Dalla poesia alla musica: Primo Levi interpretato da Shulamit Ottolenghi

di Gabriele Antonucci

Poesie che diventano suono e voce grazie all’incontro con Frank London dei Klezmatics e il pianista Shai Bachar.

Lo stile limpido, contenuto e al tempo stesso tempo incalzante delle poesie di Primo Levi, contenute nell’antologia Ad ora incerta, è stato recentemente valorizzato nel concerto internazionale Shemà attraverso un sound jazz contemporaneo, in grado di rivelarne le armonie innate, valorizzando la parola piuttosto che sommergerla.

Lo spettacolo, voluto organizzato dal Meis, in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Primo Levi e la Comunità ebraica di Ferrara, è andato in scena lo scorso 15 settembre, in occasione della ventesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica dedicata a Sogni. Una scala verso il cielo, presso la Sala Estense di Ferrara.

Ideatrice e voce dello spettacolo è Shulamit Ottolenghi, che è riuscita a musicare le più intense poesie di Levi coinvolgendo due artisti poliedrici come Frank London, fondatore dei Klezmatics e vincitore di un Grammy per la Contemporary World Music e il compositore, pianista e produttore Shai Bachar.

Shulamit Ottolenghi è una cantante di World Music, di madre inglese di origine polacca e di padre italiano, che è emigrata in Israele nel 1973. Gli interessi musicali di Shulamit si concentrano su repertori rari, sempre personalmente scelti e curati, che spaziano dalla liturgia ebraico italiana in arrangiamenti contemporanei a canti di compositori israeliani su testi biblici del Cantico dei Cantici.

Nel 2013, in occasione di un concerto a New York, ha iniziato la sua collaborazione con Frank London e Shai Bachar, che ha portato alla registrazione del cd For you the sun will shine – songs of women in the Shoah nel 2015. Presentato a Boston e a Tel Aviv, ha ricevuto importanti consensi di pubblico e di critica. Il cd reinterpreta con arrangiamenti musicali contemporanei canti composti da donne musiciste, internate nei campi nazisti, ed è stato accolto dalla critica come “innovativo, diverso ed essenziale nell’ambito della musica più conosciuta dell’Olocausto”, ricevendo quattro stelle dal London Financial Times (Album review, 8/2015).

Quando il compositore e trombettista Frank London, in seguito ad un concerto a Tel Aviv nel 2016, espresse a Shulamit il desiderio di comporre per la sua voce, la scelta delle poesie di Primo Levi fu per lei una scelta naturale, avedole avute care fin dallo loro prima lettura diversi anni prima e naturalmente consone ai suoi interessi musicali più recenti. I tre artisti ritengono che in questo particolare momento storico, che vede l’avanzata dei nazionalismi, il monito di Primo Levi contro tutte le perversioni del potere sia più rilevanti che mai.

“Le melodie che accompagnano questi testi – penetranti, incalzanti e a volte terribili nella loro immediatezza – ne sottolineano e intensificano il significato, senza mai sopraffarlo o contraddirlo con un’eco impropria. È una musica dell’anima che all’anima parla”, spiega Ottolenghi.

“La musica arriva dove le parole non riescono ad arrivare. Al di là del valore artistico, c’è un valore etico e morale delle parole di Levi. Per questo, durante lo spettacolo, i testi sono proiettati sullo schermo. La musica deve elevare il messaggio, senza trasfigurarlo”. Lo spettacolo, dopo Roma e Ferrara, andrà in scena la prossima volta il 5 dicembre a Tel Aviv, ma il sogno di Shulamit è quello di rappresentare il concerto Shemà a Berlino. “Non sono mai stata in Germania, non ne sono stata ancora capace, ma desidero fortemente andare a Berlino a portare questo spettacolo. Chissà, a volte i sogni si realizzano. Spero di riuscire a trovare nei prossimi mesi un produttore per immortalare questo concerto in un album, anche se mi rendo conto che il mio repertorio non è esattamente commerciale”.

Per la sua carriera artistica, è stata un’epifania l’ascolto nel 1994 di Officium di Jan Garbareck, sorprendente album formato da antichi canti liturgici in latino arrangiati per sassofono e quartetto vocale. Un ponte tra jazz e canti gregoriani, che ha indicato a strada a Shulamit nella sua ricerca tra comunicazione “alta”, con importanti messaggi sociali, e sonorità contemporanee.

Una comunicazione che, però, deve essere comprensibile da tutti: “Come insegna lo stesso Levi in un suo articolo su ‘lo scrivere oscuro’, la responsabilità dello scrittore, e, più in generale di un comunicatore è quella di essere capito. Se non viene capito, è come una persona che grida da sola nel deserto. Per lui raccontare storie era un imperativo assoluto. Spero, con lo spettacolo Shemà, di far conoscere a un nuovo pubblico l’attualità del suo messaggio di scrittore e di uomo.

Altri contenuti

L’impegno del MEIS per i territori colpiti dall’alluvione

L’impegno del MEIS per i territori colpiti dall’alluvione

Biblioteche, archivi, luoghi di cultura e del cuore.  Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS di Ferrara ha attivato una raccolta fondi da destinare al patrimonio culturale colpito dall’alluvione che si è abbattuta nei giorni scorsi.  Da maggio a dicembre 2023, il 20% dei proventi derivati dalla vendita dei prodotti editoriali del MEIS, acquistati […]
Shavuot 5783 – Il MEIS in fiore

Shavuot 5783 – Il MEIS in fiore

In occasione della festa ebraica di Shavuot, il MEIS e la Comunità Ebraica di Ferrara – in collaborazione con Wildflowers Lab – propongono una serie di iniziative che richiamano una delle più affascinanti tradizioni di questa celebrazione: quella di decorare con tanti fiori profumati le sinagoghe. Spiega il Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto: “Abbiamo deciso […]
22 maggio – Evento in presenza al MEIS

22 maggio – Evento in presenza al MEIS

Cosa ci racconta una racchetta custodita con cura per anni dalle famiglie ebraiche ferraresi? Cosa si nasconde dietro un’infinita serie di partite di tennis giocate con amici e parenti all’ombra del Castello Estense? A svelarcelo è il nuovo libro di Ermanno Tedeschi “Una racchetta da tennis racconta. Ricordi familiari della Ferrara ebraica” (Zamorani, 2023) che verrà presentato lunedì […]
Il MEIS al Salone del Libro di Torino

Il MEIS al Salone del Libro di Torino

Il 22 maggio alle 16.30, il MEIS sbarca al Salone del Libro di Torino (Lingotto Fiere – Sala Gialla, PAD 2) con il progetto REMEMBR-HOUSE, realizzato in collaborazione con la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura. Interverrà Sara Gomel, filosofa, educatrice e scrittrice, che introdurrà il tema della Casa dal punto di vista della filosofia per ragazzi. REMEMBR-HOUSE, sostenuto dall’Unione […]
18 maggio – 18.30 EVENTO ONLINE

18 maggio – 18.30 EVENTO ONLINE

Proseguono le iniziative di #ITALIAEBRAICA, il progetto che riunisce i musei ebraici italiani. La serie di incontri online (sulla piattaforma Zoom), giunta ormai alla terza edizione, ruota attorno alle affascinanti storie degli oggetti custoditi nelle collezioni dei musei. Ricordi di famiglia, testimonianze delle comunità ebraiche italiane, usi e costumi si intrecceranno assieme: a fare da fil rouge la frase del […]