguitato, costretto a vivere nell’ombra, privato dei suoi diritti da leggi che cancellavano l’identità e la dignità delle persone. Giuseppe Bassani si laureò con la lode e successivamente divenne avvocato, ma con l’emanazione delle leggi razziali fasciste del 1938, la sua vita cambiò radicalmente. Fu espulso dalla società, vittima di un’ideologia che aveva deciso di marchiare alcuni esseri umani come indegni di vivere in libertà.
Durante la visita all’Archivio è stato stupefacente accorgersi che i documenti raccontano la storia a partire dalla fine: dalla deportazione.
Man mano che scoprivamo più dettagli, il quadro di Bassani diventava sempre più drammatico. Fu costretto a una vita di limitazioni e di residenza forzata vissuta e sofferta nella sua amata città, Ferrara. Privato della sua quotidianità, Bassani perse quasi tutto, ma mai la speranza. E là, tra le pagine dei documenti, emergeva un dettaglio che inizialmente sembrava poco rilevante ma che poi divenne fondamentale nella sua vita: la radio a cui aveva dovuto rinunciare a causa delle leggi razziali.
Andando indietro abbiamo infatti incontrato una serie di documenti, lettere, bigliettini in cui Giuseppe Bassani cerca in tutti i modi di riaverla indietro.
Solo dopo abbiamo capito l’importanza della radio per Giuseppe: poter ricevere informazioni, per essere connesso al mondo esterno, non potendo leggere a causa della perdita della vista. La radio forse rappresentava l’unica “via di fuga” dalla tristezza e agonia di ogni giorno, ma sicuramente gli permetteva di osservare il mondo arrogante che lo circondava non con gli occhi, ma con l’anima.

Nell’immagine, la comunicazione tramite la quale Giuseppe Bassani chiede alla Questura di Ferrara la possibilità di utilizzare ancora la sua radio. (Archivio di Stato di Ferrara)
Abbandonata la sua professione a causa della cecità, Bassani venne successivamente arrestato. Dietro quelle ingiuste accuse si nascondeva il dramma di un uomo che, pur privato della sua libertà, non aveva mai smesso di lottare. La sua resistenza non era politica: era una resistenza del corpo e dello spirito, una forma di resistenza che andava oltre la guerra, la resistenza della cultura e della sensibilità.
Purtroppo, la storia di Bassani si fermò prima della fine della guerra: venne deportato con la sua famiglia e morì nel campo di concentramento di Auschwitz, senza riuscire a riacquistare mai quella normalità e libertà che lui e le altre vittime dello sterminio nazifascista non hanno mai smesso di desiderare.
Ogni documento, ogni firma, ogni annotazione scritta con mano tremante o sicura, ha permesso di restituire a Bassani non solo un nome, ma una dignità che il tempo e la storia stanno cancellando. Oggi la storia di Giuseppe Bassani è la testimonianza di una vita che non è mai stata davvero perduta. Il suo nome e la sua sofferenza sono ancora vivi tra le righe dei documenti. E attraverso di essi, possiamo continuare a scoprire, passo dopo passo, il valore della memoria e della resistenza.
AUTORI
Carlotta Bolognesi, Emma Brunelli, Giulia Coban, Filippo Franco, Alice Marra, Matteo Romani
AUDIO
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CREDITI: Le newsletter “Giuseppe Bassani. La Storia nascosta” sono interamente a cura degli studenti della classe V N del Liceo A. Roiti di Ferrara. Il logo è stato ideato ed elaborato da Giacomo Munari, l’introduzione della newsletter è a cura di Emma Brunelli e Alice Marra. La registrazione di questo episodio ha la voce di Laura Cattaneo. Il coordinamento è della professoressa Maria Cristina Marchioli. Il percorso di ricerca è stato progettato dal MEIS ed è a cura di Marina Sabatini con la collaborazione di Gemma Bolognesi e Rachel Silvera.
Un ringraziamento speciale al Comune di Ferrara, a Enrico Fink, al Direttore dell’Archivio di Stato Davide Guarnieri, alla Presidentessa dell’Istituto di Storia Contemporanea Anna Maria Quarzi e al Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto: senza di voi non sarebbe stato possibile realizzare tutto questo. Grazie per averci aperto le porte e aver permesso di ricostruire la storia di Giuseppe Bassani.