FESTA DEL LIBRO
di STEFANO LOLLI
«OGNI VOLTA che taglio una mela immagino il desiderio delle due metà di ricongiungersi, e allora le taglio ancora e ancora». Quasi una metafora sull’identità,
quella che Abraham ‘Boolie’ Yehoshoua descrive, nel 2004, ne Il responsabile delle risorse umane. Due metà, e certamente più, si ricongiungeranno domenica,
nella Festa del Libro Ebraico che, per la prima volta, si svolge nella sede naturale del Meis. Con il grande scrittore israeliano («Uno dei maggiori romanzieri e intellettuali contemporanei, un Nobel per ora mancato», il giudizio di Marino Pedroni, direttore del Teatro Comunale) protagonista dell’evento clou della manifestazione: alle 17, sul palco del Comunale, terrà infatti una lectio magistralis sul tema ‘Il libro ebraico’. «Il suo intervento, la sua presenza, sono frutto della curiosità che Yehoshua manifesta nei confronti di Ferrara – anticipa Simonetta Della Seta, direttrice del Meis, che introdurrà lo scrittore al pubblico –: conversando al telefono, mi ha detto d’immaginare di ambientare anche qui alcune storie, ed è desideroso di visitare la città in quiete».
EVOCANDO in qualche modo ciò che accadde, anni fa, quando un altro grande scrittore israeliano, Amos Oz, al termine di una presentazione chiese di essere accompagnato davanti alla casa di Giorgio Bassani. E davanti al portone d’ingresso (sfortunatamente sbarrato) impose le mani sui muri dell’edificio, quasi a trasmigrare dentro di sè l’energia creativa che quel luogo poteva suggerire. Letteratura e identità, del resto, sono il tema di fondo di questa edizione di una festa che non è solo vetrina di libri: «Il Meis è una chiave per entrare nel panorama culturale nazionale e internazionale – afferma il vicesindaco Massimo Maisto –, e questo evento ne testimonia le potenzialità». Libro ebraico, senza che questa etichettatura segni però un libro: perché l’ebraismo, riprende la Della Seta, «è un grande allenamento ad affrontare le difficoltà e i cambiamenti». Specchio, perciò, della storia ma anche della contemporaneità, con le lacerazioni e i contrasti che si fanno strada nella società e nella cultura: «Da Yehoshua ci attendiamo un contributo rilevante e, non escludo, anche sorprendente», sorride la direttrice del Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah.
«QUEST’ANNO la festa assume un significato speciale – riflette il presidente del Meis Dario Disegni –, perché si svolge dopo il raggiungimento del fondamentale
traguardo del completamento del restauro dell’ex carcere, e l’allestimento della importante mostra sui primi mille anni di presenza ebraica in Italia». Mostra
in cui la fisicità dei libri aggiunge spessore alla ricchezza di reperti e immagini: non corredo ma linfa, perché il popolo ebraico, ha affermato Yehoshua in una
recente intervista, «è nato con il libro, nel deserto, mentre era in cerca, fra la diaspora e la terra dove si sarebbe stabilito».
Saggi e romanzi, una ‘maratona’ di presentazioni
IL PROGRAMMA
«DAL PROSSIMO anno, torneremo probabilmente alla formula dei due o tre giorni». Il programma della Festa del Libro Ebraico non è solo serrato, ma tale
da attirare l’attenzione di esperti e appassionati, difficile da confinare dentro una sola giornata. Si inizierà in ogni caso domenica alle 10, nella bella sala del
bookshop del Meis, con l’ebraista Mauro Perani, che presenterà ‘Nuovi studi su Isacco Lampronti. Storia, poesia, scienza e Halakah’ (Giuntina-Meis). Isacco
Lampronti, nel Settecento, è stata una figura chiave dell’ebraismo ferrarese: medico, scienziato, autore di un’antologia talmudica tuttora presa a riferimento dagli studiosi. Dialogheranno con Perani il rabbino capo della Comunità Ebraica ferrarese Luciano Caro e Laura Graziani Secchieri, autrice di uno dei saggi
contenuti nel volume. Alle 11.30 la filosofa Donatella Di Cesare dialogherà con lo storico, saggista e giornalista Paolo Mieli sul suo ‘Marrani’ (Einaudi): marrani, o conversos, erano gli ebrei spagnoli convertiti a forza dopo l’editto di Isabella di Castiglia del 1492. Ebrei ‘nascosti’, privati della propria identità precisa. Alle
14 rav Pierpaolo Pinhas Punturello illustrerà il suo libro di racconti ebraici Napoli, via Cappella Vecchia 31. Voci ebraiche da dietro il vicolo (ed. Belfonte
Salomone), assieme al sociologo e psicologo Saul Meghnagi. E ancora, alle 15, la scrittrice Lia Levi – per anni direttrice di Shalom – parlerà del suo ultimo romanzo, Questa sera è già domani (Edizioni E/O), ambientato nel periodo delle leggi razziali. Sarà affiancata da Gianni Venturi, esperto di letteratura del
Novecento. Tutte le presentazioni, così come l’incontro con Abraham B. Yehoshua al Teatro Comunale, saranno a ingresso libero. Chi invece vorrà visitare
museo e mostra del Meis, domenica potrà farlo grazie all’apertura anticipata alle 9 (chiusura ore 18), con visite guidate comprese nel prezzo del biglietto alle 10, alle 12, alle 14 e alle 16.
s. l.
IL 14 LA TRADUZIONE DEL SECONDO LIBRO DEL TALMUD
LA FESTA del Libro Ebraico non esaurisce certo l’attività del Meis, anzi giugno si pone come ricco di iniziative: giovedì 14 il rabbino Gianfranco Disegni presenterà la traduzione in italiano del secondo libro del Talmud, il cosiddetto ‘Trattato delle Benedizioni’. Un progetto di straordinario rilievo culturale, che si lega anche all’utilizzo di un software innovativo. Poi il 20 e 26 luglio il Meis andrà in trasferta, rispettivamente a Milano e Roma, con incontri cui prenderanno parte fra gli altri Aldo Grasso, Gad Lerner e Salvatore Settis.