4 settembre, le leggi razziali e le persecuzioni degli ebrei in Alto Adige

Martedì 4 settembre, alle ore 17.00, il MEIS (Via Piangipane 81, Ferrara) ospita la presentazione del libro Quando la patria uccide. Storie ritrovate di famiglie ebraiche in Alto Adige (Edizione Raetia, Bolzano, 2016) da parte degli autori Sabine Mayr e Joachim Innerhofer.

Le vittime altoatesine della Shoah vennero sorvegliate ed espulse dalle autorità fasciste, e in gran parte perseguitate e deportate da nazisti locali. E dopo il 1945, a numerosi superstiti fu negato il risarcimento dei danni materiali e venne rimosso il ricordo di chi era stato assassinato.

Quando la patria uccide documenta le molteplici forme in cui l’antisemitismo si manifestò in Sudtirolo, dove era profondamente radicato, racconta le sofferenze di tante vittime della Shoah, che diedero un importante contributo nei campi della medicina, dell’economia, delle infrastrutture, della cultura, del turismo, del giornalismo e della vita sociale, e dà un nome ai colpevoli e a chi approfittò della situazione.

A introdurre questo toccante viaggio nella memoria, il Direttore del MEIS, Simonetta Della Seta.

Partecipano con le loro testimonianze: Cesare Finzi, che nel settembre 1943 riuscì a mettersi in salvo fuggendo da Ferrara con lo pseudonimo di Cesare Franzi; Bruno Laufer, che con la famiglia dovette scappare da Merano e poi da Bolzano, e sopravvisse nascondendosi in casa di contadini italiani; Lydia Cevidalli, figlia di Aziadé Gabai, che evitò la deportazione nei campi di concentramento andando a vivere sotto falso nome in casa di un’amica; Maria Luisa Crosina che, con il volume Le storie ritrovate. Ebrei nella provincia di Trento 1938-1945, ha ridato voce agli ebrei del Trentino sotto il regime nazifascista.

L’appuntamento è a ingresso gratuito.

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