Cesare Moisè Finzi (Ferrara, 1930), figlio di Enzo Finzi e Nella Rimini, venne espulso dalla scuola italiana a causa delle leggi razziali del 1938 e di seguito studiò nella scuola ebraica di via Vignatagliata dove ebbe tra i suoi professori anche lo scrittore Giorgio Bassani.
Insieme al fratello Renato, il padre Enzo era proprietario della storica Profumeria Finzi in via Mazzini 61-63, un negozio ampiamente noto dalla cittadinanza che, oltre a profumi, vendeva una vasta selezione di prodotti di cartoleria. Il bazaar venne gestito dai fratelli sino al 1938, quando con l’entrata in vigore delle leggi razziali si vietò agli ebrei di possedere attività commerciali. Di conseguenza l’attività venne donata a Berta Finzi, moglie di Renato, che era di religione cattolica e così il negozio rimase aperto fino al 1943.
Nel 1943, dopo l’armistizio dell’8 settembre, tutta la sua famiglia decise di fuggire da Ferrara con la speranza di raggiungere velocemente il sud Italia, zona dove erano già presenti le truppe dell’esercito americano. Nel loro percorso furono accolti e protetti da diverse famiglie romagnole e marchigiane e in questo modo tutti sopravvissero alla deportazione.
I salvatori della famiglia Finzi – Gino e Pina Muratori, insieme a Guido Morganti – sono stati riconosciuti dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, come Giusti tra le Nazioni.
Dopo la Liberazione i Finzi decisero di tornare a Ferrara dove riaprirono il loro negozio che diventò nuovamente un punto di riferimento per i ferraresi.
Al suo ritorno, Cesare si è diplomato al liceo scientifico e successivamente si è laureato in Medicina specializzandosi in Cardiologia.
Attualmente vive a Faenza assieme a sua moglie Vera, ha pubblicato il libro “Qualcuno si è salvato. Ma nulla è stato più come prima” e racconta la sua esperienza agli studenti delle scuole.